Principale Politica Diritti & Lavoro Immigrazione – forum a Bari tra istituzioni regionali, sindacati e Consolati

Immigrazione – forum a Bari tra istituzioni regionali, sindacati e Consolati

Giovanni Mercadante

Azi Jarawi, sindacalista CGIL 

Richiesta maggiore attenzione ai  giornalisti in  merito alla narrativa sui comportamenti degli immigrati con riferimento alle parole discriminanti (clandestino, vù cumprà).

Folta partecipazione di giornalisti al Forum Immigrazione nella sede della CGIL, Sala dei Trulli,  di Bari in via Vincenzo Calace,  il 28 ottobre 2021.

Occasione anche per gli addetti alla comunicazione per un corso di aggiornamento indetto dall’Associazione dei Giornalisti per 6 crediti formativi.

Il significativo volume “Dossier statistico IMMIGRAZIONE 2021” messo a disposizione gratuitamente dal Centro Studi e Ricerche IDOS è stato anche un mezzo per approfondire la tematica con dati molto interessanti. 

Al forum presenti  numerose “player” istituzionali e rappresentanti sindacali, tra cui Azmi Jarawi segretario della CGLI della provincia di Bari; la Console d’Albania; G. Gesmundo; la Console della Romania Lucrezia Tanase; il Console Generale della Georgia; Assessore del Comune di  Bari,  Francesca Bottalico; l’Assessora all’Immigrazione e al  Welfare della Regione Puglia, Rosa Barone; il sociologo prof. Antonio Ciniero; la giornalista della sede RAI3 Rossella Matarrese nonché  consigliere dell’Ordine dei giornalisti; il dott. Venneri dell’Uff. Presidenza Puglia/Migrazione; Davide Giove, portavoce del 3. Settore Puglia. 

Azmi Jarawi, sindacalista, ha esordito dicendo che l’emigrazione dai paesi africani è soprattutto socio-economica.

L’arrivo degli extracomunitari è anche un toccasana per l’Italia, visto lo spopolamento del Paese dovuto all’invecchiamento della popolazione italiana.

La pandemia da covid-19 ha generato ulteriori fattori negativi. La Regione Puglia dovrà costituire una regia di comando con proposte più interessanti all’accoglienza, al fine di migliorare il dialogo tra stranieri immigrati e  le associazioni che li rappresentano.

Bisognerebbe istituire tavoli specifici per programmare e  monitorare le politiche migratorie.

Antonio Ciniero – G. Gesmundo – Console Lucrezia Tanase – Console Albania

La Console generale della Romania a Bari, dott.ssa Lucrezia Tanase, ha dichiarato che insieme si possono realizzare molte cose.

Da 4 anni sta avendo un’ottima collaborazione con i Comuni pugliesi dove c’è una consistente presenza di rumeni. Purtroppo molti suoi connazionali si sono trovati in difficoltà in questo periodo della pandemia in mancanza di un contratto di lavoro che tutelasse i loro diritti.

La Console d’Albania a  Bari ha tenuto a sottolineare che la presenza della comunità albanese in Sud Italia è un dato storico accertato, soprattutto con quella d’origine arabeshe giunta sul suolo italico a partire dal XV secolo.

La situazione attuale, dopo l’esodo massiccio dall’Albania avvenuto nel 1990 con l’arrivo della nave Vlora a Bari con 20 mila disperati e il ricambio generazionale, si è creato un ottimo rapporto di collaborazione tra le due sponde; molte imprese pugliesi sono di casa in Albania.

Inoltre, numerosi albanesi  hanno costituito delle imprese in Puglia che secondo statistiche locali raggiungono un migliaio di partite Iva.

Inoltre, c’è un ottimo rapporto con le istituzioni scolastiche;  circa 10 mila studenti albanesi frequentano scuole pubbliche e università italiane con risultati molti soddisfacenti.

Il rappresentante del Consolato della Georgia dal canto suo  ha dichiarato che la presenza della comunità georgiana, secondo stime recenti, è piuttosto ragguardevole; raggiunge circa 16 mila presenze distribuite in tutto il Paese; mentre in Puglia se ne contano circa 3000 mila. Bisogna favorire la loro integrazione.

Console Generale della Romania, dott.ssa Lucrezia Tanase

L’Assessora Francesca Bottalico nel suo intervento ha posto l’accento sui lavori di ricerca e dei dati raccolti confluiti nel volume  “Dossier statitistico Immigrazione”.

