Principale Arte, Cultura & Società I sepolcri imbiancati

I sepolcri imbiancati

L’Opinione di Roberto Chiavarini

Consiglio la lettura fino alla fine.

In premessa, desidero evidenziare che, quanto scrivo di seguito, risponde solo e soltanto ad una mia personale Opinione, che non costituisce, di per sè, una verità assoluta, e che espongo ai miei lettori secondo quanto la nostra Costituzione, all’art. 21, mi permette di fare, quando recita: … “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure” .

Chi non affronta le difficoltà quotidiane, chi non ha la fede, il coraggio, la coerenza e l’amore per la propria discendenza, per i propri cari, per i propri amici, financo la solidarietà verso “gli altri”, chi non combatte la quotidiana battaglia esistenziale, difficilmente saprà dare stabilità ai propri equilibri interiori.

Per questo, è importante ascoltare il “prossimo”, anche quando ci parla delle sue sofferenze.

Fa parte della missione degli uomini Giusti.

Tanto più, bisogna meditare su ciò che accade intorno a noi.

Le cronache, ci riferiscono che, recentemente, sono morti altri due adolescenti per droga, due ragazzini che avevano appena cominciato il percorso della loro vita.

Non so chi siano, né a quale comunità appartengano quei ragazzini, ma devo constatare che, di nuovo, due anime innocenti, sono state corrotte dal “Paradiso” artificiale.

Certo, le famiglie avrebbero dovuto tutelare i loro figli, la loro fragilità anche psicologica, privi come sono, tutti i giovani di quell’età, del senso compiuto del pericolo non ancora ben definito, poiché, la famiglia, in generale, è il primo presidio atto a tutelare la propria prole.

Prima ancora della Scuola, della Politica e della Giustizia.

E a poco serve dire, quando si parla degli usi e dei consumi dei ragazzi d’oggi, “così fan tutti”, rievocando il titolo di un antico Film di Tinto Brass”.

La famiglia, è tanto più vera, quanto più sa educare gli animi alla giustizia, alla pazienza, alla fiducia, alla sofferenza, alla solidarietà, al rigetto del “male” contrapponendo l’amore spirituale di fratellanza, che si deve sviluppare nello spazio vitale comunitario.

Soprattutto, quando i genitori sanno applicare, tanto più la giustizia, all’interno del nucleo familiare, soprattutto nei rapporti tra fratelli, poiché, essa, rappresenta una necessità naturale ed istintiva, che alberga nello spirito dell’uomo, sin dai primi anni della sua vita e che si sviluppa nel patrimonio della cultura familiare.

Cultura, fondata sulla obbedienza ed il rispetto reciproco tra i fratelli, eredita dai genitori, i quali, rappresentano, “autorevolmente”, il primo presidio di “imparzialità” nella gestione dei rapporti di fratellanza, che non ammette ritardi di intervento, contestualizzata tra la esigenza individuale e quella collettiva.

Principio che, poi, si trasmetterà, da adulti, come una esigenza irrinunciabile nei rapporti sociali.

Mi pare che, recentemente, qualcuno abbia invocato il principio di “Fratelli tutti”. Probabilmente chi parla bene ma razzola male. Mah …

Torno ai discorsi più seri.

La Famiglia, è un nucleo cellulare, che unitamente agli altri nuclei forma il “Corpo strutturale” della Società Civile che, a sua volta, determina gli usi ed i costumi di una Civiltà.

Basta con chi tenti di distruggere la Istituzione e l’unità familiare, per imporre modelli di vita ispirata alla Società di Torquville, peraltro al ribasso.

In questi Tempi moderni, la battaglia della famiglia, sta soprattutto nel proteggere la propria prole dai predatori del male e dalle insidie della strada.

Con ciò, non significa che bisogna fare di tutta l’erba un fascio, poiché, di famiglie capaci di reagire a certe calamità, ce ne sono, e come.

Nel mondo animale, giusto per fare un parallelismo banale, provate ad osservate la femmina di una specie qualsiasi, come difende istintivamente i propri cuccioli dai predatori.

Ed è proprio un fatto istintivo, senza il quale, tutte le specie animali al mondo, si estinguerebbero nel volgere di qualche generazione.

Lasciare i propri figli adolescenti, nelle mani dei criminali della peggiore specie (portatori di morte, come li definiva Papa Woytjla), spacciatori senza scrupoli, significa correre il concreto rischio di perdere irrimediabilmente i propri figli e, di fermare irreversibilmente, la propria discendenza.

