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Poesia. ‘Pane e…Quotidiano’

Quotidiano

 L’appuntamento è ogni mercoledì.

Augurandovi buona estate vi invitiamo a continuare a respirare poesia!

Maria Pia Latorre    –      Ezia Di Monte

La Redazione

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Il 24 agosto 1899 nasce a Buenos Aires, Jorge Luis Borges. I principali eventi biografici di Borges sono legati alla famiglia e si identificano con i destini dei suoi antenati.

Da una genealogia di studiosi e militari Borges eredita l’amore totale per la letteratura e il rimpianto per la sua mancata carriera nell’esercito. Dal 1914 al 1921 segue i suoi genitori in Europa. Frequenta gli studi a Ginevra e in Spagna, dove viene a contatto con l’avanguardia letteraria e scrive le prime poesie.

Nel 1923 viene pubblicato il suo primo libro di poesia, “Fervor de Buenos Aires”, seguito a distanza di due anni dal secondo libro di versi, “Luna de Enfrente”. E’ nel 1925 che Borges incontra Victoria Ocampo, la musa che riuscirà a sposare quarant’anni dopo.

Con lei stabilisce un’intesa intellettuale destinata a entrare nella mitologia della letteratura argentina. L’attività pubblicistica di Borges è infaticabile. I versi di “Cuaderno San Martìn” escono nel 1929, mentre un anno dopo viene pubblicato l'”Evaristo Carriego”, che entusiasma la critica argentina.

Ma una spada di Damocle incombe sul povero scrittore argentino: la cecità. Borges, che non ha mai goduto di una buona vista, diverrà totalmente cieco a partire dalla fine degli anni ’50, non prima di aver visitato la sala operatoria per ben nove volte.

Ma questa orrenda malattia viene da lui sorprendentemente utilizzata in senso creativo, la sua potenza visionaria riesce a sfruttare il terribile male, volgendolo in metafora e in materia letteraria.

Il culmine di questo processo di “sublimazione” si ha fra il 1933 e il 1934, quando sul piano letterario Borges dà vita a trame che utilizzano la storia come menzogna, come falso, plagio e parodia universale. Virtuosista di razza, conferma la sua fama scendendo sul piano della saggistica pura, con le sue celebri “Altre inquisizioni” (1952). Nel 1955 Jorge Luis Borges viene nominato direttore della Biblioteca Nazionale, ciò che aveva sempre sognato di fare. Con spirito eminentemente borgesiano, lo scrittore commenta così la nomina: “E’ una sublime ironia divina ad avermi dotato di ottocentomila libri e, al tempo stesso, delle tenebre“.

Il sogno

Se il sonno fosse (c’è chi dice) una
tregua, un puro riposo della mente,
perché, se ti si desta bruscamente,
senti che t’han rubato una fortuna?
Perché è triste levarsi presto? L’ora
ci deruba d’un dono inconcepibile,
intimo al punto da esser traducibile
solo in sopore, che la veglia dora
di sogni, forse pallidi riflessi
interrotti dei tesori dell’ombra,
d’un mondo senza tempo, senza nome,
che il giorno deforma nei suoi specchi.
Chi sarai questa notte nell’oscuro
sonno, dall’altra parte del tuo muro?

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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