Caduta l’ipotesi franco-tedesca di cercare un punto di incontro tra Ue e Russia, a Mosca ora si guarda fiduciosi all’idea di sviluppare partenariati sempre più stretti con la Cina. Per la seconda volta in un mese infatti1 Xi Jinping – presidente cinese – e Vladimir Putin – presidente russo – si riuniranno in modalità virtuale per confrontarsi su vari temi internazionali, in un contesto in cui l’Occidente prende le distanze in maniera lenta ma inesorabile dai due giganti asiatici2.
La videoconferenza prevista per lunedì prossimo (pochi giorni dopo il summit di Ginevra con il presidente statunitense Joe Biden) è stata organizzata per il ventennale del “Trattato di buon vicinato, amicizia e cooperazione” russo-cinese e s’inquadra in uno scenario che vede sempre più consolidarsi i rapporti commerciali tra i due colossi geopolitici.
Il percorso verso “il punto più alto della storia”
Era stato lo stesso Putin a definire le attuali relazioni con Pechino come “al punto più alto della storia”, dopo il meeting sulle energie di maggio scorso con il presidente cinese. Il quale, dal canto suo, nella stessa occasione aveva ribadito la necessità di creare una più equa governance globale in materia.
Ma la convergenza tra Cina e Russia, in realtà, andava avanti da tempo: i punti fermi focalizzati a marzo, nel vertice di Guilin tra i ministri degli Esteri cinese Wang Yi e russo Sergei Lavrov (a pochi giorni dalla “rottura” di Alaska tra le diplomazie di Pechino e Washington), erano stati il fisiologico sviluppo delle basi gettate durante il precedente incontro avvenuto nel Sud della Cina, in cui erano già emerse posizioni comuni sul tema dei diritti umani, della lotta alla pandemia di Co.Vi.D./19 e, soprattutto, la comune visione critica rispetto al ruolo di leader globali rivestito dagli Stati Uniti.
In quell’occasione era stato il ministro russo a puntualizzare sulla necessaria riduzione della dipendenza dal dollaro per contrastare le sanzioni imposte dagli Usa alla Russia, parlando addirittura – nel comunicato finale – di “bullismo unilaterale” degli Stati Uniti a cui Mosca e Pechino, attori principali, avevano il dovere di opporsi.
Consiglio europeo straordinario del 24 e 25 maggio 2021 – “ Ora vedremo perché è previsto un vertice tra il Presidente Biden e Putin, credo che sia in giugno. Vedremo anche quello che succederà” – https://t.co/upL71deJOg… pic.twitter.com/N6gNBM8wSb
— Cronache Social (@cronachelucane) May 27, 2021
Dove va la Cina e perché?
Ed è proprio questa visione comune sugli Stati Uniti e sui loro partner europei che ha spinto anche la Cina verso la Russia, specie dopo che recentemente gli americani hanno nuovamente irritato Pechino, alimentando nuove illazioni sull’origine del Co.Vi.D./19 e facendo allontanare la possibilità di un futuro summit faccia a faccia tra Biden e Xi3.
Sfidando apertamente l’ordine internazionale gestito dal G7 – definito dai cinesi un “piccolo gruppo” -, il Dragone aveva quindi già e comunque condiviso le riflessioni di Lavrov e ne aveva capito ed accolto il senso strategico.
L’incontro di Ginevra tra Biden e Putin invece – a detta di un funzionario Usa citato dalla Cnn – potrebbe essere stata quella scintilla che l’amministrazione americana attendeva per ridiscutere con la Cina su tutti i temi divisivi tra Washington e Pechino, in quello che sembra essere uno dei contesti più complicati per la politica estera della Casa Bianca.
Fonte: AGI
Antonio Quarta
Redazione Corriere di Puglia e Lucania
Note di riferimento:
- L’ultimo incontro tra i due capi di Stato risale al 19 maggio scorso, in occasione della cerimonia di inaugurazione di un progetto di cooperazione sino-russa nel campo dell’energia nucleare.
- La Cina è stata recentemente al centro di discussioni tra i vertici del G7 e della Nato per la repressione messa in atto ad Hong Kong, l’aggressività mostrata contro Taiwan nel Mare Cinese Meridionale e per le violazioni dei diritti umani a danno dell’etnia uigura.
- Secondo quanto anticipato dal consigliere per la Sicurezza Nazionale americano Jake Sullivan, l’occasione per un incontro tra i leader delle due superpotenze potrebbe arrivare durante il prossimo G20 di fine ottobre a Roma. Al momento, invece, e comunque prima di allora non è previsto alcun vertice separato e nemmeno un colloquio telefonico.