Principale Ambiente & Salute Taranto – Ambiente Svenduto, 47 imputati ecco la sentenza

Taranto – Ambiente Svenduto, 47 imputati ecco la sentenza

Ambiente Svenduto

Ambiente Svenduto, ieri l’ex procuratore Sebastio al Tg1 diceva con una smorfia: “non venduto, l’abbiamo chiamato svenduto” per trenta denari, diciamo noi.

Un lunedì che si è aperto con una bella luce, quando raggiungiamo la sede della Scuola Sottufficiali, dove si tiene il maxi-processo per la città di Taranto.

Un gruppo sfilacciato di persone occupa una parte del marciapiede di fronte al monumentale ingresso della caserma della Marina.

Qualcuno di loro commenta il percorso lungo, chi dal 2008 e chi dal 2013 di manifestazioni contro il colosso siderurgico che ha bloccato lo sviluppo della città.

Procurando lutti, come ricorda l’Iliade, non agli Achei, ma a un intero quartiere, i Tamburi che qualcuno pensava, anche tra i 47 imputati, di spostare altrove.

Ma oggi è giorno della sentenza.

La Corte d’Assise di Taranto ha condannato a 22 e 20 anni di reclusione Fabio e Nicola Riva, ex proprietari e amministratori dell’Ilva.

Tra i 47 imputati ci sono 44 persone e tre società, nel processo chiamato Ambiente Svenduto sull’inquinamento ambientale prodotto dallo stabilimento siderurgico.

Rispondono di concorso in associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, all’avvelenamento di sostanze alimentari, alla omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro.

La pubblica accusa aveva chiesto 28 anni per Fabio Riva e 25 anni per Nicola Riva.

Tre anni e mezzo di reclusione, invece, sono stati inflitti all’ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. I pm avevano chiesto la condanna a 5 anni.

Vendola è accusato di concussione aggravata in concorso, in quanto, secondo la tesi degli inquirenti, avrebbe esercitato pressioni sull’allora direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, per far “ammorbidire” la posizione della stessa Agenzia nei confronti delle emissioni nocive prodotte dall’Ilva.

Sentiamo la sentenza su Radio Cittadella di Taranto, mentre torniamo e un cumulo di nubi scure coprono lo scenario, come un segno negativo che si addensa sulla città.

E si! Perché, lo dobbiamo ricordare a chi legge, che questa sentenza, che arriva dopo 5 anni, è troppo definirla Giustizia per Taranto.

Siamo solo al primo grado di giudizio.

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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