Il Capo dello Stato nel Giorno della memoria delle vittime del terrorismo: chiarire le complicità, serve una nuova solidarietà nazionale.
Sulla stagione del terrorismo in Italia “ci sono ancora ombre, spazi oscuri, complicità, non completamente chiarite”: lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una lunga intervista a Repubblica in occasione del Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi. “La completa verita’ sugli anni di piombo e’ un’esigenza fondamentale per la Repubblica”, ha sottolineato. Il Capo dello Stato ha ringraziato il presidente francese, Emmanuel Macron, per i recenti arresti degli ex brigatisti italiani in Francia: “Con la sua decisione ha confermato amicizia per l’Italia e manifestato rispetto per la nostra democrazia”, ha osservato, “mi auguro che possa avvenire lo stesso per quanti si sono sottratti alla giustizia italiana e vivono la loro latitanza in altri Paesi”.
Una stagione di solidarietà nazionale
Mattarella ha quindi indicato la necessità per l’Italia di rinnovare quella “solidarietà nazionale” che permise alla Repubblica di prevalere contro l’eversione. “Fu una guerra asimmetrica” e “vi furono, palesemente, posizioni inaccettabili di alcuni intellettuali dell’epoca che favorirono la diffusione del mito della ‘Resistenza tradita’, a somiglianza di D’Annunzio che contribui’ ad aprire la strada al fascismo con lo slogan della Vittoria mutilata”, ha detto il Capo dello Stato. Il terrorismo nero, invece, “è stato spesso strumento, più o meno consapevole, di trame oscure, che avevano l’obiettivo politico di rovesciare l’asse politico del Paese interrompendo il percorso democratico”. “Il terrorismo non e’ riuscito a realizzare l’ambizione di rappresentare una cesura, uno spartiacque nella storia d’Italia”, ha sottolineato il presidente della Repubblica, “il disegno cinico non esente da collegamenti a reti eversive internazionali di destabilizzare la giovane democrazia è stato isolato e cancellato”.
La vittoria della democrazia
- “Per il Capo dello Stato “la debolezza dello Stato si manifestò soprattutto nella impreparazione, talvolta in infedeltà, nel contrastare una guerra che oggi definiremmo asimmetrica. Ma fu proprio la violenza contro persone inermi e innocenti a prosciugare rapidamente il bacino del consenso al terrorismo”. Negli anni di piombo “è la statura della nostra democrazia, è la Repubblica ad avere prevalso contro l’eversione che aveva nel popolo il proprio nemico“, ha osservato. “Sono stati anni molto sofferti”, ha ricordato il Capo dello Stato, “in cui la tenuta istituzionale e sociale del nostro Paese, è stata messa a dura prova. Oltre 400 le vittime in Italia, di cui circa 160 per stragi”, sottolinea. L’origine? “Certamente non dalla contestazione del ’68”, secondo il presidente della Repubblica, “al contrario. Le stagioni delle lotte sindacali, come quelle delle manifestazioni studentesche, sviluppatesi alla fine degli anni ’60 del Novecento, hanno rappresentato forti stimoli allo sviluppo di modelli di vita ispirati a maggiore giustizia e coesione sociale”.
AGI – Agenzia Italia