Principale Arte, Cultura & Società Per non dimenticare

Per non dimenticare

Mi chiede un mio Lettore:

Secondo lei, è corretto dire ad un individuo, in modo imperativo “PER NON DIMENTICARE”, imponendogli, forzatamente, la condivisione di un racconto riferito ad un episodio che, probabilmente, non avrà neppure vissuto?

Magari accaduto quando ancora non era nato?

VINCENZO SANTORO (Taranto)

PER NON DIMENTICARE

Da 14 anni, sono il Presidente della Associazione Alzheimer di Brindisi.

Una piccola, piccolissima Associazione. Mi è capitato numerose volte di parlare di questo argomento, a proposito di suggestioni soggettive e di massa, con Psicologi e Neurologi a noi associati a vario titolo.Secondo la mia personalissima Opinione, frutto di una esperienza ventennale, senza citare necessariamente concetti medico-scientifici a me assolutamente estranei, ritengo di poter supporre che possa capitare che, qualcuno, avendo come finalità il coinvolgimento di una o più persone, metta in atto, con continuità quasi ossessiva, un meccanismo psicologico, in modo tale che si determini nella mente di chi eventualmente lo ascolti, lo svolgimento di una funzione psicologica e psichica, atta a riprodurre, artatamente, gli accadimenti che non ha mai vissuto (immagini, sensazioni o nozioni).

Tutto ciò, affinché riconosca quegli accadimenti come tali, tanto da memorizzarli bio-chimicamente, nell’area del proprio cervello, laddove risiede la zona spazio-tempo.Succede molto spesso tra le coppie in disaccordo, quando uno dei due genitori, pur di accaparrarsi la solidarietà dei figli (ma anche tra le opposte famiglie di appartenenza) racconti loro episodi negativi del passato addebitandoli all’altro coniuge (magari accaduti quando i figli non erano ancora nati e/o episodi alterati nel loro contenuto) che poi i ragazzi faranno propri e che riterranno, in futuro, addirittura, di averli vissuti in prima persona e di esserne stati testimoni (ricordati figlio mio, cosa mi ha fatto passare tuo padre e/o viceversa, naturalmente).

Ma ognuno di noi, di voi, nel proprio intimo, dica sinceramente a se stesso, se sia mai possibile non dimenticare, come esperienza da ricordare, ciò che non si sia mai vissuto realmente in prima persona?

Le racconto un episodio di famiglia.

Il padre di mio padre, un pomeriggio del febbraio del 1943, mentre percorreva una strada del Centro di Brindisi, vide una bimba che giocava per terra con la sua bambola, seduta vicino al muro di un edificio lesionato dai recenti bombardamenti.

Quel muro, cominciò improvvisamente a vacillare.

Mio nonno, attratto anche dagli altri testimoni che gridavano, si gettò istintivamente per salvare quella bimba, proprio mentre il muro crollava e tutti e due, mio nonno e la bimba, morirono sotto le macerie.

A seguito di questo episodio, mio padre, ancora minorenne all’epoca dei fatti, fu riconosciuto dalle Istituzioni di allora, quale Orfano di Guerra.
I presenti a quella tragedia, rimasero inorriditi da quanto accaduto.

Mio padre, nel corso degli anni a venire, ha sempre raccontato a noi figli dell’atto eroico di suo padre.

Ed allora come potrei essere chiamato a non dimenticare quell’episodio, legato alla fine di mio nonno, se non l’ho mai vissuta?

Così come non potrei ricordare emotivamente l’orrore della sua morte.

Certo posso riportare, menzionare , dar notizia, rivelare come sia morto mio nonno, ai miei amici e ai miei conoscenti, ma non posso dimenticare quell’episodio in tutta la sua drammaticità, perché non l’ho mai vissuto!

Sono nato moltissimi anni dopo!

D’altronde, la Guerra, è una macellazione di corpi, di vite e di anime.
Un Aforisma di Lev Tolstoj recita:

“Se i Macelli avessero le pareti di vetro, saremmo tutti vegetariani”.

Una cosa è vivere in prima persona una tragedia e, quindi, ricordarla, un’altra cosa è che, quella tragedia, qualcun altro ce la racconti e che noi archiviamo nel nostro bagaglio delle conoscenze.

Ed allora, più correttamente, potremmo dire, per chi non era ancora nato ai tempi degli eventi storici, da Giulio Cesare ad oggi, e comunque per tutti quegli avvenimenti maturati anche nella sfera familiare, ma non vissuti in prima persona,
così:
Rievocare, commemorare, menzionare, solennizzare, eternare, criticare, mettere a conoscenza etc. etc…

Ma mai dire:…..“per non dimenticare”.

La lingua italiana, offre mille ed un vocabolo per dire la stessa cosa in maniera corretta.

Non fosse altro, per non restarne, positivamente e/o negativamente non importa, condizionati per il resto della nostra vita.

ROBERTO CHIAVARINI
Opinionista di Arte e Politica

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