Principale Politica “Taranto Isolaverde” torna in presidio

“Taranto Isolaverde” torna in presidio

Terminata la pausa ferragostana, sono tornati in presidio, organizzato dai Cobas del Lavoro Privato di Taranto all’esterno della prefettura di Taranto, gli ex lavoratori della società partecipata ‘Taranto Isolaverde‘. Obiettivo dell’iniziativa, che sarà ripetuta mercoledì prossimo 1 settembre, quello di fare pressioni sulle istituzioni affinché i 130 lavoratori in questione non restino senza reddito per i prossimi mesi. Ricordiamo infatti che per diversi di loro la Naspi terminerà ad agosto, mentre per gli altri ci sono altri due mesi di copertura.

Durante la riunione del Cis dello scorso 14 luglio, il Comune di Taranto ha presentato un nuovo progetto di durata biennale, denominato “Recupero delle aree a verde e dei relitti stradali” del valore di 6 milioni di euro. Il progetto prevede la rivalorizzazione delle aree verdi esistenti sull’intero territorio comunale, attraverso la raccolta di materiale antropico, la manutenzione ordinaria e straordinaria, e il ripristino e la realizzazione di aree a verde attrezzato.

Il finanziamento arriverà dalla Regione Puglia attraverso le risorse FSC (Fondo Sviluppo e Coesione) che saranno anticipate dal ministero per il Sud: pertanto si è chiesto al Tavolo Istituzionale di inserire il progetto all’interno del Cis.

Saranno impiegati i 130 lavoratori che dovrebbero ‘traslocare’ da Infrataras (oggi Kyma Servizi) a Kyma Ambiente(l’ex Amiu) società partecipate del comune inserire all’interno della neonata holding Kyma (che ingloba anche Kyma Trasporti ovvero l’ex Amat). Se il tutto dovesse andare in porto, molti di questi lavoratori potranno finalmente tirare unsospiro di sollievo in quanto con altri due anni di lavoro raggiungero l’agognata pensione.

Lo scorso 28 luglio, durante la VI Commissione regionale (Politiche Comunitarie, Lavoro e Formazione Professionale, Istruzione, Cultura, Cooperazione, Emigrazione, Immigrazionepresieduta da Francesco La Notte, si è affrontato proprio il tema sulla vertenza che vede interessati i lavoratori del progetto “Verde Amico“.

In rappresentanza della task force regionale per l’occupazione intervenne Stefano Basile, il quale spiegò che sotto il profilo dell’impegno di spesa Regione e Ministero dell’ambiente finanzieranno la riattivazione del progetto “Verde Amico”, come si è appresto durante l’ultima riuione del Cis Taranto.

Ma allo stato non è possibile avere alcuna certezza in termini di tempistica, considerato che dal momento in cui sarà deliberato l’impegno di spesa ci vorranno dai 40 ai 90 giorni per dare piena esecutività al riassorbimento dei lavoratori. E’ necessario anche rifare il processo di selezione in modo da consentire a tutti gli aventi diritto a fare parte del progetto, in considerazione del fatto che leultime selezioni risalgono agli anni 2017 e 2018, le cui graduatorie non solo più valide. Nell’ambito dell’attività di istruttoria però si è già ad un buon punto per le procedure selettive e non ci saranno problemi di riassunzione per i lavoratori.

Ed è proprio sui tempi tecnici che verte la questione. Oltre a chiedere alla Regione di accelerare le pratiche per l’impegno di spesa, già a luglio è stata avanzata la proposta da parte dei sindacati, di poter intervenire con un percorso autonomo di formazione e di procedere ad una soluzione integrata con l’assessore al lavoro e formazione Sebastiano Leo ed il responsabile dell’Autorità di gestione dei fondi Pasquale Orlando, per capire i tempi tecnici per la deliberazione.

Il Comune di Taranto ha mandato una lettera al RUC del Cis Taranto, chiedendo se possano essere anticipate le risorse del CIS in attesa dell’impegno di spesa da parte della Regione i cui tempi amministrativi sono appunto abbastanza lunghi. Sembra che prima di ottobre difficilmente la situazione si sbloccherà. Per questo si è pensato di proporre, come soluzione tampone, quella di far partire nel frattempo la formazione per i prossimi 4-5 mesi, in modo tale che i lavoratori da un lato non rimangano senza stipendio e dall’altro anticiperebbe i tempi sulla preparazione dei tempi per il nuovo progetto.

I Cobas quindi chiedono la massima celerità da parte della Regione per un intervento immediato affinchè i fondi messi a disposizione possano essere utilizzati quanto prima possibile. Insistendo sulla necessità di bruciare i tempi, perchè il livello di sofferenza è già molto alto e l’incertezza sulla tempistica risulta quanto mai insostenibile.

Redazione Corriere di Puglia e Lucania 

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