Principale Arte, Cultura & Società A Montescaglioso, per la tre giorni “Il paese dei libri”, presentazione di...

A Montescaglioso, per la tre giorni “Il paese dei libri”, presentazione di Chiaroscuro, di Ezia Di Monte

L’autrice ha dialogato con Maria Pia Latorre. Ecco uno stralcio dell’intervista. 

  1. Quando hai cominciato a scrivere poesie?

Fin da bambina amavo scrivere. Mi piaceva veder scorrere la penna sul foglio bianco e riempirlo di parole e soprattutto mi piaceva attraverso la scrittura entrare in un modo tutto mio in cui far rivivere luoghi e personaggi delle mie letture. A tal proposito ricordo ancora l’emozione di ritrovarmi tra le mani un nuovo libro.

Mi nutrivo di formaggini di una nota marca e con mia madre andavo in un deposito  di via Capruzzi, a Bari, per ritirare i libri – premio conquistati accumulando i punti. In questo modo sono riuscita a costruirmi una piccola biblioteca con i classici per ragazzi di cui ancora conservo alcune copie.

Quelle letture hanno nutrito la mia fantasia. A proposito di fantasia, ricordo che la mia prof. d’italiano delle scuole medie inferiori mi dette una lezione memorabile. Dopo avermi gratificato con tanti bei voti nei compiti in classe, un giorno mi scrisse sul foglio protocollo a caratteri cubitali Basta con la fantasia!,seguito da un bel punto esclamativo e da un voto appena sufficiente.

Provai una forte delusione, ma grazie a quella batosta imparai che scrivere non significa rifugiarsi in un mondo che non c’è, ma è anche guardare in faccia la realtà.

L’approccio con la poesia è invece arrivato molto più tardi  ed è nato dall’esigenza di racchiudere  pensieri ed emozioni in forma nuova e sintetica e dalla ricerca sempre più approfondita d’un uso personale delle parole.

  1. Quanto la tua idea di poesia e la tua stessa poesia sono influenzate dalla lettura dei grandi poeti di tutti i tempi?

Anche questa domanda mi riporta ai tempi della scuola. Ho incontrato alle superiori, dove a malapena si arrivava a sfiorare D’Annunzio, una prof. che mi piace ricordare, Candida Stella, donna di grande cultura e apertura mentale, che oltre ad avvicinarci ai classici, ci ha fatto scoprire grandi autori  di narrativa e poesia del ‘900 come Pavese, Pasolini, Sandro Penna e Leonardo Sinisgalli, senza trascurare  naturalmente l’influenza dei classici come Leopardi  e l’immenso Dante, la cui Commedia è fonte inesauribile di poesia e non solo e che ho imparato a rileggere con maggiore piacere, senza le costrizioni del programma scolastico.

  1. Quali sono gli autori a te più vicini?

Oltre a quelli già citati, tra i grandi poeti del ‘900, ammiro molto Eugenio Montale, prima di tutto per la sua capacità di raccontare la forza dei sentimenti che va oltre la morte. Mi riferisco alla sua raccolta di poesie dedicate alla moglie Drusilla Tanzi: “Ho sceso, dandoti il braccio almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino…” è una splendida poesia d’amore, come l’altrettanto bella è La casa dei Doganieri.

La visione della vita in Montale è pessimistica, ma egli, pur affermando l’incapacità dell’uomo a dare le grandi risposte della vita, lascia sempre un varco aperto alla speranza che una rivelazione ti metta in contatto con la realtà. La sua poesia rifugge dalle astrazioni e fa diventare gli oggetti e le situazioni reali, emblemi del suo sentire, dei suoi stati d’animo. Nel famoso Meriggiare pallido e assorto, oltre quel muro che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia egli intravede il mare, l’infinito che gli si rivela solo in parte attraverso le schegge lucenti di quella immensa distesa.  Nel suo approccio alla realtà io mi riconosco. Molti miei componimenti nascono da situazioni visive reali.

  1. Quanto la poesia contenuta nella tua opera prima, “Chiaroscuro”, è stata influenzata dalle tue esperienze di vita?

La vita attraversa la scrittura sia in prosa ma ancor di più in poesia. Già il titolo della mia silloge Chiaroscuro, racconta molto di me e della mia vita con momenti di gioia, di luce e momenti di buio che si alternano, un po’ come nella vita di tutti. Spiega anche il mio modo di essere: sono prevalentemente schiva, riflessiva, spesso ripiegata su me stessa e affezionata al mio angolo, inteso come spazio fisico in cui rifugiarmi per ritrovare nella quiete e nel silenzio momenti di vita interiore, per me imprescindibili.

