La struttura interna e la composizione chimica e fisica dei reperti saranno ora studiati con apparecchiature ad alta risoluzione e non invasive.
I segreti di importanti reperti archeologici custoditi nel Museo di Locri, fra cui i famosi Specchi magnogreci in bronzo, potranno essere svelati grazie alla collaborazione fra l’Università della Calabria e la Elettra Sincrotrone di Trieste. A disposizione degli studiosi sarà messo a disposizione uno strumento, non invasivo e ad altissima risoluzione, in grado di esaminare la struttura interna e la composizione fisica e chimica di oggetti e manufatti.
In dettaglio, la Elettra Sincrotrone Trieste S.C.p.A., centro di ricerca internazionale specializzato nella generazione di luce di sincrotrone insediato nell’Area Science Park di Trieste, realizzerà “µTomo 2”, una nuova stazione sperimentale di microtomografia che verrà installata presso STAR, l’Infrastruttura di Ricerca dell’Università della Calabria dedicata all’analisi avanzata dei materiali.
Grazie a questo accordo, la linea di luce che utilizza la radiazione X di alta qualità prodotta dalla sorgente innovativa che è il cuore di STAR, lo STAR lab, verrà dotata di uno strumento che permetterà di esaminare, attraverso l’acquisizione di immagini tridimensionali ad altissima risoluzione, la struttura interna e la composizione chimica e fisica di oggetti e manufatti in maniera non invasiva e non distruttiva come nel caso degli Specchi magnogreci in Bronzo provenienti dal Museo Nazionale di Locri.
Si potranno così svelare molti dei misteri nascosti nei reperti archeologici e nei materiali di interesse per la meccanica, l’elettronica e l’energia. Si tratta di un campo di grande interesse per la comunità scientifica e per i ricercatori delle imprese a tecnologia avanzata che in Calabria ha già visto il raggiungimento di importanti traguardi, in particolare nel campo della diagnostica dei beni culturali (la “decifrazione” di alcuni frammenti dei papiri di Ercolano e l’analisi dei materiali costitutivi delle statue di Tepe Narenj in Afghanistan).
La realizzazione e la messa in opera di µTomo 2, finanziata nell’ambito del progetto “STAR 2” del Piano Operativo Nazionale per il potenziamento delle infrastrutture di ricerca, vedranno la stretta collaborazione tra un team di esperti triestini guidato dal Dr. Diego Dreossi e il gruppo di ricerca del Dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria guidato dal Prof. Vincenzo Formoso.
Riccardo Barberi, responsabile scientifico di STAR, ha affermato: “Il nostro Ateneo, unico in Italia, si sta dotando di un’infrastruttura aperta agli utenti che, con un approccio multidisciplinare, offre servizi di indagine scientifica avanzata associati alla capacità di produrre nuovi materiali e dispositivi e di realizzare prototipi che ne sfruttino le performance. µTomo 2 è uno strumento fondamentale per indagare l’interno di ogni oggetto tutelando la sua integrità con evidenti vantaggi per ogni disciplina che, dalla biologia all’archeologia, studia materiali fragili”.