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Intervista alla blatta

AQP terminator, due volte l’anno la disinfestazione annulla i regni delle blatte.

Nessuno dica che l’intervistatore è un pazzo e che, francescanamente, si metta a parlare con gli animali. Il fatto è che ha trovato per interloquire una blatta “intelligente”, “l’unica – dice – a scappare via dal tombino prima di una morte sicura”.

«Ho appreso da altre blatte – racconta – che due volte all’anno arriva un terminator che ha come missione quella di sterminare noi scarafaggi che viviamo nel regno delle fogne. Loro ne parlavano come di una favola, di quelle che mamme e nonne un tempo raccontavano ai bambini per farli essere meno esuberanti, ma io ho subito capito che in quella fiaba (dell’orrore) c’era un fondo di verità e da quel momento mi sono attrezzata per non farmi trovare impreparata all’arrivo del terminator».

La “nostra” blatta è stata davvero intelligente. Il terminator di cui ha sentito parlare dalle due compagne nel regno delle fogne esiste davvero. Non si tratta, però, di un cyborg arrivato dal futuro per uccidere la persona destinata a diventare il capo della resistenza umana in un mondo governato da robot, ma molto più semplicemente di operatori specializzati di Acquedotto Pugliese che, ciclicamente, eseguono interventi di lavaggio, derattizzazione, disinfettazione e disinfestazione della rete fognaria. Questi interventi, che vengono eseguiti prevalentemente nelle ore notturne, comportano l’ispezione di tutti i pozzetti di accesso alla rete. Acquedotto Pugliese, oltre a far arrivare l’acqua nelle case e nella azienda, si occupa, infatti, della gestione, della manutenzione e della sanificazione delle reti fognarie.

Un intervento di sanificazione sulla rete fognaria

Ma torniamo alla “nostra” blatta.

«Sempre prestando orecchio a quello che dicevano i nostri anziani – prosegue nella sua intervista – ho capito come fare ad intuire quando sarebbe stato il momento di lasciare il mio regno e andare in esilio in superficie per salvare la pelle. È stata la mia cara nonnina a dirmelo. Terminator – mi ha raccontato – è solito preannunciare il suo arrivo facendo posizionare dalle sue truppe dei cartelli lungo le strade delle città. Fa mettere quei segnali stradali perché vuole essere sicuro che quando ficcherà il naso nel nostro regno non ci siano ostacoli che glielo impediscano».

Tutto vero. Spesso i pozzetti di ispezione delle reti fognarie sono posizionati sul manto stradale. Acquedotto Pugliese richiede, quindi, agli automobilisti la massima attenzione e il rigoroso rispetto della segnaletica verticale posizionata nei giorni immediatamente precedenti alle attività per consentire l’ispezione della rete.

Una delle sanificazione effettuate a Bari

«Il giorno in cui – prosegue la “nostra” blatta – le nostre vedette hanno portato nel regno delle fogne la notizia che erano arrivati degli umani a posizionare quegli strani cartelli verticali nei pressi di alcuni dei punti di accesso al nostro mondo ho fatto i bagagli e sono partita. Sono uscita sulla terra prima che fosse notte, anche se sapevo che così facendo rischiavo di essere più facilmente visibile dal nemico, e mi sono rintanata in un punto di osservazione non lontano dal pozzetto da cui ero uscita. Puntuali, quando è arrivata la notte, i terminator sono arrivati e hanno compiuto il loro lavoro».

L’intervento a cui si riferisce la “nostra” blatta è, per l’appunto, quello di sanificazione della rete fognaria. Un’attività che compete ad Acquedotto Pugliese e che è indispensabile per garantire la salubrità dei centri abitati. Generalmente queste attività vengono eseguite prima dell’arrivo della stagione calda, quando nella rete fognaria blatte e insetti proliferano maggiormente. Il servizio svolto da Acquedotto Pugliese si dirama su oltre 12.000 chilometri di rete e comprende la verifica, l’ispezione, il lavaggio, la disostruzione e la pulizia in continuo (24 h su 24) delle opere fognarie, anche in pronto intervento per garantire il perfetto e regolare funzionamento delle stesse.

«Quando i terminator sono andati via – conclude l’intervista la “nostra” blatta – ho fatto una ricognizione lungo la strada, che essendo notte era completamente deserta e, quindi, senza pericoli per me, che era stata interessata dalla loro azione: ho visto che prima di andare via avevano chiuso con la carta gommata ­– anche noi scarafaggi andiamo a scuola, leggiamo, ci documentiamo e usiamo le parole giuste – i fori di ingresso e di uscita dal nostro regno. Non ho potuto, quindi, tornare a casa, ma forse è stato proprio questo a salvarmi la vita. Ho preso le mie poche cose e mi sono avviata per il mondo. Peregrinando per la terra ho trovato lungo una via – come siete incivili a volte voi umani – un giornale. Confinato in un angolo di quel quotidiano c’era un trafiletto che ha attirato la mia attenzione: uno zoo del Texas si è fatto promotore, per la festa di San Valentino, di una singolare iniziativa. Chiunque ha potuto comprare, a distanza, una blatta da dare in pasto agli animali che vivono nel parco faunistico di Sant’Antonio. Pagando cinque dollari, chi ha aderito all’iniziativa ha potuto dare ad uno scarafaggio il nome del suo ex o della sua ex e ha potuto vedere in diretta come l’insetto veniva divorato da un animale più grande. Ho pensato: certi umani sono proprio strani». (fonte acquedotto pugliese)

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