Ci siamo mai chiesti quanti siano i genitori che vivono la sofferenza nel gestire un figlio drogato?

Ci siamo mai chiesti, quale “emergenza” abbia mai messo in atto la politica degli ultimi trent’anni a tutela dei nostri ragazzi e delle rispettive famiglie, per fronteggiare il problema della dipendenza?

Certo, bisogna parlare di queste cose, e lo facciamo nell’Era dello “Sballo”, della “Droga”, dell’”Alcol”, del mostrare le nudità del proprio corpo come mercificazione dell’anima perché, tutto ciò, crea dubbi e incertezze, smorza l’attività creativa, esclude il tema del soprannaturale e del divino nelle questioni di ogni giorno.

E ciò avviene, in una sorta di squallida sottomissione ad un sociologismo indotto che, di contro, porta, in sé e con sé, ad una pianificazione dell’essere e dell’apparire, all’appiattimento della vita stessa che, ideologicamente, non prevede altro che il “pensiero unico”. Il loro!

Pianti e disperazione, sono le logiche conseguenze di chi perda il proprio figlio, in quelle drammatiche circostanze.

Sin dalla notte dei Tempi, i popoli hanno pianto i loro giovani Eroi, che hanno dato la loro preziosa vita per la Libertà e per il progresso della Umanità.

Oggi, invece, piangiamo i milioni di giovani che hanno “barattato” la loro esistenza in cambio del Paradiso artificiale e che vediamo agli angoli delle strade rannicchiati come larve, in attesa della definitiva autodistruzione, per scivolare, poi, nel silenzio dei “senza nome” …

Un viaggio senza ritorno. Una “conta” dolorosa.

La reazione sociale dove sta?

Ma anche l’individuo più piccolo, dovrebbe avere un minimo di reazione, di amor proprio, un sussulto di dignità.

Mi domando, perché i genitori non fanno nulla, quando sono ancora in tempo?

Sono milioni i genitori in tutta Italia, nelle loro stesse condizioni.

Perché, dalla contaminazione della droga, non si torna più indietro.

Se non ci fosse l’eroico Giornalista di “Striscia la Notizia”, nessun giornale, nessun telegiornale e/o mezzo di diffusione di Stampa (tranne le immancabili eccezioni), ci informerebbe su ciò che accade quotidianamente nelle città di tutta Italia. Una ingiustificata assenza di informazione, sul problema legato alla emergenza ”Droga”.

Ma alla droga, si uniscono anche altre dipendenze strettamente interattive, come l’alcol, il fumo e l’aids.

Domandatevi: “quanti son i giovani e i meno giovani, che muoiono ogni anno a causa della droga, dell’Alcol, del fumo da sigaretta e dell’AIDS?”

Per il solo fumo, secondo i dati dello stesso Ministero della Salute, i morti sarebbero in media tra i 70.000 e 83.000 all’anno, mentre per l’alcol 24.000 all’anno.

Senza dimenticare che centinaia di migliaia di individui, sono affetti da patologie respiratorie e bronchiali, correlate agli abusi da dipendenza e che pesano sulla intera collettività con una spesa sociale stratosferica.

Per il virus ci obbligano a mettere le mascherine, mentre tollerano il fumo passivo o, quantomeno, non vi è alcuna prevenzione e/o emergenza sanitaria per debellare quella piaga sociale.

Eppure, i morti da fumo passivo pare che siano circa 12.000 l’anno.

E mentre chiudevano in casa 60 milioni di italiani, i tabacchini restavano clamorosamente aperti e gli spacciatori senza mascherine sviluppavano i loro affari indisturbati agli angoli delle strade a spacciare (come pure i loro clienti), così come ci ha dimostrato proprio Striscia la Notizia (e tanti altri “servizi” giornalistici onesti).

Di contro, i Droni, “inseguivano” i solitari cittadini, che si recavano sulle spiagge a prendere una “salutare” boccata d’aria.

Palese incongruità.

Poi ci sono i consumatori di Cannabis, di Antidolorifici, di Cocaina, di Eroina, di Stimolanti, di Inalanti, di Sedativi.

Un tempo non lontano, quando proprio Papa Wojtyla “tuonava” contro gli “Spacciatori” del peccato, portatori di morte, tutti consideravamo i venditori di droga, come i Demoni a caccia delle Anime da corrompere.

