Principale Attualità & Cronaca Per i giovani rifugiati col Covid peggiora l’accesso allo studio

Per i giovani rifugiati col Covid peggiora l’accesso allo studio

L’Unhcr, in 37 paesi gli studenti rifugiati hanno perso 142 giorni di scuola in media da marzo 2020 a marzo 2021. Impossibile la Dad.

La buona notizia è che per l’istruzione superiore il dato delle iscrizioni più recenti è al 5%, in crescita rispetto al 3% di un anno fa e all’1% di pochi anni fa. Quella peggiore, è che il Covid 19 ha creato ulteriori criticità nell’accesso dei giovani rifugiati allo studio. Lo rivela il rapporto 2021 su rifugiati e istruzione ‘Staying the Course: The Challenges Facing Refugee Education’ dell’Unhcr, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati.

I dati sono raccolti in 40 paesi, su una popolazione totale di 12.65 milioni rifugiati, con la semplice comparazione tra o’la popolazione con età scolare e quella effetivamente iscritta a scuola. L’impatto della pandemia sull’accesso a scuola dei rifugiati è stato “terribile”, si legge nel rapporto.

Le stime degli uffici Unhcr in 37 paesi indicano che gli studenti rifugiati hanno perso 142 giorni di scuola in media da marzo 2020 a marzo 2021 per la chiusura di scuole e università. E la didattica on line, che richiede comunque connessione, device e denaro per gli abbonamenti internet, soprattutto in alcune zone del mondo, è stata una condizione impossibile o difficoltosa per molti di loro, anche se, sottolinea il rapporto, i giovani rifugiati in tutto il mondo hanno provato a continuare il proprio percorso di studi nonostante le gravi difficoltà generate dall’emergenza Covid 19.

Nel 2019-2020 la percentuale dei rifugiati iscritti alle scuole secondarie è stata solo del 34% (35% tra i maschi e 31% tra le femmine), un dato che, in quasi tutti i Paesi, è inferiore rispetto alla percentuale di iscrizioni registrata tra i giovani della comunità ospitante. la percentuale di rifugiati iscritti alla scuola primaria era invece del 68%; in particolare, del 70% tra i bambini e i ragazzi e del 67% tra le bambine e le ragazze.

“I recenti progressi ottenuti nell’iscrizione scolastica dei bambini e dei giovani rifugiati sono ora a rischio – sottolinea Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati – per affrontare questa sfida occorre uno sforzo massiccio e coordinato ed è un impegno che non possiamo permetterci di ignorare”. L’Unhcr dunque chiede agli Stati di garantire il diritto all’istruzione secondaria per tutti i bambini, compresi i rifugiati, e di assicurarsi che essi vengano inclusi nei sistemi educativi nazionali e nei piani di offerta formativa.

Inoltre, gli Stati che ospitano un numero consistente di persone costretta a fuggire hanno bisogno di supporto per creare servizi e infrastrutture: servono più scuole, materiali didattici appropriati, formazione degli insegnanti su materie specifiche, programmi per le ragazze adolescenti e investimenti in tecnologia e connettività per colmare il divario digitale. L’obiettivo 15by30 fissato dall’Agenzia e dai partner è quello di avere il 15% dei rifugiati iscritti all’istruzione superiore entro il 2030, ma senza questo impegno degli Stati potrebbe essere irragiungibile. 

AGI

Redazione Corriere Nazionale

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

LASCIA UNA RISPOSTA

Inserisci il tuo commento, grazie!
Inserisci il tuo nome qui, grazie

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.