Riceviamo e pubblichiamo – Nella zona artigianale di Pulsano (area PIP), a pochissime centinaia di metri dal centro abitato, sta per realizzarsi un deposito di rifiuti speciali pericolosi che tratteranno sostanze come amianto vernici, concentrati acquosi pericolosi, fanghi di lavorazione, oltre ad imballaggi pericolosi, batterie, cisternette per acidi.
Cresce giustamente l’allarme della popolazione, degli imprenditori che operano nella stessa zona industriale, degli operatori turistici della litoranea e degli agricoltori che da quelle terre producono uve da Primitivo DOC.
Avverto la responsabilità di intervenire su una vicenda davvero inquietante che comporta rischi per la salute, per l’ambiente e per le tante attività economiche che si basano sulle peculiarità e sulle bellezze del territorio di Pulsano.
Ho già apprezzato l’azione di contrasto alla realizzazione dell’opera della sezione locale di Articolo Uno, come quella istituzionale dei quattro consiglieri dell’opposizione in Consiglio Comunale di Pulsano, Attrotto, D’Amato, Annese e Lippolis oltre che di associazioni ambientaliste e singoli cittadini attenti al problema.
Con spirito propositivo e senza polemiche, chiedo all’Amministrazione Comunale pulsanese di intervenire in forma ancora più incisiva, di quanto già fatto, nei confronti dell’Ente che ha autorizzato l’impianto, ovvero la Provincia di Taranto, per fermare la realizzazione di questo deposito di rifiuti speciali pericolosi che ricordo sorgerebbe a soli trecento metri dal paese.
Il mio auspicio è che si pongano in essere tutti gli atti necessari che preservino per sempre il territorio da simili usi e destinazioni.
Ho intanto già scritto al Presidente Gugliotti per chiedergli un incontro urgente, per informarlo sui rischi connessi a quell’autorizzazione rilasciata dall’Ente Provincia di Taranto.
Come già fatto in un recente passato, per l’impianto di compostaggio, non farò mancare il mio impegno fattivo in una battaglia che si rende assolutamente necessaria.
Spero in una sinergica azione tra gli attori istituzionali locali, i Comuni limitrofi, i sindacati, le associazioni, le imprese e i tanti cittadini che si sono detti disposti ad impegnarsi in prima persona.
L’imprenditore che vuole realizzare questo deposito può tranquillamente cercare altri siti che rispettino la distanza dai centri abitati.
Tornerò nuovamente sulla vicenda con l’illustrazione di aspetti tecnici anche per dimostrare che non vi è alcuna preclusione ideologica all’impianto ma solo la doverosa attenzione ed il necessario rispetto di temi cari a tutti, quali la salute e l’ambiente.
Quell’impianto, lì dove ora è previsto, non si deve realizzare!
Mino Borraccino
Consigliere del Presidente Emiliano
per l’attuazione del Piano Taranto