Principale Attualità Nuovo incidente mortale sul lavoro. Landini: “È una strage”

Nuovo incidente mortale sul lavoro. Landini: “È una strage”

Un operaio è morto cadendo per il cedimento di un tetto a Opera, nel Milanese. Un ferito nel Ferrarese scivolato da un ponteggio. Il leader Cgil: “Situazione inaccettabile”. Il presidente di Confindustria Bonomi: “No ad approccio punitivio per le aziende”.

Non si ferma la strage causata da incidenti sul lavoro. Anche oggi le cronache segnalano una vittima e un ferito. Un uomo è morto precipitando da 10 metri di altezza, per il cedimento del tetto della struttura su cui stava lavorando a Opera, nell’hinterland a sud di Milano, in via Staffora.

La segnalazione è giunta all’Areu alle 14.25. Inutile l’intervento dell’elisoccorso e dell’ambulanza che hanno potuto solo constatare il decesso sul posto.

Nel Ferrarese invece il 55enne titolare di un’azienda di Renazzo, è caduto da un ponteggio mentre stava controllando i lavori di ristrutturazione di un capannone di sua proprietà, riportando diversi traumi. E’ stato portato in elisoccorso all’ospedale Maggiore di Bologna dove si trova ricoverato in prognosi riservata.

La prima versione dei fatti è stata fornita ai militari dell’Arma dallo stesso ferito, ancora cosciente al loro arrivo: in corso ulteriori accertamenti.

“Siamo di fronte ad una strage, chiamiamo le cose con il loro nome. Dall’inizio dell’anno c’è una quantità di morti che ci indica che ogni giorno tre persone hanno perso la vita lavorando, oltre al fatto che sono aumentati gli infortuni sul lavoro. Credo che questa non sia una situazione accettabile e credo che vada affrontata con grande determinazione”.

Ha commentato il segretario della Cgil Maurizio Landini. “Abbiamo avuto nei giorni scorsi, proprio su questo tema, un incontro con la Presidenza del Consiglio, con il governo e il governo si è impegnato, e nei prossimi giorni dovremmo rincontrarci, ad intervenire immediatamente con un decreto che, per quello che ci riguarda, deve contenere alcuni provvedimenti.

Il primo è quello di introdurre una norma per cui le imprese che non lavorano in sicurezza non possono lavorare e, quindi, che ci sia la possibilità, là dove le norme non vengono rispettate anche di sospendere l’attività lavorativa fino a quando questa attività non viene ripresa. Bisogna che anche tra le imprese scatti l’idea che la competizione non la si fa non rispettando le leggi o mettendo a repentaglio le vite delle persone.

O si assume tutti che la salute e la sicurezza è un investimento non un costo con cui fare i conti, o da questa situazione non se ne viene fuori. Questa non è una battaglia di parte, è una battaglia per affermare una qualità del sistema industriale ed una qualità del lavoro che fa crescere, sostanzialmente, il Paese”.

Secondo Landini  poi il “decreto deve accelerare le assunzioni per gli ispettorati del lavoro e per i servizi di medicina sul territorio. C’è bisogno di agire sulla prevenzione. Il terzo punto è la formazione sia agli imprenditori sia ai lavoratori per rispettare sostanzialmente questa norma. Addirittura, noi abbiamo proposto al governo che la materia della salute e della sicurezza  diventi anche una materia di studio e di formazione scolastica ad ogni livello per tutte le persone”

“Andare a lavoro e morire non è accettabile” ma no a “un approccio punitivo” nei confronti delle imprese perché “la pagella e la sospensione dell’attività interviene dopo il fatto tragico e invece noi dobbiamo intervenire prima”. Ha replicato  il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi

Bonomi ha rilanciato la proposta “delle commissioni paritetiche tra lavoratori e imprese”.

AGI

Redazione Corriere Nazionale

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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