Il capo staff di Enrico Letta spiega all’AGI che “siamo solo all’antipasto della partecipazione dei circoli alla vita del partito democratico”.
“Integrare umano e digitale per arrivare a catturare e valorizzare quella che Enrico Letta chiama l’intelligenza collettiva all’interno del Partito Democratico“. E’ questo il motivo ispiratore, strumento ed obiettivo, del lavoro alla base del vademecum che il segretario Pd ha sottoposto a 2.949 circoli in tutta Italia. A spiegarlo all’AGI è Michele Bellini, capo dello staff di Enrico Letta.
“Abbiamo istituito un team composto da personale del Partito Democratico e da volontari che ha letto tutte le risposte e identificato le proposte e le criticità ricorrenti”, spiega Bellini. “Contemporaneamente abbiamo utilizzato l’intelligenza artificiale per elaborare il linguaggio, identificando e raggruppando le parole chiave per gruppi semantici riconducibili ad un unico concetto.
Grazie a questo è stato possibile, ad esempio, estrapolare il dato interessante sul fatto che l’85% delle risposte arrivate dal Nord del Paese indicassero nel divario Nord-Sud un ostacolo da superare”, sottolinea ancora.
Se quello del vademecum è i punto di partenza, qual è la prospettiva verso la quale il partito intende muovere? “Certo, non finisce qui”, promette Bellini: “La ricchezza rappresentata dal vademecum continuerà ad accompagnarci per il futuro. Questo non è stato che l’antipasto della partecipazione con iscritti e circoli“.
Per conoscere la portata principale occorrerà attende qualche ora: “Sabato, durante l’assemblea, il segretario parlerà anche di questo. Il momento più alto della partecipazione sarà rappresentato dalle Agorà Democratiche, da luglio a dicembre”. E dopo? “C’è la volontà di costruire strumenti per rendere questo dialogo, questa partecipazione permanenti”, conclude Bellini.
AGI