Recensione in stile giornalistico realizzato in una classe sul libro della professoressa Elena Manigrasso.
Le pagine dell’anteprima del libro “I misteri di Ischia” di Elena Manigrasso, narrano di un viaggio intrapreso dall’autrice nel novembre del 2018. Dopo una descrizione del paesaggio dai colori tipicamente mediterranei, come lo sono tutte le creature che abitano l’isola (gabbiani, pescatori), la protagonista, che parla in prima persona, familiarizza con l’ambiente interno della modesta struttura che la ospita. Dopo una doccia e un sonno ristoratore, stringe amicizia con un gruppo di viaggiatori francesi provenienti da un avventuroso viaggio in Malesia. Tra le altre cose, le raccontano di aver trovato in quelle terre lontane una mappa dell’isola di Ischia e, per questo motivo, di aver deciso di visitarla.
Eléna, questo è il nome della protagonista, è molto incuriosita e chiede ai quattro amici di mostrarle la cartina. Questa è bucata e scura, odora di umido e di muffa. E se fosse vera? Elena al solo pensiero si emoziona tra le risa divertite degli altri. La mappa indica un castello e le sue stanze; in una di queste c’è una garza bianca e un velo nero che sembrano stoffe da copricapo per suore. Riconoscono che si tratta del Castello Aragonese d’Ischia Ponte, nella zona dei pescatori. Decidono così di ritrovarsi lì all’indomani. La mappa riporta l’esistenza di 2 piani, una sopra l’acqua e l’altra sotto. La guida informa che la parte sotterranea non si può visitare a causa di una leggenda che ha messo paura anche a molti turisti. Tale leggenda vuole che lo spirito di una Clarissa, condannata a morire di fame per essersi innamorata, vaghi ancora nel castello in cerca del suo amato. La sua mummia giace ancora nei sotterranei su una sedia di paglia.
La delusione di non poter visitare quel posto così misterioso è tanta. Durante il giro turistico nel castello, Elena è incuriosita da un quadro che ritrae una tigre dalle zanne sciabolate e non può non notare la alquanto strana coincidenza che la mappa è stata ritrovata proprio in Malesia, notoriamente la patria di questa specie di felini. Come mai quell’immagine si trovava in un posto come quello? I nostri non si danno per vinti, vogliono andare in fondo a questo mistero che si infittisce sempre di più. Prendendo a pretesto un concerto che si sarebbe svolto il 9 novembre 2018 a Palazzo Reale, attendono che tutti gli ospiti siano andati via e, con l’aiuto delle torce, penetrano nelle stanze non visitabili della Casina del palazzo. Anche qui trovano un quadro con la tigre sciabolata. Philipe si avvicina fortemente incuriosito quando, all’improvviso, si apre il pavimento sotto i suoi piedi. Sembra ferito, lo tirano su a stento con l’aiuto di qualche lenzuolo. L’incidente era serio, il taglio al braccio profondissimo. Philipe se la cava con 31 punti di sutura ma il gruppo di avventurieri non vuole più saperne di continuare nell’impresa, tranne Elena a cui i ragazzi decidono di regalare la mappa. Le pagine terminano con la protagonista che tenta disperatamente di convincere gli altri a non demordere nella ricerca della verità su quegli oscuri fatti …ma a un certo punto…
Alberto Ammassari
Redazione Corriere di Puglia e Lucania