Principale Ambiente & Salute Agroalimentare & Enogastronomia Ue, via libera all’Igp “Olio di Roma”

Ue, via libera all’Igp “Olio di Roma”

Approvato il riconoscimento comunitario che sancisce l'origine protetta dell’oro verde degli antichi romani a livello mondiale. Esulta Coldiretti

La Commissione Europea ha recentemente dato il via libera all’inserimento dell'”Olio di Roma” nell’elenco comunitario delle Indicazioni Geografiche Protette (IGP). La denominazione, a quanto si apprende, riguarderà 316 comuni del Lazio: 107 nel territorio della Città Metropolitana di Roma Capitale, 27 in provincia di Latina, 35 in provincia di Rieti, 60 in provincia di Viterbo e 87 in provincia di Frosinone, con una produzione annua totale di circa 75.000 tonnellate di olive e 10.550 tonnellate di olio che genera un indotto economico complessivo di quasi 52 milioni di euro.

L’approvazione di questa Igp è stata quindi accolta come un importante encomio per il patrimonio agricolo italiano, un forziere che vanta ben 250 milioni di piante – da nord a sud della Penisola – e circa 400 mila aziende agricole specializzate, la cui produzione ha raggiunto i 255 milioni di chili nell’anno dell’emergenza Co.Vi.D./19.

“Olio di Roma”, vince Coldiretti

“Un riconoscimento che abbiamo fortemente voluto, un pregio che va ad associare un nome evocativo come quello di Roma – rappresentante di un autentico patrimonio in termini di notorietà e di big data – a un prodotto di grande qualità, che ha tutte le carte in regole per diventare l’ambasciatore del nostro territorio nel mondo”, ha affermato il vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri.

“Il via libera alla prima denominazione “Olio di Roma” rafforza il primato mondiale del “Made in Italy” nella produzione di extravergine di qualità, grazie al maggior numero di attribuzioni riconosciute in Europa (43 Dop e 4 Igp) e il più vasto tesoro di biodiversità al mondo. L’Italia, infatti, può contare su 533 varietà di olive contro le appena 70 degli spagnoli, che però hanno una produzione di massa quasi sei volte superiore. Solo nel Lazio troviamo 4 Dop riconosciute, ovvero l’olio extravergine d’oliva “Canino”, “Sabina”, “Tuscia” e “Colline Pontine”, ha sottolineato la Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti.

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Ma il settore chiede aiuto

Tuttavia, nonostante il prestigio di queste denominazioni e la rilevanza del settore dell’olio extravergine di oliva, in Italia – sempre secondo la Coldiretti – ci sarebbero ancora molte sfide da affrontare. Pare che la produzione del 2020 sia stata, infatti, influenzata negativamente dalla pandemia di Co.Vi.D./19, registrando una diminuzione del 14,5% con un calo particolarmente significativo nelle regioni del Sud Italia, dalle quali dipende gran parte della produzione nazionale. “In particolare, i volumi – riporta l’Associazione – hanno subìto un drastico ridimensionamento in Puglia (-31,7%), Campania (-22,6%) e Calabria (-21,6%), solo in parte compensato dalla ripresa in alcune regioni del Centro (Toscana +28,6%, Umbria +14,7%, Marche +3,6%) e del Nord (Emilia-Romagna +20%, Veneto +19%, Liguria +3,8%)”. E questo avrebbe evidenziato la necessità di sostenere il settore con strategie di potenziamento produttivo, magari all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza varato dal governo Draghi.

“La ricetta dell’enogastronomia, turismo e cultura è vincente e il nostro è uno scenario produttivo – ha evidenziato ancora la Coldiretti – nel quale 9 famiglie su 10 in Italia consumano extravergine d’oliva tutti i giorni, con una crescente attenzione verso il prodotto di qualità. Questo ha favorito la nascita di corsi e iniziative – tra cui, ad esempio, la fondazione della prima “Scuola nazionale dell’olio extravergine d’oliva Evoo School Italia”, promossa da Unaprol, Coldiretti e Campagna Amica – e consacrato l’Italia come primo consumatore mondiale di olio, con una media negli ultimi 5 anni di 504 milioni di chili, seguita dalla Spagna con 483 milioni di chili e dagli Stati Uniti con ben 320 milioni di chili”, si legge dall’Associazione.

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Parola e scelta al consumatore

Nonostante le sfide, la tendenza italiana a consumare olio extravergine di oliva – sull’onda del successo della Dieta Mediterranea proclamata patrimonio culturale dell’umanità dall’Unesco – è in crescita, con un aumento del 9,5%, secondo l’Osservatorio Immagino. Più di 8 italiani su 10 (82%) pare che cerchino sugli scaffali prodotti “Made in Italy“, sia per sostenere l’economia e il lavoro del territorio sia perché sempre più attenti alla qualità dei prodotti alimentari. Trend confermato anche a livello mondiale, visto che numerosi studi scientifici hanno provato gli effetti positivi sulla salute associati al consumo di olio di oliva e che, pertanto, la domanda globale di quel segmento di popolazione che nel mondo è attento alla qualità della propria alimentazione si è impennata.

La Coldiretti, però, consiglia di prestare attenzione ai prezzi troppo bassi, di leggere attentamente le etichette, di acquistare extravergini con denominazione di origine Dop e Igp – che garantiscono un olio ottenuto al 100% da olive italiane – o di rivolgersi direttamente ai produttori olivicoli e ai frantoi di Campagna Amica, dove è anche possibile assaggiare l’Evo prima di comprarlo, in modo da testarne le caratteristiche positive. “Si tratta di un progetto inclusivo – ha affermato Granieri – e di un atto di democrazia economica, che offre una grande opportunità a tutti i territori, sia a quelli che hanno lavorato sulle Dop esistenti, sia a quelli che non hanno avuto la possibilità di farlo”.

In conclusione, l’inserimento dell'”Olio di Roma” nell’elenco comunitario delle Igp rappresenta un importantissimo passo in avanti per il settore dell’extravergine di oliva italiano, un successo che sottolinea sia l’importanza di promuovere e valorizzare la produzione di qualità, sia quella di educare i consumatori a fare scelte consapevoli quando si tratta di acquistare “oro verde” per le nostre tavole.

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Fonte: Coldiretti.it

Antonio Quarta

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

Il Corriere Nazionale

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