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Polemiche di fine estate

Polemiche di fine estate – “Girano articoli che dovrei entrare in una casa piena di spazzatura, che neanche il più grosso camion dello spurgo riuscirebbe a pulire o scrostare.

È solo fake news… passiamo avanti” ha scritto Raz Degan. Alfonso Signorini su Chi ha controbattuto:

“Penso che la vera spazzatura sia volere parecchie centinaia di migliaia di euro per un solo mese di permanenza nella Casa del Grande Fratello, come ha chiesto poche settimane fa il ‘signor’ Degan a Mediaset.

Richiesta rispedita giustamente al mittente. A quanto pare tutti quei soldi avrebbero avuto il magico potere di ripulire tutta la casa…”.

Sembra infatti secondo il blog di Davide Maggio che Raz Degan avesse chiesto nientemeno che 500000 euro per la partecipazione al Grande Fratello vip.

La polemica in questo caso si commenta da sola. C’è la solita televisione che lucra e che regala popolarità e visibilità ai vari Raz Degan.

Inutile poi lamentarsene per le loro pretese.

Ma forse questo rientra nel gioco delle parti.

La società capitalistica sarà pure meritocratica, ma qui qualcuno mi dovrebbe spiegare i meriti di certi compensi astronomici per stare “reclusi” in una casa a fare ben poco, quasi nulla.

Qualcuno potrebbe obiettare dicendomi: “È l’audience, è lo show business, bellezza!”.

Personalmente ritengo che meriti e sacrifici non sempre siano riconosciuti e riconoscibili.

I miei dubbi e le mie perplessità restano tuttavia, se penso ai tanti senza lavoro o ai tanti che, pur avendo un lavoro, non riescono ad arrivare a fine mese, finendo i soldi spesso alla terza settimana. Con il Covid e la pandemia sono aumentate a dismisura le famiglie povere.

Ci sono sempre più persone che si fanno aiutare dalla Caritas.

Tommaso Montanari, professore universitario e critico d’arte ha scritto in un articolo su Il fatto quotidiano: “La legge del 2004 che istituisce la Giornata del Ricordo (delle Foibe) a ridosso e in evidente opposizione a quella della Memoria (della Shoah) rappresenta il più clamoroso successo di questa falsificazione storica”. Veniamo ad una polemica più seria.

Il rettore dell’Università per Stranieri di Siena, Tomaso Montanari ha fatto questa dichiarazione all’Adnkronos: “La destra italiana sta equivocando, ci sta marciando, sta inventando tutto. Per fortuna c’è un testo pubblicato.

Nessuno nega le foibe, ma è l’uso strumentale, politico che la destra neofascista fa delle foibe che contesto”.

E poi puntualizza: “La destra sta ingigantendo le foibe da un punto di vista storico, numerico e soprattutto cerca di equipararle alla Shoah, dopo aver ottenuto una Giornata del Ricordo messa in calendario.

La falsificazione storica è aver creato quella giornata in contrapposizione alla Giornata della Shoah. Questa è la falsificazione, l’equiparazione dei due tragici eventi”.

Polemica a mio avviso di pessimo gusto perché fino a pochi anni fa c’era uno zoccolo duro dell’estrema sinistra che negava le foibe, che sosteneva che le foibe fossero solo delle cavità carsiche.

Quando c’era la guerra fredda nessuno a sinistra osava dire male di Tito per due motivi: era comunista e poi l’equilibrio geopolitico era molto delicato (Tito era per il non allineamento, era una pedina troppo importante nella scacchiera internazionale).

C’erano alcuni politici che le negavano. C’erano alcuni ragazzi dei centri sociali che non lasciavano parlare i familiari degli infoibati nelle conferenze.

Questo tipo di polemiche a mio avviso ricreano un clima di contrapposizione ideologica che non fa del bene e non giova a nessuno.

