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Taranto – MarTa: stage nel museo per i laureandi. Firmato il protocollo con il Politecnico di Bari

E’ stato firmato il protocollo d’intesa tra il Museo Archeologico Nazionale di Taranto e il Politecnico di Bari.

Questa mattina la direttrice Eva Degl’Innocenti e il rettore Francesco Cupertino hanno sottoscritto il documento all’interno della Sala Incontri del MArTA. Obiettivo del protocollo d’intesa è sviluppare e disciplinare rapporti di collaborazione su temi di interesse comune finalizzati al reciproco scambio di competenze in ambito didattico e formativo.

La collaborazione si focalizzerà principalmente sulle seguenti attività: Stage nel Museo, da attivare tramite apposite convenzioni, per studenti delle lauree Triennali e Magistrali; dottorati di ricerca su progetti di comune interesse; consulenze, in termini di alta formazione, ricerca e sviluppo, da parte dei docenti e ricercatori dei Dipartimenti, Centri di ricerca e altre strutture similari afferenti all’Università su tematiche individuate dal MArTA.

Tra queste, le ricostruzioni di edifici e complessi architettonici – usufruendo anche delle tecniche di modellazione 3D – funzionali all’implementazione del percorso espositivo e ai progetti di ricerca scientifica attivi presso il Museo; la collaborazione tra il Laboratorio di artigianato digitale (Fab Lab), denominato “MArTA Lab”, e il Laboratorio di Ceramica digitale afferente all’Università su progetti scientifici, didattici e di manifattura digitale di comune interesse; di volta in volta  saranno attivati altri temi definiti mediante apposite convenzioni attuative.

Le parole della Direttrice in merito alla nuova collaborazione: “Oggi presentiamo questo protocollo d’intesa nel nostro comune e il MArTA è onorato di aver stretto questa collaborazione con il Politecnico di Bari, quindi questi due centri di educazione e ricerca si sono uniti. Le macro-tematiche su cui lavoreremo nei prossimi anni riguarderanno sicuramente la formazione quindi la possibilità di lavorare con omogeneità scambiandoci competenze, know-how e ricercatori. Svolgeremo dottorati e progetti di ricerca di rilevanza internazionale all’interno delle nostre strutture, progetti di educazione, valorizzazione della ricerca e del territorio grazie a queste attività. Mi sta particolarmente a cuore il fatto che ci possano essere delle ricadute dirette sulla crescita del territorio pugliese e nello specifico quello tarantino”.

Per quel che concerne invece i progetti operativi la direttrice ha precisato: “Sicuramente lavoreremo in modo prioritario sulle nuove tecnologie anche perché il MArTA sta portando a termine il progetto del nuovo allestimento all’interno dell’esistente e sarà indirizzato in particolar modo alla digitalizzazione grazie al progetto “MArTA 3.0” e quindi noi avremo bisogno della collaborazione con il politecnico per gli aspetti che riguardano la tecnologia, l’architettura, l’ingegneria dei materiali e le nuove tecnologie. A questo
proposito noi vorremmo che questo rapporto di collaborazione operativo con il Politecnico si dedichi anche alla produzione in stampa 3D utilizzando la ceramica. Non ultima la digitalizzazione e quindi anche la fruizione in digitale del patrimonio culturale”.

A riguardo il Rettore ha spiegato che verranno realizzati percorsi di formazioni che vedranno il coinvolgimento di ragazzi e ragazze affinché possano utilizzare le nuove tecnologie per la tutela e la valorizzazione del patrimonio territoriale. “Pensiamo – ha specificato Cupertino – a tutta la parte di ricostruzione tridimensionale degli oggetti nonché del costruito, alle tecniche di manifattura digitale quindi di stampa tridimensionale per ricostruire gli oggetti fisici. Tutte queste sono competenze che trovano
applicazione nell’ambito della valorizzazione del patrimonio archeologico ma che poi possono trovare spazio in tanti altri settori produttivi del nostro territorio, quindi dare competenze che abbiano una flessibilità in quanto applicabili in diversi settori”.

