Il “sistema” ha rivelato tutta la sua inefficacia. La Pandemia ha solo accentuato una realtà che ci portavamo sulle spalle già da qualche tempo; tutti ne eravamo consapevoli. Insomma, ciascuno, ora, dovrebbe fare quello che gli spetterebbe, per competenza, al fine di contribuire alla ripresa nazionale. Con la premessa che, in ogni caso, ci vorrà tempo e fiducia. In particolare, la regola vale per i politici che sembravano non aver ben compreso quale “baratro” si apriva nel Paese. Quindi, speranza nelle istituzioni e buona volontà nell’applicare i provvedimenti “Salva Italia” entro l’autunno. Se ciascuno farla sua parte, dalla china recessiva ne usciremo. Nel frattempo, è importante chiarire cosa si può chiedere all’UE e che cosa la stessa è disposta a darci. Anche perché non c’è Paese Stellato che sia stato risparmiato dal Coronavirus. L’unica differenza è che negli altri Stati UE l’economia interna era più sana. Mentre la nostra, ante pandemia, già rilevava sofferenze di percorso. Una realtà nota a tutti; ma che nessuno ha tentato di frenare con preposte legislative coerenti con i tempi del nuovo millennio. Le stime a fondo perduto non servono. Se ne sono resi conto tutti: ma in ritardo. Ora è importante essere credibili a livello internazionale e senza riferimenti col “passato”. Diritti e Doveri dovranno essere “bilanciati”; senza esenzione per nessuno. Insomma, le istituzioni dovranno fare veramente la loro parte per sostenere un Paese che è in grave crisi recessiva e ha bisogno di certezze economiche, più che di promesse politiche. Ogni altra tattica dovrebbe essere accantonata. Di “promesse”, non mantenute, l’Italia è zeppa.
Giorgio Brignola