“Fringuella” di Michele Tursi – Recensione
di Evelyn Zappimbulso
Un vortice di ricordi riempie le pagine del romanzo a sfondo storico e di formazione a più voci del giornalista Michele Tursi per “i narratori Altrimedia”. Il primo a due mani per l’autore, che sente il dovere affettivo, prima ancora che culturale, di fermare per sempre il tempo su avvenimenti che hanno segnato la storia del nostro Paese, passando indelebilmente per le strade della nostra città, infilandosi nella memoria di chi la guerra l’ha sentita sulla pelle. “Fino a quando, a tradimento, non irrompe l’imprevisto”. La guerra, appunto.
“La povertà o ti ammazza o ti rinforza, diceva zia Catarì, ma alla guerra non ci si abituava mai, da poveri e da ricchi”. E’ la nonna dell’autore a riportarci un pensiero, mamma di Fringuella, a sua volta mamma di Michele, che ripercorre così la storia dagli anni venti, filtrati a maglie larghe da episodi ancorati alla mente, passando per le ore 20.30 di mercoledì 11 novembre del ’40, “quando Taranto conobbe la guerra”. E così fino ai nostri giorni, fino a ieri, fino a “questo virus (che) è peggio di una guerra”.
Più sfondi di tempo, più voci narranti, più ricordi portati avanti tra risate di bimbi curiosi e mamme indaffarate tra fornelli e case sfollate per sempre. Un solo dialetto, una sola città divaricata in due dal ponte girevole aperto ad oltranza in balia degli eventi.
Un tono leggero, senza giudizio alcuno verso la storia il cui passato ci allena al dover semplicemente ricordare che noi, generazione di vite senza guerre “all’interno dei confini nazionali”, siamo fortunati senza saperlo. Una mamma forte, simpatica e generosa, inconsapevole della grande bellezza dell’essere sopravvissuta. Protagonista prima, non unica, di un romanzo che si fa leggere a pieno ritmo tra un passo allegro e una rievocazione amara.
Eppure c’era la curiosità di Vincenzo adolescente che, protetto da un’inferriata, spia affascinato il drappello di soldati armati sfilare davanti al cortile di casa; ci sono i racconti intrisi di superstizione della mamma che raccoglie tutti intorno al braciere durante il coprifuoco. C’è chi si innamora, chi muore e chi scappa. C’è la vita oltre la guerra. C’è chi, come Fringuella, arriva a noi con il dono del ricordo. E chi, come Michele Tursi, riceve in ascolto questo dono, prezioso non solo perché materno e si mette all’opera.
Perché dietro a date indelebili e nomi di città sfiancate, sotto le righe dei libri di storia non letti, ci sono anime che ancora ballano di dolore al suono della parola “guerra”.
Mercoledì 8 settembre, alle ore 19,00, presso il Nautilus sul lungomare di Taranto, l’autore Michele Tursi dialogherà con l’avvocato Mirella Casiello per la rassegna “Un libro in giardino” in collaborazione con Librerie Mandese
Redazione Corriere di Puglia e Lucania