Principale Ambiente, Natura & Salute Taranto – Un hydrogen park per dimenticare l’ex Ilva

Taranto – Un hydrogen park per dimenticare l’ex Ilva

La proposta dei Greens/Efa – agli European Ideas Lab di Milano, l’eurodeputata Rosa D’Amato ha presentato uno studio dell’Università La Sapienza: “Con l’idrogeno verde 14mila posti di lavoro ed emissioni di Co2 abbattute”

In allegato:

– Lo studio de La Sapienza

– Abstract dello studio

Un polo dell’idrogeno, alimentato esclusivamente da fonti rinnovabili, potrebbe portare a Taranto oltre 14mila nuovi di posti di lavoro entro il 2030 e abbattere notevolmente le emissioni inquinanti.

È quanto prevede il progetto dell’Hydrogen Park che è stato presentato a Milano nel quadro dell’European Ideas Lab,

la tre giorni di eventi e incontri promossa dal gruppo dei Grenns/EFA al Parlamento europeo.

Il progetto, che si basa su uno studio dell’Università La Sapienza coordinato da Livio de Santoli, prevede la costruzione di un polo nella città jonica capace di produrre entro il 2030 fino a 5.700 tonnellate di idrogeno verde.

 

Alla base di questa operazione, deve esserci il potenziamento della produzione di energia da fonti rinnovabili: lo studio della Sapienza ricorda che l’energia prodotta nella provincia di Taranto ha una quota di fonti rinnovabili decisamente inferiore alla media del resto della Puglia.

 

Allineandola alla media regionale, e puntando in particolare sul fotovoltaico, si riuscirebbe entro il 2030 a sostenere il target di produzione dell’Hydrogen Park.

Il polo, a sua volta, andrebbe ad alimentare una serie di misure di mobilità sostenibile e la miscelazione nelle reti di gas naturale.

Costo dell’operazione: 210 milioni di euro, di cui 150 per l’installazione degli impianti rinnovabili e degli elettrolizzatori, e 50 per autobus urbani, mezzi pesanti su gomma e treni pendolari interregionali che sfruttano l’idrogeno.

“Fondi che possono essere ampiamente coperti con le sole risorse del Just Transition Fund dell’Unione europea – dice Rosa D’Amato, eurodeputata tarantina del gruppo Greens/EFA, che ha promosso lo studio – Ricordo che in base al regolamento che abbiamo concordato a Bruxelles, il JTF non può finanziare progetti che prevedono l’uso di fonti fossili, come il gas naturale.

 

Inoltre, come si evince dallo studio, i costi di produzione dell’idrogeno verde saranno allineati a quelli dell’idrogeno grigio entro il 2030. Quindi basta bufale sul fatto che l’H2 prodotto dal gas sia più competitivo.

Questa è solo una scusa per non attuare quella transizione che non solo chiede l’Europa, ma che chiedono i tarantini.

Con l’Hydrogen Park che proponiamo, avremo almeno 14mila nuovi posti di lavoro e una riduzione notevole delle emissioni di Co2.

Ci saranno nuove figure professionali da formare, e ci sarà anche la possibilità di sviluppare una manifattura di elettrolizzatori.

 

E, cosa non meno importante, metteremo fine al ricatto occupazione dell’ex Ilva, che continua a uccidere e a bloccare lo sviluppo sostenibile del territorio”.

Scheda Citera Sapienza Roma

Lo studio “Taranto Hydrogen Park” è stato realizzato dal Citera, il Centro di ricerca interdipardimentale dell’Università La Sapienza di Roma, e promosso dal gruppo Greens/EFA del Parlamento europeo.

Autori dello studio sono Livio de Santoli (coordinatore), Gianluigi Lo Basso, Angelo Consoli, Matteo Sforzini e Lorenzo Pastore.

• Lo studio sarà presentato in anteprima venerdì 1 ottobre nel corso di un workshop promosso dall’eurodeputata tarantina Rosa D’Amato nell’ambito dello European Ideas Lab di Milano, evento internazionale organizzato dal gruppo dei Greens/EFA del Parlamento europeo.

• Lo studio valuta gli impatti su economia, occupazione e ambiente della creazione di un Hydrogen Park a Taranto. L’orizzonte di riferimento è il 2030.

L’Hydrogen Park di Taranto è immaginato all’interno di una strategia dell’idrogeno che può rappresentare un riferimento
per il sistema pugliese ed italiano.

• La tipologia di idrogeno presa in considerazione è quella “verde”, ossia prodotta esclusivamente da fonti rinnovabili, in particolare il fotovoltaico.

Diversi studi, compreso quello della Sapienza, confermano che i costi di produzione dell’idrogeno verde possano essere in linea con quelli dell’idrogeno grigio, ossia quello prodotto a partire dal gas naturale.

• Taranto è indietro sulla produzione di energia da fonti rinnovabili rispetto al resto della Puglia e dell’Italia. Complessivamente la provincia di Taranto, allo stato attuale, presenta una penetrazione di FER (Fonti di Energia Rinnovabile) sui consumi finali elettrici globali del 15,4 per cento.

Tale valore si discosta da quello medio della regione pari a 50,7 per cento così come da quello nazionale del 40,8 per cento. Il progetto dell’Hydrogen Park prevede che la penetrazione di FER nella provincia tarantina si riallinei entro il 2030 allo standard
pugliese, puntando in particolare sul fotovoltaico.
• La capacità produttiva dell’Hydrogen Park immaginato dallo studio della Sapienza prevede usi finali che riguardano electro-diesel per il trasporto nautico, la sostituzione parziale del
parco veicolare dedicato al trasporto pubblico con autobus a idrogeno, la sostituzione di treni diesel sulla tratta ferroviaria non elettrificata Taranto-Reggio Calabria con treni ad
idrogeno, il trasporto veicolare pesante su gomma, e la miscelazione nelle reti di gas naturale.

Quest’ultima risulta una applicazione fondamentale per quanto riguarda la strategia di breve periodo al 2024 e rappresenta l’11,5% dell’obiettivo finale al 2030.

 

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