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Tutto sulla carne stampata in 3D e definita “carne pulita”

La carne stampata è già in realtà in alcuni Paesi: ecco di che cosa si tratta 

Fonte: 123rf

Se negli ultimi tempi vi è capitato di sentir parlare di “carne pulita” è arrivato il momento di approfondire la questione. Si tratta di carne che non proviene da animali macellati, condizione questa che potrebbe mettere finalmente d’accordo gli amanti della carne e i vegetariani.

Come riporta Fanpage.it questa alternativa sostenibile alla carne tradizionale viene creata da cellule animali coltivate in laboratorio: le fibre alimentari si ottengono a partire da cellule staminali del grasso e del muscolo di un animale. Queste cellule vengono cresciute in un mezzo di coltura che le aiuta a moltiplicarsi e a fine processo utilizzate da una stampante 3D che le stratifica, dando loro l’aspetto della normale carne.

Non stiamo parlando di un futuro chissà quanto lontano: in alcuni Paesi ciò è già realtà. Gli abitanti di Singapore possono ordinare molti cibi con pollo creato in laboratorio e riceverli direttamente a casa, ad esempio. 

Il successo di questi prodotti dipenderà dalle scelte dei consumatori, come sempre. Nel 2018, quando la tecnologia di coltura della carne era molto meno sviluppata, il 29% delle persone del Regno Unito e degli Stati Uniti dichiarava che avrebbe mangiato la carne coltivata, e il 60% dei vegani che si era detto disposto a provarla. Nel 2020, però, una ricerca condotta in Australia dall’Università di Sydney e della Curtin University ha scoperto che, malgrado la crescente preoccupazione per l’ambiente e il benessere degli animali, il 72% della cosiddetta Generazione Z (ovvero coloro che hanno tra i 18 e i 25 anni) non è ancora pronta ad accettare la carne coltivata.

L’autrice principale della ricerca, la dottoressa Diana Bogueva della School of Chemical and Biomolecular Engineering dell’Università di Sydney, ha spiegato: “La carne ottenuta in vitro e altre alternative sono importanti in quanto possono aiutare a ridurre le emissioni di gas serra e migliorare le condizioni di allevamento degli animali. Tuttavia, se la carne coltivata vorrà sostituire le proteine ​​di origine animale, dovrà attrarre emotivamente e intellettualmente i consumatori della Generazione Z”.

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