Nel 2019 solo il 61,3% dei rifiuti urbani è stato soggetto a raccolta differenziata, circa la metà delle province italiane (54 su 107), quindi, non raggiunge il target del 65%, l’obiettivo che l’Italia avrebbe dovuto raggiungere entro il 2012.
Nel 2019 solo il 61,3% dei rifiuti urbani è stato soggetto a raccolta differenziata, circa la metà delle province italiane (54 su 107), quindi, non raggiunge il target del 65%, l’obiettivo che l’Italia avrebbe dovuto raggiungere entro il 2012. È il dato che emerge dal rapporto dell’Istat con l’aggiornamento annuale del sistema di indicatori del Benessere equo e sostenibile dei territori.
Il rapporto dell’Istat evidenzia che nel 2019 la produzione di rifiuti urbani in Italia si attesta intorno ai 30,1 milioni di tonnellate, pari a 503,6 chilogrammi per abitante.
Tra le province più virtuose nella raccolta differenziata ci sono quelle del Nord-est e della Lombardia, mentre quelle nel Mezzogiorno sono il fanalino di coda. A Treviso, Mantova, Belluno, Pordenone e Reggio nell’Emilia si raggiungono valori superiori all’80% mentre a Palermo si registra la quota più bassa, il 29%.
Tra le eccezioni positive, nel contesto di un Mezzogiorno in ritardo, spiccano le province della Sardegna, tutte con più del 69% di raccolta differenziata (Oristano 78,1%) e alcune province del Sud, come Chieti (72,5%) e Benevento (71,9%). Significativi anche i risultati di alcuni territori del Centro, in particolare in tutte le province delle Marche i valori superano il 66%. All’opposto, nel Nord sono diverse le province piemontesi e liguri a registrare quote inferiori al 65%, insieme alle lombarde Pavia (54,8%) e Sondrio (56,2%).
AGI