Oggi, che Papa Wojtyla non c’è più, li vediamo agli angoli delle strade, quegli spacciatori, pronti a distruggere la vita dei nostri giovani e non proviamo più nulla verso di loro, li consideriamo come se fossero i fruttivendoli di sotto casa.

Diversamente, diciamo a noi stessi: “ma chi sono io per giudicare?”.

Va in scena la “supercazzola”, come avrebbe detto il famoso Attore Ugo Tognazzi.

Il Potere Politico-Amministrativo, lascia il libero arbitrio all’uomo di decidere se fumare o no.

È un atto di democrazia e di libertà, sostengono alcuni.

Mentre gli organi di sanità mondiale definiscono il problema sociale del fumo e delle dipendenze, come una Ecatombe di portata biblica.

Cosa accadrà fra 50 anni, quando i nostri ragazzi, che oggi fanno uso di sostanze che danno dipendenza, saranno diventati anziani, quando non ricorderanno neanche più chi erano veramente i loro genitori.

Sarà la dannazione di una Generazione, che pagherà per le colpe di chi non ha voluto e/o saputo tutelarli in gioventù.

Quando, quei giovani, saranno privati di ogni ricordo e di ogni sentimento, verso chi li ha messi al mondo.

Alterati nel cervello dalla adorazione di ingannevoli feticci, dalle parole dei falsi profeti o peggio ancora da quelle ideologie portatrici del male più assoluto, ovvero dell’Anticristo, enunciate dai ciarlatani, magari camuffati perfino sotto gli abiti talari, quelli che insegnano di Dio, ma che Dio non amano.

Anzi, aprono ad altre Religioni disattendendo il Primo dei dieci Comandamenti che recita sinteticamente: “Non avrai altro Dio all’infuori di me”.

Ovvero, quei ciarlatani, molto simili a quegli individui ai quali, Gesù, quasi 2000 anni fa, si rivolse a loro, dicendo: “Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti, che rassomigliate ai sepolcri imbiancati… essi all’esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume (cit.).

C’è bisogno di una scossa Spirituale.

Invero, c’è bisogno di una vera “Emergenza” contro la droga e le “Dipendenze” In genere, di tipo Sanitario, Sociale, Culturale, Giuridico, Spirituale, Etico e Morale, centuplicata rispetto a quella messa in atto per il Virus.

Prima che sia troppo tardi.

Sempre che non sia già troppo tardi!

Perché, se ci fosse veramente un interesse verso la tutela della salute dei cittadini, le campagne sociali contro la droga e le dipendenze, dovrebbero occupare tutte le TV italiane, 24 ore al giorno, ne più ne meno delle stesse ore impiegate per il virus.

Perché, il virus, si può prevenire col vaccino e si può curare con le giuste medicine, l’ascesa esponenziale dei giovani drogati no!

Si mettono ai domiciliari sessanta milioni di cittadini, nell’ipotesi di salvare pazienti vecchi dal probabile contagio virale influenzale, peraltro, già affetti da  numerose patologie (che vanno sempre e comunque tutelati, ci mancherebbe altro, tanto più che gli anziani costituiscono la “Memoria storica” di una Civiltà, ma i cui numeri statistici di morti da influenza, sono sempre gli stessi ogni anno), mentre si lasciano morire milioni di ragazzini per droga, che sarebbero dovuti diventare la futura classe dirigente.

Ma un dubbio mi assale: … e se tra le menti superiori del cosiddetto “Sociologismo indotto”, ci fosse un nuovo “Erode”, o più verosimilmente che, da una parte si stia tentando di eliminare la memoria storica della nostra Società (i vecchi), mentre dall’altro si stia tentando di tagliare le ali alle future generazioni ( i giovani), garantendosi un nepotismo di potere da padre in figlio e dai figli agli altri figli che verranno?

Un modello di orientale memoria, che garantirebbe, così, per qualche secolo, una Tirannia più che consolidata.

Ma di questo argomento, ne parleremo in un’altra occasione.

Preghiamo, dunque, per le Anime di tutti quei giovani, disperse, colpevolmente, nel buio più profondo della perdizione.

Ricordando che la preghiera, rappresenta la migliore arma contro il peccato.

ROBERTO CHIAVARINI

Opinionista di Arte e Politica

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