Le due nazioni che si affrontano agli ottavi degli europei condividono 600 km di frontiera e una lingua, ma sono prigioniere dei luoghi comuni
I francesi tendono a guardare alla Svizzera con malcelata gelosia, la vedono come un piccolo Paese orgoglioso del suo senso civico che siede su grandi fortune costruite sul segreto bancario.
Gli svizzeri guardano ai cugini al di là del massiccio del Giura come a un popolo sempre pronto a scioperare e a creare disordini, tra nazionalismi e difese a oltranza di anacronistici privilegi sociali, ma in fondo invidiano loro una certa ‘nonchalance’ e ‘joie de vivre’.
Al di là dei ‘clichè’, le nazioni dei Bleus e dei rossocrociati che lunedì alle 21 si affronteranno a Bucarest per gli ottavi degli europei hanno un rapporto intenso che va molto al di là della lingua condivisa tra i 67 milioni di francesi e i quasi due milioni di elvetici della Romandia.
Un confine lungo 600 chilometri
A livello geografico la Svizzera e la Francia condividono 600 km di confini, fulcro di una intensa collaborazione transfrontaliera, oltre alla lingua francese, che è una delle quattro ufficiali nella nazione elvetica.
Il 14 luglio 2020 la Svizzera è stata uno dei Paesi ospite d’onore alle cerimonie ufficiali a Parigi, dietro invito del presidente Emmanuel Macron, anche in segno di riconoscimento per la solidarietà dimostrata durante la pandemia di Covid-19: gli ospedali elvetici hanno accolto 52 pazienti francesi.
Scambi intensi
Nel gennaio 2018 il presidente Macron si è recato in Svizzera, in occasione del forum di Davos. L’anno prima, a luglio 2017, la presidente della Confederazione elvetica Doris Leuthard è stata ricevuta all’Eliseo e dal premier Edouard Philippe.
Nell’aprile 2015 visita ufficiale in Svizzera per l’allora presidente socialista François Hollande, dopo quella di Jacques Chirac nel 1998 e di François Mitterrand nel 1983. Un sodalizio che risale al 1516, quando Francia e Svizzera firmarono un Trattato di pace perpetua, seguito cinque anni dopo da un primo trattato militare, al quale sono seguite decine di altri in vari ambiti.
E’ dal XVI secolo che Parigi nomina ambasciatori in Svizzera e la prima rappresentanza diplomatica svizzera all’estero è stata aperta nel 1798 proprio nella capitale francese, successivamente ampliata sul territorio con sede consolari a Bordeaux, Lione, Marsiglia e Strasburgo. Alla fine del XIX secolo, l’unico Paese con una ambasciata a Berna era la Francia, che ha consolati generali anche a Ginevra e Zurigo.
Le colonie nei due Paesi
In Francia risiedono 200 mila svizzeri e in Svizzera vivono 190 mila francesi, oltre ai 180 mila francesi che attraversano il confine per andare a lavorare nella Confederazione elvetica, pari a metà dei lavoratori transfrontalieri della regione. Dopo Germania, Stati Uniti, Regno Unito e Italia, la Francia è il quinto partner commerciale della Svizzera.
Se quest’ultima è solo parte dell’area Schengen, ha nella Francia, Stato membro fondatore dell’Unione europea, un partner prioritario della sua politica estera con rapporti bilaterali regolamentati sia da numerosi trattati bilaterali che da accordi siglati tra Berna e Bruxelles.
La densità degli scambi franco-svizzeri si sviluppa per lo più in relazione all’estesa frontiera comune e riguarda in particolare l’agglomerazione di Ginevra, la regione del Lago Lemano, la zona del Monte Bianco, il Reno superiore e il monte Giura.
Una cooperazione bilaterale che verte soprattutto su questioni economiche, fiscali e finanziarie, nel settore della ricerca, dell’innovazione e in progetti infrastrutturali. Nel 2019, con un volume di scambi di un valore di 38 miliardi di franchi svizzeri, la Francia ha rappresentato il 6,8% del volume del commercio estero della Svizzera.
Le regioni frontaliere
I flussi commerciali sono particolarmente intensi nelle regioni frontaliere quali Alvernia Rodano Alpi, Borgogna Francia Contea e il Grande Est. Dal 2010 sono in costante aumento le esportazioni francesi dirette in Svizzera, ad eccezione del calo del 19% a causa della pandemia di Covid nel 2020.
Prodotti farmaceutici, chimici e culturali sono i settori di massima crescita delle esportazioni francesi oltre a quelle di servizi, per un fatturato totale di 33,4 mld di euro. Nel 2018 la Svizzera è stata il secondo investitore in Francia, con 82,3 mld di euro, dopo gli Stati Uniti, mentre la Francia è arrivata al quarto posto degli investitori stranieri in Svizzera, con un valore di 48,7 mld di franchi svizzeri. In Francia 1.100 aziende elvetiche impiegano 265 mila persone mentre in Svizzera 1.500 aziende francesi creano 71 mila posti di lavoro.
Altrettanto intense e storiche le relazioni nei settori dell’istruzione e della ricerca tra i rispettivi ministeri e nell’ambito di diversi programmi ed organizzazioni europee quali il Cern (Centro europeo per la ricerca sul nucleare) e l’Agenzia spaziale europea (ESA). Un impegno congiunto franco-svizzero che, tra i tanti successivi ottenuti, ha permesso di arrivare al lancio del satellite telescopio CHEOPS, nel 2019.
Ricchi anche gli scambi culturali su più fronti: ad esempio, da più di 30 anni il Centro culturale svizzero di Parigi, finanziato da Pro Helvetia, e i consolati promuovono e diffondono la produzione culturale svizzera contemporanea. Lo stesso vale per le rappresentanze francesi in Svizzera oltre alle borse di studio per i rispettivi ricercatori ed artisti. agi