Il 3 aprile la FDA (Food and Drud Administration) ha sospeso il vaccino Jhonson & Jhonson a causa di alcuni casi di trombosi rare, ma molto simili a quelle osservate con il vaccino AstraZeneca.
Il vaccino J& J si fonda sulla biotecnologia del vettore virale come il vaccino AstraZeneca solo che quest’ultimo si base su un adenovirus di scimpanzé, mentre quello di J&J su un adenovirus umano. Ci sono quindi anche delle differenze tra i due vaccini. I dati sui vaccini arrivano dal portale di farmacosorveglianza europea denominato Eudravigilance e riguardano i 4 vaccini autorizzati in Europa. Le trombosi verificatesi sono 8 per Jhonson & Jhonson, tutti verificatisi in USA e 287 quelli ricondotti ad AstraZenica e di questi 242 in Europa. Anche ai vaccini mRna di Pfizer 25 e Moderna 5. Dati che riguardano il vaccino russo Sputnik V e quello cinese CanSino, che usano un adenovirus, non ne esistono. Le trombosi registrate con J&J sono simili a quelle con AstraZeneca, avvengono nelle vene del cervello (trombosi del seno venoso cerebrale) o nell’addome (trombosi venosa splancica) e anche in arterie. Risultano sempre associate a bassi livelli di piastrine (trombocitopenia). Tutti casi attribuiti a J & J riguardano soggetti, che avevano meno di 60 anni in prevalenza donne ed entro tre settimane dalla somministrazione del vaccino. Otto casi di trombosi gravi, uno dei quali è deceduto su 7 milioni di persone vaccinate con J & J.
La rivista The New England Journal of Medicine ha pubblicato due studi che indagano sui meccanismi responsabili di queste trombosi molto rare. Uno riguarda 11 malati residenti in Germania e Austria (Thrombotic Thrombocytopenia after ChAdOx1 nCov-19 Vaccination). L’altro studio pubblicato (Thrombosis and Thrombocytopenia after ChAdOx1 nCoV-19 Vaccination) e riguarda 5 casi in Norvegia. Tutti e due gli studi chiamano questa sindrome grave VITT (vaccine-induced immune thrombotic thrombocytopenia e la caratteristica è il riscontro nei pazienti di anticorpi che attivano reazioni trombotiche che coinvolgono le piastrine. L’EMA ha seguito la stessa procedura di valutazione di AstraZenica con J&J. Ricordiamo che EMA aveva sospeso AstraZeneca a seguito di valutazione di due trombosi rare accompagnate da bassissimo livello di piastrine. Sono identificate con due acronimi DIC (coagulazione disseminata intravascolare) e CVST (trombosi del seno venoso cerebrale). Anche con J & J EMA ha ripetuto che i coaguli si possono formare nel cervello (CVST) o nell’addome.
Sintomi da tenere sotto controllo
Un insieme di sintomi da tenere sotto controllo con J & J come con AstraZeneca e che possono manifestarsi dopo la vaccinazione: respiro corto, dolore al petto, gonfiore o sensazione di freddo a una gamba, prolungato mal di testa, sanguinamento e diffusi ematomi lungo il corpo possono essere un segnale che si accompagna alle trombosi rare. J&J in Italia sarà somministrato come AstraZeneca a chi ha più di 60 anni. I lati positivi di Jhonson e Jhonson sono la protezione immunitaria dopo una sola dose e la facile gestione logistica considerato che resta inalterato a temperature comprese tra 2 e 8 gradi centigradi. L’Italia ne ha acquistati 53 milioni di dosi. Infine la sua efficacia che come per tutti i vaccini varia da paese a paese è pari al 72% in USA, 66 % Brasile, 57% Sudafrica. Nel comunicato stampa di J & J l’efficacia è valutata dopo 4 settimane dall’inoculazione. La sigla del vaccino è Ad26. COV2.S e la protezione verso la forma grave è del 85%.
Erasmo Venosi, fisico, già docente associato Uni Sapienza