Molte famiglie straniere si sono trovate in difficoltà durante la pandemia per l’indisponibilità economica di fronteggiare  il pagamento dei fitti degli alloggi, soprattutto al Quartiere Libertà; molte famiglie  sono state sfrattate con gravi disagi per i loro componenti.

I buoni per i migranti sono stati consegnati attraverso Centri di ascolto. Purtroppo la sanità non è estesa ai migranti senza permesso di soggiorno.

Si sta lavorando in questa direzione per diffondere la cultura dell’accoglienza presso famiglie private.

Si può affermare che molte famiglie hanno accolto soggetti non accompagnati.

E’ in corso un progetto per costruire alleanze solide su diversi livelli affinché diventino pratiche comuni.

Il prof. Antonio Ciniero, sociologo, ha fatto un quadro generale sul flusso migratorio. Secondo ricerche e studi ci sono circa 30 milioni di sfollati ambientali; la distribuzione di questi migranti avviene in modo naturale: le masse si dirigono dove c’è maggiore ricchezza.

La Spagna oggi è il Paese che riceve più migranti. Nel 2020 è risultato il paese a livello europeo che ha  accolto più migranti.  La regolarizzazione, per i migranti che giungono in Italia, è un fattore sempre in discussione, il cui decreto non trova attuazione per i tanti litigi a livello partitico. Inoltre, gli studenti stranieri in Italia rappresentano il 10% della popolazione scolastica.

Ci sono bambini nati e cresciuti in Italia, ma sono considerati stranieri per  mancanza di una norma specifica che li stabilizzi.

Anche per l’acquisto di una casa, da parte di un migrante che vuole vivere stabilmente nel nostro Paese, è un grosso problema per le tante procedure farraginose sempre e comunque piene di lacune. Insomma si resta immigrati a vita.

Altro problema spinoso è il riconoscimento della laurea straniera in Italia, il cui processo è tutt’oggi fermo.

La scolarizzazione straniera in Puglia ha raggiunto oggi 18 mila studenti figli di stranieri, purtroppo senza cittadinanza italiana. La “interculturità” è un servizio che si può vivere appieno.

Un progetto che merita attenzione, secondo l’Assessora regionale Rosa Barone, è il passaggio culturale a favore degli immigrati.

E’ stato aperto un tavolo di discussione con la Coldiretti e la  CGIL per trasferire le esperienze dei pensionati ai giovani immigrati. Nelle sei provincie pugliesi si intende realizzare un programma di 14 ore di teoria e 10  ore di pratica.

I pensionati sarebbero felici di trasferire le loro competenze e abilità ai giovani stranieri, ma anche i giovani locali. Vanno unite queste esperienze con un progetto da presentare a breve ai tavoli istituzionali.

Davide Giove, portavoce del 3. Settore Puglia ha fatto un discorso molto interessante. E’ importante – ha dichiarato – che nella strutturazione dei tavoli di discussione tutte le anime coinvolte partecipino alle varie dinamiche.

In Italia abbiamo una emergenza culturale. Il discorso pubblico è fortemente viziato dai leader politici. Il ruolo dei giornalisti è molto importante nella mediazione della comunicazione.

Sappiamo molto molto bene che è difficilissimo entrare in Italia in modo legale, ed è ancora molto chiaro che è difficilissimo fare una sanatoria.

Cerchiamo di avanzare una proposta per il sistema di accoglienza, la cui idea è la riforma del 3. Settore.

Il Comune di Bologna è stato il primo ad incamminarsi in questa direzione; l’esperimento sta dando ottimi risultati. Sarebbe il momento di “seminare” per soppiantare i sistemi obsoleti.

La giornalista Rossella Matarrese, dal suo osservatorio, ha detto che l’informazione non vive una stagione felicissima; la crisi della carta stampata (vedi la Gazzetta del Mezzogiorno, chiusa) ha scatenato uno tsunami senza precedenti.

I giganti del WEB hanno preso il sopravvento con i giornali online.

L’Ordine dei giornalisti ha adottato delle regole verso i migranti, cioè di non pubblicare i loro dati sensibili al fine di non renderli immediatamente riconoscibili.

Molte parole che possono essere di disprezzo, non sono più tollerabili nel linguaggio giornalistico; es.clandestino; “vu cumprà”.

Molti termini insomma richiedono uno stile più moderato. Inoltre, sempre nella Carta di Roma del vademecum del giornalista, si invita a prestare maggiore attenzione alla narrativa, senza scadere nell’attacco mediatico.

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