Principale Attualità & Cronaca È morto Gino Strada, fondatore di Emergency

È morto Gino Strada, fondatore di Emergency

È morto oggi il fondatore di Emergency Gino Strada. Aveva 73 anni. La notizia del decesso è stata confermata da Emergency e dalla figlia, Cecilia. Al momento del decesso si trovava in Normandia. 

La figlia
Non posso rispondere ai vostri tanti messaggi che vedo arrivare, perché sono in mezzo al mare e abbiamo appena fatto un salvataggio. Non ero con lui, ma di tutti i posti dove avrei potuto essere…beh, ero qui con la ResQ – People saving people a salvare vite. È quello che mi hanno insegnato mio padre e mia madre”. Questo il suo messaggio su Facebook. “Vi abbraccio tutti, forte, vi sono vicina, e ci sentiamo quando possiamo”, conclude.

“Siamo sconvolti, è un fulmine a ciel sereno. Problemi di cuore? Non aveva nulla di così grave da far pensare a quello che è successo”. Lo dice all’AGI Rossella Miccio, presidente di Emergency.

Era in Normandia per una vacanza di qualche giorno. La notizia ci ha colti di sorpresa, siamo assolutamente sconvolti. È un momento troppo doloroso per poter dire altro”. Miccio riferisce di avere parlato l’altro ieri per l’ultima volta con Strada. “Era tranquillissimo, abbiamo discusso di Afghanistan”.

La vita

Ha girato il mondo, assistito le vittime dei conflitti e aperto ospedali dove nessuno ha avuto il coraggio di andare. Gino Strada, nasce a Sesto San Giovanni, comune in provincia di Milano,e  cresce in un ambiente cattolico sensibile alla realtà sociale.

Strada aderisce poi alla corrente comunista universitaria. Dopo aver terminato gli studi superiori presso il liceo classico Carducci, si laurea in Medicina e Chirurgia all’Università Statale di Milano nel 1978, all’età di 30 anni, e si specializza in chirurgia d’urgenza.

Dopo gli studi, inizia a viaggiare: Stati Uniti, Inghilterra, Sudafrica. Ma la sua vocazione lo porta in territori più difficili, a lavorare con la Croce Rossa (1988) all’assistenza dei feriti di guerra.

L’impegno

Nel periodo 1989-1994 lavora con il Comitato internazionale della Croce Rossa in varie zone di conflitto: Pakistan, Etiopia, Perù, Afghanistan, Somalia e Bosnia ed Erzegovina. Proprio questa esperienza sul campo lo portato – assieme ad un gruppo di colleghi e a sua moglie, Teresa Sarti, scomparsa nel 2009 – a fondare  Emergency, la onlus per la riabilitazione delle vittime della guerra e delle mine antiuomo che, dalla sua fondazione nel 1994, fornirà assistenza gratuita a milioni di pazienti in 18 Paesi del mondo tra cui Iraq, Afghanistan, Cambogia, Serbia, Eritrea, Sierra Leone, Sudan, Algeria, Angola, Palestina, Nicaragua e Sri Lanka. Emergency diventa Onlus nel 1998, e l’anno successivo, nel 1999, acquisisce lo status di Organizzazione non governativa, Ong.

Nel 2006 viene riconosciuta partner delle Nazioni Unite – Dipartimento della Pubblica Informazione. Dal 2015 fa parte del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite (Ecosoc) come associazione in Special Consultative Status, mentre dal 2018 diventa partner ufficiale dell’European Union Civil Protection and Humanitarian Aid.

Gino Strada, attualmente, ricopriva il ruolo di direttore esecutivo della onlus. Sulla sua pagina Twitter, con 43 mila follower, Strada non scriveva da tempo. Si presentava come “chirurgo di guerra, fondatore di Emergency, vincitore del Right Livelihood Award 2015 (il premio Nobel alternativo)” e chiudeva con la frase che sintetizza il suo credo: “La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire”, di Albert Einstein.

 A novembre 2020 il nome di Strada era stato fatto come possibile responsabile dell’emergenza Covid in Calabria, ipotesi confermata pubblicamente dall’allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Strada aveva però replicato in un post sui social di non aver mai ricevuto una proposta formale.

