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Tennis, Djokovic-Morrison 1-0

In Australia retromarcia sull'obbligo vaccinale per gli Open di gennaio

Il Governo australiano fa retromarcia sull’ipotesi di introdurre l’obbligatorietà del “vaccino” anti Co.Vi.d-19 per disputare i match dell’Australian Open di tennis.

Il New York Times “sbatte in prima pagina” su Twitter la WTA

La conferma arriva da un prezioso documento di cui sarebbe venuto in possesso Ben Rothenberg, cronista sportivo del New York Times: trattasi di una mail della Women’s Tennis Association (WTA), resa pubblica su Twitter dallo stesso giornalista ma inizialmente diretta solo agli organizzatori della sezione femminile del torneo, secondo la quale il comitato responsabile delle autorizzazioni per le giocatrici (Tennis Australia) avrebbe ritirato la richiesta di esibire un certificato vaccinale per poter procedere con l’iscrizione delle atlete.

Servizio a Djokovic

Questo cambio di posizione si ripercuoterebbe anche nella sottoscrizione dei concorrenti del comparto maschile, rilanciando nella competizione il numero uno del tennis mondiale Novak Djokovic. Il serbo, infatti, era stato molto chiaro sinora: la propria racchetta all’Open sarebbe stata in forse fino all’ultimo momento e, probabilmente, negata qualora messo alle strette e/o ricattato di iniezione. Il campione dell’ATP, tra l’altro, non ha mai dichiarato alla stampa la propria condizione vaccinale, ritenendola (come è giusto che sia) argomento sensibile e personale. Con le recenti decisioni dell’organizzazione australiana, invece, non ci sarebbe più alcun motivo per limitare al tennista la difesa del titolo sul cemento del Melbourne Park a gennaio.

Let per “ScoMo” ed ace del serbo

Se parlassimo un tecnicismo arcaico definiremmo il game di Djokovic come un palese “schiaffo palla” al portafoglio del primo ministro oceanico Scott Morrison (detto “ScoMo”), “uomo del carbone” favorevole ad una transizione ecologica che non richieda però l’abbattimento dei gas serra delle centrali nazionali, personaggio di spicco del Partito Liberale dell’Australia (capofila nel promuovere tre mesi di lockdown totale) nonché democratico orgogliosissimo della propria campagna vaccinale con restrizioni serrate, di cui si vanta spesso a colloquio con Biden e Pelosi.

«La completa libertà di movimento» si paga

Tuttavia “Nole” non ha ancora vinto il set: per l’iscrizione all’Open di atleti/e non vaccinati/e resta il requisito del completamento di 14 giorni di quarantena preventiva in hotel, seppur non tutti i vertici governativi sembrano accontentarsi soltanto di questo. L’e-mail della WTA ammonisce inoltre le partecipanti non sottoposte al medicinale sperimetrale, specificando che le stesse non potranno godere della «completa libertà di movimento» ma che dovranno sottoporsi, previo il monitoraggio delle due settimane, anche a numerosi test diagnostici effettuati con regolarità.
Sarà tie-break?

Antonio Quarta

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

Il Corriere Nazionale

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