Lavoro, Pagano (PD): Guardare dati e ripensare stop Smart Working. In molti campi è opportunità.
“La pandemia ha stravolto molte delle nostre abitudini, di cui ci riapproprieremo pian piano con il graduale ritorno alla normalità. Anche il mondo del lavoro è stato investito da profonde innovazioni, dovute per lo più alla necessità di rispettare le limitazioni imposte dal contrasto al Coronavirus. Tra queste lo smart working, che ha conosciuto un’ampia diffusione sia nel settore pubblico che in quello privato. Se già da qualche mese si riflette sulla possibilità di mantenere, almeno in parte, modalità di lavoro a distanza anche dopo la fase emergenziale, la volontà del Ministro Brunetta di cessare quest’esperienza per i dipendenti pubblici già dal prossimo ottobre suona come una voce fuori dal coro. Bisognerebbe guardare ai dati e ai tanti studi condotti negli scorsi mesi sulla valutazione del lavoro agile da parte di dipendenti e aziende.
I primi ci dicono, in diversi settori e occupazioni, che utilizzare anche parzialmente lo smart working rappresenta un’opportunità per lavoratori e imprese, sia in termini di produttività che di costi per ambedue le parti. Le indagini, parallelamente, ci restituiscono un giudizio molto positivo sul lavoro a distanza, perché in tanti casi contribuisce a migliorare la qualità della vita dei lavoratori, a meglio coniugare professione e vita privata, ad essere e sentirsi più produttivi pur senza l’ansia di timbrare il cartellino.
Anche nella P.A. il capitolo “smart working” non è da archiviare definitivamente. O, almeno, non in maniera tranchant.
In una fase di radicali trasformazioni come questa, la politica dev’essere in grado di intercettare e comprendere i cambiamenti in corso, perché respingerli acriticamente può solo essere controproducente sotto differenti punti di vista, non ultimo sotto il profilo della crescita.
Nei Paesi europei e non solo si discute di smart working come di un’occasione da valutare e sfruttare quando profittevole, con la consapevolezza, però, che anche il lavoro agile ha necessità di una regolamentazione che faccia tesoro dell’esperienza fatta nell’ultimo anno e mezzo di pandemia.
Controlli in remoto, reperibilità e diritto alla disconnessione sono temi cruciali, su cui Italia ed Europa hanno già mosso importanti passi a tutela dei lavoratori.
In definitiva, a pochi mesi dal rientro in ufficio per i dipendenti pubblici (31 dicembre), è necessario aprire una discussione sulle possibilità offerte dal lavoro in “smart”, puntando a soluzioni che ne sappiano cogliere e sfruttare il potenziale, senza per questo incidere negativamente sulla produttività e sul benessere dei lavoratori.
È necessario avviare un confronto che veda coinvolti tutti, dalla politica alle parti sociali, affinché si possa abbracciare questa entusiasmante sfida e farne un’occasione di sviluppo economico, sociale e culturale per il nostro Paese.”
Lo dichiara in una nota Ubaldo Pagano, Capogruppo PD in Commissione Bilancio alla Camera dei deputati.
Redazione Corriere di Puglia e Lucania