“Una settimana fa ho ricevuto la richiesta da parte del governo di impegnarmi in prima persona per l’emergenza sanitaria in Calabria – aveva scritto Strada in un post su Facebook -. Ho chiesto alcuni chiarimenti sul mandato e sulle modalità di lavoro, ponendo una condizione fondamentale: non sono disponibile a fare il candidato di facciata né a rappresentare una parte politica, ma metterei a disposizione la mia esperienza solo se ci fossero la volontà e le premesse per un reale cambiamento”.

“Ho sentito qualche commentatore dire che – dopo tanti giorni – dovrei ‘decidere se accettare o meno l’incarico’. Non sono in questa condizione perché dopo quei primi colloqui non mi è stata fatta alcuna proposta formale”, aggiungeva.

Il medico e l’emergenza 

“Sia chiaro, non ho nulla da recriminare nei confronti del governo che ha ovviamente facoltà di scegliere il candidato che ritiene più adatto a questo incarico. Non voglio però neanche alimentare l’equivoco di una mia indecisione: da medico, ritengo che in un momento di grave emergenza sanitaria per il nostro Paese, tutti debbano dare una mano e con questo spirito avevo messo a disposizione il lavoro mio e di Emergency che già opera da 15 anni in molte regioni italiane, Calabria inclusa”. 

 “Nel frastuono delle tante voci di questi giorni – aveva concluso – ho avuto anche l’occasione di sentire la fiducia e la voglia di fare di tanti cittadini, calabresi e non, infermieri e medici e rappresentanti delle istituzioni, che ringrazio per il sostegno e per l’apprezzamento che hanno dimostrato per il lavoro mio e di Emergency”.

La storia di Emergency

Garantire cure mediche e chirurgiche gratuite e di alta qualità alle vittime della guerra, delle mine antiuomo e della povertà. È l’idea base intorno a cui il 15 maggio 1994 nasce Emergency, l’associazione umanitaria fondata da Gino Strada e dalla moglie Teresa Sarti con Carlo Garbagnati e Giulio Cristoffanini, un gruppo di amici cementato da un periodo di volontariato svolto con la Croce Rossa. Quattro anni dopo sarebbe arrivato il riconoscimento di onlus, l’anno dopo ancora quello di Ong.

In tutto questo lungo periodo – segnato anche da una intensa attività di promozione dei valori di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani – Emergency ha lavorato in 18 Paesi curando 11 milioni di persone in Iraq, Afghanistan, Cambogia, Serbia, Eritrea, Sierra Leone, Sudan, Algeria, Angola, Palestina, Nicaragua, Sri Lanka: secondo i dati della stessa organizzazione, oltre il 90% dei feriti nei vari conflitti sparsi per il mondo è un civile.

Attualmente è presente in Afghanistan, Iraq, Italia, Uganda, Sudan, Eritrea, Sierra Leoneoffrendo cure gratuite nelle strutture allestite come ospedali, posti di primo soccorso, centri sanitari, centri pediatrici, centri per la riabilitazione, centri di maternità, centri di eccellenza e ambulatori mobili.

La cura per l’umanità 

In Afghanistan, in particolare, Emergency è presente sin dal 1999 ed ha curato più di 7 milioni di persone: anche nei giorni della drammatica controffensiva talebana, con le città che cadono una dopo l’altra, scriveva Strada proprio sulla ‘Stampa’ di oggi, “gli ospedali e lo staff di Emergency – pieni di feriti – continuano a lavorare in mezzo ai combattimenti, correndo anche dei rischi per la propria incolumità”.

In Iraq

In Iraq l’Ong ha curato oltre un milione di persone sin dal 1995. L’intervento si è concentrato soprattutto nel nord del Paese, una zona piena di mine anti-uomo al confine con l’Iran e la Turchia.

Emergency si è anche impegnata nella creazione e sviluppo di una rete sanitaria di eccellenza in Africa. A questo scopo è stata creata nel 2009 l’ African Network of Medical Excellence, con il fine di offrire gratuitamente prestazioni sanitarie di qualità nei Paesi più poveri.

Con l’emergenza Covid-19 Emergency ha messo a disposizione delle autorità sanitarie le competenze maturate nel corso dell’epidemia di Ebola che ha colpito la Sierra Leone nel 2014 e 2015. L’attuale presidente è Rossella Miccio, chiamata a ricoprire la carica nel luglio del 2017.

Redazione Corriere di Puglia e Lucania 

Corriere Nazionale

Progetto Radici 

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