A meno di 3 mesi dall’entrata in vigore dell’etichetta d’origine Made in Italy su salami e prosciutti, le quotazioni dei maiali registrano un balzo del 10 per cento per effetto di un aumento settimanale costante in tutte le sedute delle Commissioni uniche nazionali (Cun), con un rinnovato slancio degli agricoltori che stanno portando sulle tavole dei pugliesi i primi würstel, mortadelle ed il prosciutto cotto rigorosamente agricoli a chilometro zero.
E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Puglia, in riferimento agli effetti dell’obbligo scattato il 31 gennaio 2021 che ha impresso una decisa inversione tendenza alle quotazioni che erano crollate ai minimi per i suini pesanti tra i 160 ed i 176 chili.
La presentazione delle mortadelle agricole e dei würstel a chilometro zero è avvenuta nel nuovo mercato di Campagna Amica di Taranto di Viale Virgilio 33. Taglio del nastro affidato a monsignor Filippo Santoro, alla presenza dei vertici di Coldiretti Puglia, rappresentanti dell’Asl e del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci.
“Le produzioni a chilometro zero, quelle offerte dal Mercato Campagna Amica – spiega Aldo Raffaele De Sario, direttore Coldiretti Taranto – arrivano al consumatore senza essere imballate o confezionate. Sono sostenibili, fresche e consentono di acquistare, insieme al prodotto, anche i profumi e i sapori di stagione: ogni stagione è diversa per il palato, la vista e l’olfatto del consumatore attento alla propria salute, che riscopre, così, anche i sapori tipici dei prodotti che nascono e crescono secondo natura”.
“L’idea dei Mercati contadini di Campagna Amica nasce dall’esigenza di far incontrare i produttori e i consumatori in un mercato senza alcuna intermediazione – aggiunge Alfonso Cavallo, presidente Coldiretti Taranto – al fine di calmierare i prezzi e creare maggiore potere di acquisto a beneficio dei consumatori che, grazie alla vendita diretta, hanno garanzia della sicurezza sull’origine, della qualità e del prezzo”.
Così, anche a Taranto, nel mercato Campagna Amica i contadini e gli allevatori hanno dimostrato quanto l’agricoltura e l’agroalimentare non si siano mai fermati anche e soprattutto nel periodo del Covid, eroi e custodi della biodiversità: dal carciofo violetto Igp alle orate, spigole e ombrine; dalla pasta con grano 100 per cento made in Puglia ai biscotti al latte d’asina ai cosmetici con latte d’asina; dal pane e focaccia di Laterza ai succhi con i frutti di stagione, fino a frutta e ortaggi della provincia di Taranto. E, ancora, melegrane, pomodorino “stretto e lasciato”, formaggi freschi e stagionati.
“In Puglia ci sono quasi 24mila suini, di cui oltre il 35 per cento nella sola provincia di Taranto. E’ un patrimonio che abbiamo il dovere di promuovere e tutelare anche perché rappresenta il futuro stesso per l’agroalimentare e per l’economia della provincia jonica. In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy”, ha spiegato Cavallo.
“Il decreto sui salumi – spiegano da Coldiretti – prevede che i produttori indichino in maniera leggibile sulle etichette le informazioni relative a: paese di nascita, paese di allevamento, paese di macellazione. Per scegliere salumi ottenuti da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia basterà cercate la presenza esclusiva della scritta Origine Italia o la dicitura cento per cento italiano”.