Sono i partiti che avrebbero bisogno di un green pass per uscire dal tunnel
Tutto quello che è accaduto con il nuovo ’29 mondiale e tutto quello che è necessario fare, comporta la trasformazione sociale del Paese se si vuole realizzare per davvero la Nuova Ricostruzione.
Rimette in discussione il ruolo di partiti, sindacati, autonomie regionali, imprese troppo piccole che non fanno sistema anche se vitali, che sono tutti insieme i soggetti che hanno tenuto in piedi l’impalcatura del ventennio della crescita zero e della spaccatura in due del Paese.
Il teatrino permanente sul green pass è l’incarnazione più naturale della crisi sistemica dei partiti che arriva a mimetizzare l’interesse elettorale dietro una sparuta minoranza ostile al vivere civile o a questa o quella pulsione propagandistica
di Roberto Napoletano, Direttore del Quotidiano del Sud – l’Altravoce dell’Italia
Tutti hanno certezza che il governo non può cadere, ma tutti hanno bisogno di mettersi in evidenza. Perché le elezioni amministrative sono alle porte e perché siamo entrati nel semestre bianco che sono due fatti politici che portano in dote la fibrillazione dei partiti e dei loro capi e capetti.
Tutti si possono permettere di sfarinare un giorno sì e l’altro pure e di fare uscite estemporanee perché il governo c’è ed è anche il garante internazionale della nuova direzione di marcia. Perché per la prima volta nella storia della Repubblica italiana tutti i docenti (112mila) sono al loro posto in cattedra di ruolo per il 52% e gli altri (48%) con contratti annuali di supplenza.
Al loro posto sono anche sessantamila insegnanti di sostegno. Siamo nei primi otto giorni di settembre, non all’ultima settimana di ottobre, che è da sempre quella nella quale in Italia si completavano a fatica gli organici scolastici. Siamo in anticipo di due mesi e non lo aveva mai fatto nessuno prima. Altri ci hanno provato, ma non ci sono mai riusciti.
foto Rosse Torri