Principale Cultura & Società Poesia. ‘Pane e…Quotidiano’

Poesia. ‘Pane e…Quotidiano’

Federico-Garc-a-Lorca

PANE E  QUOTIDIANO

la Poesia è per tutti, rubrica culturale del Corriere di Puglia e Lucania, a cura di M. Pia Latorre

L’intento della rubrica è quello di sfatare l’idea che la poesia sia qualcosa di astruso e che possa piacere o non piacere. In realtà la poesia è nelle nostre vite più di quanto noi possiamo immaginare. Basti pensare alla commistione della poesia con le altre forme artistiche, per esempio alla musica pop, di cui essa è un riflesso.

Proporremo, ogni giorno, pochi grammi di poesia, legati ad un fatto del giorno o ad una data da ricordare sperando che, tra le mille incombenze quotidiane, ogni Lettore, possa ritagliarsi qualche minuto per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.

Buona Poesia!

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Wallace Stevens  è nato a Reading, in Pennsylvania, il 2 ottobre 1879.  (morto a Hartford nel Connecticut nel 1955), ha esordito con le poesie di Harmonium (1923).

La sua poesia chiede all’immaginazione di scoprire la verità non del mondo ma di sé stessa, e rivela una frequentazione estremamente sottile della letteratura e delle arti, in particolare del cubismo: L’uomo dalla chitarra blu (The man with the blue guitar, 1937) si rifà a un dipinto di Picasso. Ha pubblicato Principi di ordine (Ideas of order, 1936)n e Opus posthumous (1957).

Molto materiale è rimasto inedito. All’interno di questi volumi sono da ricordare i poemetti Peter Quince alla spinetta (Peter Quince at the clavier), Mattino domenicale (Sunday morning), l’epigrammatico L’imperatore del gelato (The emperor of the ice cream). “Poesia dell’atto della mente” è la definizione data da Stevens del suo lavoro, e sintetizza una ricerca passata attraverso il simbolismo francese, l’impressionismo e lo sperimentalismo del novecento.

Poesia pura, aliena dalla drammatizzazione, affidata spesso alla enunciazione e alla variazione interna, capace di risolvere totalmente l’oggetto in linguaggio, esorcizzazione verbale del caos.

Of  The Surface Of Things

I

In my room, the world is beyond my understanding;
But when I walk I see that it consists of three or four hills and a cloud.

II

From my balcony, I survey the yellow air,
Reading what I have written,
“The spring is like a belle undressing.”

III

The gold tree is blue.
The singer has pulled his cloak over his head.
The moon is in the folds of the cloak.

Della superficie delle cose

I

Nella mia stanza il mondo è al di là della mia capacità di capire;
ma quando cammino vedo che consiste di tre o quattro colline e una nuvola.

II

Dal mio balcone scruto l’aria gialla,
leggo ciò che ho scritto:
“La primavera è una bella che si sveste”.

III

L’albero d’oro è blu.
Il cantante s’è alzato il mantello sul capo.
La luna è nelle pieghe del mantello.

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