La mia poesia risente sia dei legami affettivi che dell’esperienza vissuta nel mio lavoro di insegnante e del rapporto con i bambini, con la loro spontaneità e la loro voglia di crescere e di comprendere la realtà. Con loro ho condiviso lo sguardo curioso sul mondo, da loro ho imparato a guardarlo con la sincerità e il sentimento di stupore tipico dei bambini.

  1. Come ti poni, nell’odierno, nei confronti della comunità dei poeti?

Mi pongo con un duplice atteggiamento: curiosità e un certo distacco nei confronti delle avanguardie e delle sperimentazioni come per es. la poetry slam, probabilmente per la mia formazione più vicina ai classici e per la mia età anagrafica; ammirazione nei confronti soprattutto delle poetesse che negli ultimi anni stanno facendo emergere con forza la loro voce e la loro arte.

Nel corso dei secoli la poesia ci riporta i nomi di poche donne. A parte l’immensa Saffo e alcune poetesse rinascimentali, la donna , nei versi, è stata più oggetto, motore e fine. Ma dal secolo scorso le cose si sono ribaltate. Grandi poetesse come l’americana Silvya Plath e la polacca Wislawa Szimborska, hanno consegnato la loro vita, a volte anche drammatica, a versi eterni e al successo popolare.

La poesia non ha genere, questo è vero, tanto che oggi si definisce col termine poeta, anche una donna che scrive versi, ma la vibrazione che emerge dalle poesie delle autrici, ha un’identità che le rende riconoscibili e distinguibili dai versi degli autori. Amo la particolare  sensibilità dello sguardo sulla vita di alcune poetesse  come per es. Antonia Pozzi, ma anche l’arguzia e a volte l’elegante scelta delle parole di poetesse come la già citata Szimborska.

L’immagine femminile negli ultimi anni vive di contrasti stridenti e di bisogno di riscatto dall’avvilimento del  corpo reso a volte come icona di plastica, uguale per tutte ad ogni costo.

Ma la voce delle donna-poeta non si piega al ricatto di che vuole incasellarla e fornisce la sua risposta forte di libertà e di riscatto.

  1. Cos’è per te la poesia e cosa vedi nel tuo futuro?

Non c’è risposta a questa domanda. Si comincia a scrivere senza un perché. Si sente, però che c’è dentro qualcosa che preme e la parola si fa urgenza. Il mio scrivere versi è prima di tutto bisogno di ricerca dentro e fuori di me per affermare che esiste un senso della vita, anche quando questo senso sfugge o si nasconde  dentro e dietro le cose e egli eventi, anche quelli più dolorosi.

In questa ricerca, la ricerca stessa della parola che è non solo suono ma appunto respiro di senso,è fondamentale perché attraverso la parola la verità può superare i confini del mio vissuto ed esprimere il mio desiderio di penetrare in quel flusso universale che è la vita. Quando senti che la tua parola si concretizza in un messaggio,  allora la tua poesia si fa dono per chi l’ascolta o la legge, perché in essa si riconosce.  La poesia, come dice Maurizio Cucchi, chiede di spargersi e andare
lieve e piana nel mondo, che forse non lo sa, però la sta aspettando.

Con i miei versi non smetterò mai di cercare. Questo vedo nel mio futuro. Mi preme aggiungere che  per me la poesia deve essere in grado di esprimere un pensiero politico, un programma di vita e di futuro. Deve insomma contenere una visione, indicare una strada.

Quale occasione migliore per chi scrive versi, quella di intercettare i bisogni di questo nostro periodo storico così travagliato e magari indicare un cammino di crescita per cambiare in meglio questo nostro mondo? L’andamento rapsodico e lampeggiante della poesia con la sua parola che contagia, può arrivare in modo immediato e unico a dire verità o almeno a cercare di dirle.

Ecco questo è l’augurio che rivolgo al mio futuro e al futuro della poesia. 

Associandoci a questo augurio, ringraziamo l’autrice, Ezia Di Monte.

LASCIA UNA RISPOSTA

Inserisci il tuo commento, grazie!
Inserisci il tuo nome qui, grazie

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.