Ha poi aggiunto: “Noi vogliamo che il futuro guardi alle nuove tecnologie, alla valorizzazione del patrimonio archeologico perché noi dobbiamo contestualizzare i processi di digitalizzazione rispetto ai valori del nostro territorio. Io sono convinto che la presenza universitaria deve essere nel cuore, nel centro della città di Taranto. Si deve capire che in città c’è l’Università, c’è il Politecnico e i ragazzi che vengono a studiare devono vivere la città. Questo sicuramente contribuirà al rilancio della presenza universitaria a Taranto e spero anche al rilancio economico della città. Si parte da enti che per loro missione fanno ricerca, formazione ma poi cerchiamo di dare delle competenze che abbiano una massima sostenibilità nell’ambito della nostra regione e nell’area del tarantino.

Questo passo d’avvicinamento tra le nostre istituzioni è simbolico ma anche fisico: il Politecnico vuole entrare nel cuore del capoluogo quindi abbiamo cercato
una collocazione che potesse avvicinare le attività didattiche alla città. È giusto che i ragazzi e le ragazze che affrontano un percorso di formazione abbiano modo di viverla , di usufruire dei servizi ma anche, in qualche modo, di portare valore aggiunto perché portare decine, centinaia di ragazzi nelle nostre strade vuol dire anche portare valore per le attività commerciali, per gli immobili che potrebbero essere d’interesse per questi studenti”.

“Lei ha parlato – abbiamo chiesto al Rettore – degli enti che per loro missione hanno la funzione di fare ricerca per poi allargarsi ad altri settori produttivi. Se c’è già qualche idea, nello specifico, a quali settori produttivi si riferisce?”

“In senso ampio c’è tutta l’industria del turismo che potrebbe beneficiare utilizzando questi tipi di strumenti ma riguardo la manifattura in 3D, la distribuzione di questi materiali tocca, per esempio, le aziende nautiche quindi il settore navale o l’aerospazio perché ci sono tecnologie che si ritrovano. Se andiamo nello stabilimento Leonardo, nella parte di costruzione degli aeromobili troviamo stampanti 3D che ricostruiscono dei pezzi che verranno poi assembrati, ma le tecnologie che vengono utilizzate per progettare e realizzare quei pezzi sono le stesse che si possono utilizzare per realizzare un oggetto che magari vede la destinazione all’interno di questo museo. Per questo dicevo che ci sono alcune competenze trasversali, adeguate, talvolta in modo inaspettato, a tanti campi.

Quindi, se noi riusciamo a formare dei ragazzi che riescano ad avere questo tipo di competenze, la nostra convinzione è che potranno essere portatori di iniziative, anche di carattere imprenditoriale che magari aiutino il territorio ad avere servizi più moderni in grado poi di supporto gli investimenti delle grandi aziende sul territorio”.

Entrambe le parti della nuova collaborazione sono fermamente convinte dell’importanza della combinazione “nuove  tecnologie – valorizzazione del territorio” in un’ottica osmotica. A quest’aspetto, Francesco Copertino, ha dedicato la conclusione del suo discorso: “Deve passare l’idea che dobbiamo andare avanti insieme, non c’è un’istituzione, un’impresa, una città che può andare avanti da sola. Ciascuno di questi soggetti ha bisogno di una struttura organizzativa, una collaborazione tra enti della promozione e ricerca, istituzioni politiche e aziende private che devono in qualche modo condividere degli obiettivi e compiere insieme degli sforzi per andare in una direzione che è quella dello sviluppo, delle nuove opportunità per le nuove generazioni. In questo solco il nostro è un piccolo passo che sancisce un’amicizia tra due istituzioni che mi auguro possano fare un percorso comune”.

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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