Guardiamo di commemorare quei morti e di non farli diventare morti di serie b. Nessuno nega il contesto in cui maturarono quegli eccidi.

I fascisti si comportarono in modo criminale nell’ex Jugoslavia, ma con questo non si può neppure giustificare le foibe in nessun modo.

Ricordiamoci quando si fanno certe polemiche che gli antifascisti militanti di Genova hanno diffuso adesivi con la scritta “no foibe, no party”.

Sicuramente la mamma dei cretini è sempre incinta, ma bisogna stare attenti da entrambe le parti a non fare polemiche fini a sé stesse perché esiste ancora qualche rimasuglio ideologico e c’è ancora del fuoco sotto la cenere.

È giusto ricordare a Montanari che mentre lui discute sul contesto, sulla strumentalizzazione, sul numero dei morti non sono passati secoli da quelle tragedie e sono viventi ancora diversi familiari ed eredi degli infoibati.

Bisognerebbe ricordarselo anche quando si fanno alte speculazioni intellettuali e storiche. Sicuramente per valutare con obiettività certi fatti storici, certe pagine della storia ci vorrà più di un secolo.

Infine un’altra polemica sterile.

 Il sottosegretario all’Economia Claudio Durigon ha dichiarato che il nome del parco cittadino di Latina, dedicato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, dovrebbe essere intitolato come un tempo ad Arnaldo Mussolini, fratello di Benito.

Poi si è dimesso. Anche qui va detto che è l’ora di farla finita con la retorica che anche il fascismo ha fatto cose buone, che quando c’era Mussolini non rubavano in casa, i mafiosi se ne stavano buoni, i treni arrivavano in orario.

 In questo caso Durigon ha ricordato nel suo intervento della bonifica dell’Agro Pontino e della fondazione della città di Latina.

Inutile dire che Mussolini ispirò il nazismo, che si alleò con Hitler, che fu favorevole alle leggi razziali, che arringò la folla dicendo “armiamoci e partite”, che mandò nei lager molti ebrei e al confino molti antifascisti, che fece uccidere Gobetti, Matteotti, i fratelli Rosselli, che portò alla guerra e alla povertà il popolo italiano.

Nessuna nostalgia quindi. Ma penso proprio che Durigon si sia fatto trascinare da alcuni nostalgici fascisti presenti in quel territorio.

Però poi Durigon ha riconosciuto l’errore commesso e si è dimesso.

Queste sono state le polemiche a mio avviso di bassa lega di fine estate, mentre i talebani dominavano il popolo afghano e l’Isis faceva attentati all’aeroporto di Kabul.

 Dovremmo pensare alle cose importanti. Ci dovrebbe essere una priorità. Che senso hanno queste polemiche, mentre si prospetta una nuova guerra, scaturita dal porre fine alle “guerre infinite”, concetto tanto caro a Biden?

Ma è una realtà lontana. Qui in Italia si discuteva sul Green pass e c’erano divisioni nette tra vaccinati e non vaccinati (che fosse il solito divide et impera?). È stata una estate calda, a tratti torrida.

 Non ci siamo fatti mancare niente: incendi, femminicidi, morti sul lavoro e rave party. Abbiamo assistito all’esodo e al controesodo.

I giorni passavano lentamente mentre li vivevamo, presi come eravamo dall’afa, ma se ci si voltava indietro a ricordare pensavamo che il tempo volava.

Quasi ogni partito politico senza fare qualunquismo aveva le sue gatte da pelare. Nel frattempo era iniziato il campionato di calcio e Cristiano Ronaldo insoddisfatto se ne andava al Manchester United.

 Le teste degli italiani erano dei grandi frullatori di notizie, alcune importanti ed altre delle quisquilie.

Noi non facevamo altro che barcamenarci tra cose fondamentali e cose futili. Tra qualche mese ci saremmo scordati anche di queste polemiche.

Davide Morelli

Redazione Corriere Nazionale

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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