Le ultime restrizioni imposte dal certificato verde. Dal 15 ottobre la scelta del governo Draghi condizionerà ulteriormente la vita di ben 23 milioni di lavoratori, del settore pubblico e privato
Entrato in modo soft nelle abitudini degli italiani lo scorso agosto per regolamentare gli accessi in alcuni luoghi al chiuso, il green pass (la certificazione che attesta che si è stati sottoposti almeno a una dose di vaccino o con la quale si dimostra l’esito negativo a un tampone molecolare o rapido nelle 48 ore precedenti oppure la guarigione dal Covid-19 nei sei mesi precedenti) dal 15 ottobre prossimo condizionerà ulteriormente la vita di ben 23 milioni di lavoratori, del settore pubblico e privato, dipendenti e autonomi, che fino al 31 dicembre prossimo dovranno possederlo ed esibirlo se vogliono lavorare.
Dal 6 agosto al 15 ottobre
E pensare che appena 41 giorni fa (era il 6 agosto), il green pass era lo strumento che consentiva di mangiare nei ristorante al chiuso; di assistere a spettacoli, eventi e competizioni sportivi; di visitare musei, altri istituti e luoghi della cultura e mostre, di accedere alle piscine, centri natatori, palestre e agli sport di squadra.
Senza quel lasciapassare verde non sarebbe stato possibile prendere parte a sagre e fiere, convegni e congressi, frequentare centri termali, parchi tematici e di divertimento; centri culturali, centri sociali e ricreativi; attività di sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò; concorsi pubblici.
La certificazione verde era richiesta anche per partecipare alle feste per cerimonie civili e religiose, accedere a residenze sanitarie assistenziali o altre strutture, spostarsi in entrata e in uscita da territori classificati in “zona rossa” o “zona arancione”.
Il primo settembre, piccolo ma significativo passo avanti nell’uso del green pass, che diventa obbligatorio per tutto il personale scolastico e universitario e gli studenti universitari. Il mancato rispetto del requisito viene considerato assenza ingiustificata e a decorrere dal quinto giorno di assenza, il rapporto di lavoro è sospeso e non sono dovuti la retribuzione nè altro compenso. Stesso obbligo viene richiesto per chi viaggia a bordo di aerei, navi, treni, traghetti e pullman che attraversano almeno due regioni. Non viene ritenuto necessario, invece, per salire su bus urbani, metro o treni locali.
Il nodo “capienza”
Entro il 30 settembre il Cts tornerà a pronunciarsi sull’aumento della capienza di cinema, teatri e stadi. “Se la curva epidemica regge, lavoreremo per allargare le maglie sul terreno delle capienze”, ha annunciato oggi il ministro della Salute, Roberto Speranza.
“Abbiamo scelto sin dall’inizio – ha sottolineato – una linea di prudenza e gradualità, una linea che ha funzionato, e credo che dobbiamo lavorare tutti in questa direzione. Le richieste dal mondo dello spettacolo e dello sport sono legittime” ma le decisioni sulla capienza di cinema, teatri e stadi verranno prese “in un quadro epidemiologico solido. Abbiamo bisogno di qualche settimana.
AGI