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Un sostanziale fallimento il G 20 di Napoli su “Ambiente, Energia e clima “

Di Erasmo Venosi 

Dal G 20 esce solo una Unione europea , sola che produce norme per contrastare il cambiamento climatico. 

E’ stato calcolato che pur attuando tutte le azioni previste dal Piano “  Fit for 55” le emissioni globali dell’intero pianeta si ridurrebbero  di 800 milioni di tonnellate  su 38.000 milioni di tonnellate previste al 2030. 

Un ipocrita e irresponsabile comunicato finale si spertica in vacui slogan senza nemmeno una volta annunciare il vitale “ abbiamo deciso” ! 

Tutto rinviato a Glasgow

Siamo però a un punto di svolta segnato dal convitato di pietra che si chiama “spazio del carbonio“ che tradotto vuol dire “ hai 16 anni a disposizione per restare dentro un incremento di temperatura di un grado e mezzo rispetto al 1880 e ne hai “ consumato” già uno”. 

Effetto dei cambiamenti climatici è anche l’emergere di agenti patogeni.

Occupando l’ambiente, si costringono gli animali a vivere in spazi sempre più ristretti e i virus si trasferiscono dall’uno all’altro.

Il Sars Cov 2 , coronavirus nuovo ci obbliga a fare i conti con il nostro ruolo sulla Terra, Uomo che deve trasformarsi da invasore a custode della Terra.

Virus come West Nile, Chikungunya, la Dengue e Zyka, parenti stretti di West Nile, sono  trasmessi da zanzare: infine il Crimea-Congo trasmesso da una zecca presente anche in Italia.

Un grande rischio connesso al riscaldamento globale è rappresentato dallo scioglimento dei ghiacciai.

Un gruppo di ricerca dell’università dell’Ohio ha rivelato 33 gruppi virali (28 dei quali sconosciuti) intrappolati da millenni nel ghiaccio del Guliya, in Tibet.

Il disgelo connesso al riscaldamento globale può far disperdere questi virus nell’ambiente,

Il riscaldamento non è uniforme: è maggiore nelle regioni artiche che in quelle tropicali.

Mediamente in 141 anni la temperatura del Pianeta è aumentata di 1.3 ° C nella zona Artica e Antartica siamo a n più 3 gradi centigradi.

Temperature maggiori fanno fondere masse consistenti di ghiaccio tanto marini alterando la salinità superficiale dei mari e tanto terrestri producendo l’innalzamento del livello dei mari.

Nel 2018 è apparso su Proceedings of the national academy of sciences of the united states of America (PNAS) lo studio Four decades of Antarctic Ice Sheet mass balance from 1979–2017, che ha monitorato l’evoluzione dei ghiacci del continente antartico degli ultimi 40 anni.

I risultati di questa ricerca evidenziano una continua diminuzione della massa della calotta glaciale antartica.

Nello stesso anno pubblicata su PNAS lo studio  Accelerating changes in ice mass within Greenland, and the ice sheet’s sensitivity to atmospheric forcing che fa invece il punto della situazione sui ghiacci della Groenlandia.

E’ stato documentato che, nel periodo 2002 e il 2016, quest’area ha perso all’incirca 280 miliardi di tonnellate di ghiaccio l’anno.

Per fare un esempio lo scioglimento della calotta di ghiaccio della Groenlandia potrebbe far alzare il livello del mare di 7 metri, mentre lo scioglimento della calotta dell’Antartide porterebbe addirittura a un innalzamento di 57 metri

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