La Lega punta a cambiare l’obbligo della certificazione verde a scuola ma Pd, Iv, Forza Italia e Leu difendono la norma. Fa discutere il no di Landini al green pass nelle mense aziendali, sì di Berlusconi. Un fronte trasversale che va dai dem agli azzurri spinge per modificare la misura a sostegno di chi non ha un lavoro, fortemente voluta da M5s
Obbligo del green pass e reddito di cittadinanza: cresce il pressing delle forze politiche che sostengono il governo per modificare le due misure. Posizioni differenti che agitano la maggioranza: se, infatti, contro l’obbligo del green pass nelle scuole si schiera la Lega che si prepara alla battaglia in Parlamento – almeno stando alle parole del sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso – mentre Pd, Iv, Leu, M5s (seppur con alcuni distinguo) e Forza Italia difendono la misura, sul Reddito sono i pentastellati a dire un secco ‘no’ alle modifiche, a fronte di un asse trasversale composto da dem, renziani, azzurri e leghisti che, invece, insistono sulla necessità di rivedere profondamente la norma.
Nel giorno in cui il secondo decreto sul green pass approda alla Camera in un’Aula deserta nonostante la presenza del ministro della Salute Roberto Speranza – che esprime soddisfazione per i 20 milioni di certificati verdi scaricati negli ultimi tre giorni – e che con ogni probabilità confluirà nel primo decreto sulla certificazione verde, già all’esame della commissione Affari sociali, continuano a far discutere le norme sulla scuola.
Landini contrario alle sanzioni per i lavoratori
E si apre un nuovo fronte: “Sia chiaro, il sindacato sta invitando tutti i lavoratori a vaccinarsi e non abbiamo nulla di principio contro il green pass, ma in nome di ciò non è accettabile introdurre una logica punitiva e sanzionatoria nei confronti di chi lavora“, afferma il leader della Cgil Maurizio Landini in un’intervista.
Palazzo Chigi non commenta ufficialmente le parole del leader della Cgil: le dichiarazioni del numero uno di Corso d’Italia non vengono interpretate come un ‘monito’ a Mario Draghi. Piuttosto viene sottolineato il fatto che i sindacati sono stati molto collaborativi nella complicata gestione della pandemia e la collaborazione con il governo c’è stata e continuerà a esserci. L’esecutivo assicura comunque di essere pronto ad ascoltare le parti sull’applicazione dei protocolli.
Favorevole al Green pass, invece, Silvio Berlusconi che, “da imprenditore” dice sì. Per Iv “Landini si è confuso, ha detto che non è accettabile sanzionare i lavoratori senza green pass ma voleva dire che non è accettabile andare al lavoro senza essersi vaccinati mettendo a rischio la propria salute, quella degli altri e rischiando focolai e chiusura delle aziende”, commenta il capogruppo renziano in Senato, Davide Faraone. Ancor più netta Teresa Bellanova: “L’obbligo del green pass sui luoghi di lavoro equivale a questo: sicurezza e tutela per tutti. Punto”.
Leu, che difende l’obbligo nelle scuole, invita alla cautela sull’ipotesi di estendere l’obbligo nei luoghi di lavoro: “Una misura fondamentale per incentivare la vaccinazione, che va difesa. Quanto al renderla obbligatoria sui luoghi di lavoro se ne può ragionare, ma solo se sapremo impedire che diventi uno strumento ulteriore nelle mani di chi cerca solo scuse per licenziare più facilmente”, sottolinea Francesco Laforgia.
Anche i dem sostengono l’obbligo della certificazione verde nelle scuole, ma “la questione posta da Landini ha un suo fondamento, è necessario tornare ad un tavolo con le parti sociali ed eventualmente capire se c’è bisogno di un intervento normativo qualora si vada verso un green pass generalizzato”, osserva il vicesegretario Giuseppe Provenzano.
“Il decreto va assolutamente migliorato e la Lega è già al lavoro in tal senso, soprattutto per la parte che riguarda la scuola”, scandisce il sottosegretario leghista all’Istruzione Sasso, secondo il quale “al netto delle percentuali dei lavoratori che si sono vaccinati e che entro la fine di agosto saranno certamente superiori al 90%, occorre una riflessione politica sul carattere impositivo della norma”. In commissione, sul primo decreto green pass la Lega ha presentato 900 emendamenti su 1.300 totali.
Pur condividendo l’obbligo della certificazione verde, nel Movimento 5 stelle si registrano anche posizioni critiche: “Ritengo che le sanzioni pecuniarie contro i dirigenti scolastici e il personale scolastico siano un accanimento“, spiega Barbara Floridia, sottosegretario al ministero dell’Istruzione. Nettamente contraria all’obbligo del green pass Giorgia Meloni che parla di “mazzata all’economia reale”.
Renzi contro il reddito di cittadinanza
Altro fronte aperto il reddito di cittadinanza. Nel salutare i giornalisti prima delle vacanze estive il premier Mario Draghi ha spiegato di condividere il concetto alla base della norma. Ma nella maggioranza è largo lo schieramento a favore di modifiche, anche sostanziali. Netta la linea di Italia viva: “Il sussidio va abolito”, ribadisce Matteo Renzi che ha annunciato un referendum contro la misura cavallo di battaglia dei 5 stelle e garantisce: “Io non mollo”.
Per Matteo Salvini, il cui partito ha votato la misura durante il primo governo Conte, “a fine estate, numeri alla mano, è chiaro che il reddito di cittadinanza dovrà essere ripensato e corretto“. E’ per una revisione della misura anche il Pd: servono innanzitutto “i controlli, che sono fondamentali e vanno resi il più possibile efficaci”, afferma la presidente della commissione Lavoro di Montecitorio Romina Mura. Detto questo, “la misura dev’essere modificata evitando che sia solo assistenzialistica”.
Per Forza Italia “serve più di una revisione”. Anche perchè, spiega Sestino Giacomoni, “al momento l’operazione si è rivelata solo un maquillage verbale dei vecchi strumenti di protezione sociale per i più deboli, con una platea allargata a tanti, troppi furbetti”. Tranchant la leader di FdI: “E’ un disastro, i dati sono imbarazzanti”, taglia corto Meloni. Il Comitato per la valutazione del reddito di cittadinanza dovrebbe fornire un report tra fine settembre e metà ottobre.
AGI