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Taranto: tra emozioni e mare

Taranto: tra emozioni e mare

Taranto: tra emozioni e mare. In data 11 luglio si è tenuta la presentazione del nuovo libro scritto dall’autrice Lilly De Siati, intitolato “Il Volto delle Emozioni”.

La serata è stata condotta dalla giornalista direttrice responsabile di Radio Cittadella, Gabriella Ressa, accompagnata dalla presenza del maestro Maria Rossi, della professoressa Anna Varese e della consigliera del comune di Taranto, Carmen Motolese.

Il compito di leggere alcune delle poesie presenti nel libro è spettato alla soave voce di Serena Verga.
Tutto questo, nel Borgo Antico della nostra città, alla Baia della Sirena.

L’opera in sé

Il libro si compone in una serie di capitoli e questi iniziano con la raffigurazione di un quadro a scelta; ognuno dei capitoli rappresenta un’emozione differente.
Le 40 poesie presenti nel libro sono state composte in riva al mare.

Due componimenti sono stati particolarmente complessi da scrivere perché premono sul cuore: certi pensieri e sentimenti vanno tirati fuori e messi su carta per dar pace al cuore.

Nelle poesie scritte dall’autrice non ci sono solo le sue emozioni, ma anche quelle di altre donne che lei ha fatto sue.

Sentimenti ed emozioni

“Di emozione si tende a parlare poco, che sia per pudore o mancata comunicazione; i rapporti umani sono sempre più formali e freddi, distanti”, queste le parole dell’autrice.

Le emozioni da lei narrate riescono a far entrare il lettore nella sua mente e nel suo cuore.
Un sentimento in particolare connette tutte le poesie nell’opera: l’inquietudine, affrontata in diversi modi.

Il rapporto con il mare

Il mare per l’autrice è un luogo sicuro, in cui si sente a casa, dove ritrova se stessa e può essere se stessa, soprattutto. Visto come genitore di sogni, che induce alla preghiera, che alleggerisce le delusioni e le sofferenze; il mare ha una propria religione.

L’autrice, il suo cuore e la sua mente

Lilly De Siati è una donna grottagliese, scrittrice di poesie, fiabe e ha vinto svariati premi;
lei ha un modo particolare e positivo di affrontare la vita e trasportare la propria croce e i suoi occhi curiosi rispecchiano il suo animo indomito.
È stata definita “Poetessa del garbo” dal critico Antonio Lera di Firenze.

L’autrice scrive principalmente per se stessa, per esternare i suoi sentimenti e sentirsi più leggera, appunto.
All’età di soli nove anni ha scritto la prima poesia, dedicata al fratello maggiore.

È molto solare e comunicativa, nonostante un’infanzia costernata da lutti familiari e dolore tra le mura di casa.
In casa, la Lilly allegra diventava triste, poiché doveva consolare la propria madre per i lutti subiti.

I due anni di lockdown sono stati terribili per lei poiché non ha potuto avere rapporti con la sua nipotina, alla quale ha dedicato un racconto.

L’intervista

Tenendo conto del fatto che lei lavora con le emozioni, in quanto poeta, qual è l’emozione che sente più forte dentro di sé nella vita di tutti i giorni, magari quando le luci sono spente? 

La sera sento di ritrovare me stessa perché non ci sono più le incombenze della giornata, ma soprattutto mi ritrovo con Dio perché io sono profondamente religiosa. La mia religiosità sta nel credere che esiste un essere superiore che muove tutte quante le cose. Un destino c’è, anche se noi facciamo delle scelte, c’è un piano per ognuno di noi.
L’emozione che sento più forte alla sera è la pace, la quiete; sono a colloquio con il mio spirito e dialogo con la profondità di me stessa”.

Quando scrive, si figura in un “luogo sicuro”, un luogo di immaginazione che la ispiri? Magari sente una specifica melodia nella mente che la guidi alla scrittura, che le parli?

“Sì, io mi vedo su un lembo di terra che è soltanto mio; come Alice entra nell’albero attraverso le radici, io entro in questo pezzo di terra dove nessun altro può fermarsi. Lì sono soltanto me stessa.

Io questa melodia la sento al mare: mi chiama, io dico che forse in un’altra vita devo essere stata una creatura marina. Anche il mare d’inverno, in burrasca, è inquieto come lo è il mio animo in certi momenti”.

Si rivede maggiormente nel mare calmo o agitato? O magari dipende dal momento in sé?

“Il mare mi piace in tutte le sue manifestazioni, nel cambiamento del colore. Scrivendo, io acquieto quell’agitazione di cui parli; la scrittura è un balsamo lenitivo alle ferite della vita.”

Quando ha iniziato a scrivere? Cos’ha dato vita a tutto?

“A nove anni ho scritto la prima poesia per mio fratello, però in effetti ho amato da subito la scrittura; i miei temini erano sempre nella bacheca della scuola e la mia maestra mi diceva che io avevo una grande fantasia e cerco tuttora di tenerla sempre viva.”

Se lei scrive sempre in riva al mare, cos’ha fatto in caso di “blocco dello scrittore”? Il mare si è mostrato a lei in modo diverso o si è dovuta rifugiare altrove?

“Io amo tutta la natura: amo la campagna, la montagna. Il mare lo cerco mentalmente, d’inverno.
Oppure mi metto in veranda con le mie piante e trovo l’ispirazione: vedo la natura, la libertà degli animali e mi sento libera anch’io”.

Lei è un’amante della musica? Se sì, quale strumento sente risuonare dentro di sé alla vista del mare?

“Il pianoforte perché mio marito è compositore, ma anche il violino perché non è uno strumento troppo forte. Però, con il pianoforte si può immaginare un’orchestra intera”.

Redazione Corriere di Puglia e Lucania 

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