Principale Politica Diritti & Lavoro Il grano. Oro intarsiato di rosso papavero

Il grano. Oro intarsiato di rosso papavero

È giugno. Il grano ondeggia con le sue spighe d’oro, intarsiato dal rosso dei papaveri nei campi liberi dalla chimica.

di Evelyn Zappimbulso 

Nella storia

Parlare di grano significa dedicarsi a quello che già da migliaia di anni prima di Cristo è alimento strategico per l’umanità. 

Per lungo tempo risorsa di potere e generatore anche di battaglie, come fu con il fascismo in Italia, per garantirne una produzione che desse autosufficienza all’Italia.

Onorato per la sua bellezza, sacralità e duttilità. Nella nostra dieta è fondamentale come grano tenero e grano duro: il primo dedicato al pane, il secondo alla pasta.

Giugno, mese di mietitura

La mietitura del grano ha nel passato rappresentato per i contadini la fine di una fase di duro lavoro invernale. Per questo è occasione di festa e appuntamento onorato con gioia, in particolare in seguito a un buon raccolto.
Danze, canti, musica e cibo abbondante accompagnavano la mietitura. Mentre ancora il grano ondeggia. Una festa simbolica che non pochi comuni mantengono nei loro calendari, nonostante la meccanizzazione abbia cambiato ogni gesto, modalità e fatica del lavoro.

Il grano e poi la spiga, che nasce sin dall’inizio con la sua forma perfetta nello stelo d’erba, e ancora il chicco, componenti così simboliche da avere ispirato ai Greci la Dea Cerere con la sua immancabile leggenda. La spiga simbolo di vita e di buona fortuna.

Simbologia

Dividere il grano dalla zizzania, invito che rimanda al grano quale eccellenza di bontà e alla zizzania, che in natura è erba infestante, quale attività di disturbo a mezzo di pettegolezzi e maldicenze parecchio praticata dall’umanità.
La grana simbolo di denaro, seppur in uso quasi esclusivamente dialettale, nonostante la sua origine latina.
Ecco quindi i grani delle perle dei rosari, il grana padano sintesi estrema di un formaggio che per la sua lavorazione vede col tempo il latte trasformarsi a mo di chicchi, la grana o lo sgranarsi della carta fotografica; i chicchi di caffè o di cioccolata, o d’uva o quello di riso, fratello non meno importante per l’alimentazione di quello di grano, per finire con quel Chicco/a vezzeggiativo affettuoso di tanti bimbi/e o nome proprio dato agli amati amici a quattro zampe.

Voce del verbo

Veniamo al verbo spigolare. Un gesto femminile, delle donne che cercavano nei solchi del grano ormai trebbiato le spighe rimaste fra la paglia.
Ed è alle Spigolatrici di Sapri, che videro sbarcare nel Regno delle due Sicilie i trecento giovani e forti di Carlo Pisacane, che è dedicata la poesia patriottica tra le più famose del nostro Risorgimento.


In cucina il grano è farina innanzitutto, ma è chicco la cui cottura permette di preparare molteplici piatti. La Pastiera napoletana è sicuramente il più noto dolce a base di grano cotto. La ricetta è rintracciabile con facilità.

Finché godremo dell’oro del grano, in bellezza e vitalità, saremo ricchi.

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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