La vita infierisce spesso contro di noi. Le ferite sono spesso profonde e non toccano solo il nostro animo, ma sono visibili sulla nostra pelle, penetrano le nostre ossa, i nostri tessuti, sconvolgendone le normali funzionalità.
Lasciamo che il caso ci ferisca? No, la nostra civiltà si è sempre adoperata per azioni correttive e preventive in caso di calamità naturali, di incidenti dovuti a imperizia, a negligenza o semplicemente scarsa competenza.
Le ferite inferte dal prossimo, non hanno mai lasciato indifferenti: in “Dei delitti e delle pene” si dissertava sulla pena capitale e, andando ancora più indietro nel tempo, il tema della giustizia, delle pene, ha sempre impegnato le civiltà dai tempi più remoti.
Eppure abusi e soprusi, delitti, anche con conseguenze mortali, continuano ad essere perpetrati, i rei affollano le carceri e ingrassano il PIL nel settore consulenze legali.
Sembrerebbe che i rei siano affetti da scarse capacità di apprendimento delle norme giuridiche, che invece non ammettono ignoranza, perché assistiamo al persistere di determinati comportamenti mafiosi, terroristici e della criminalità organizzata, e anche di quella non organizzata.
Anni or sono parlare di violenza istituzionale poteva portare ad essere assimilati ad un terrorista.
Tuttavia la violenza può anche sorgere all’interno delle istituzioni, pensiamo ad un agente delle forze dell’ordine che vada al di là della legittima difesa e uccida non deliberatamente un sospetto criminale, l’ipotesi ci fa inorridire ma talvolta è accaduto.
Pensiamo ad un docente che punisca ingiustamente un alunno innocente, non implicato in nessun comportamento al di fuori delle regole o che gli infligga voti non consoni alla sua preparazione.
Anche questo ci fa inorridire ma accade, perché magari in risposte brevi il docente ha percepito un’impreparazione piuttosto che la scarsa esaustività dell’argomentazione trattata in classe in spiegazioni succinte, in vista di verifiche consistenti in test di apprendimento, senza alcun approfondimento…
La norma giuridica ci difende dal bullismo, dal mobbing ma dall’atteggiamento persecutorio nel caso di scarsa possibilità di difesa per timore riverenziale?
Ho assistito all’esuberanza di studenti che, senza alcun timore dell’autorità genitoriale o dell’istituzione scolastica, mettevano in atto comportamenti irrispettosi oltre che scandalosi.
Purtroppo, il docente non è Onnisciente e spesso non sa distinguere tra le varie tipologie di discenti, quindi fa di tutta l’erba un fascio, arrivando a strappare l’erba ancora debole e in crescita, rispettosa e fragile, e non piegando nemmeno gli arbusti infestanti.
Quali azioni correttive? Sanzioni disciplinari per i docenti correlate al danno causato. Quali azioni preventive? Adeguata preparazione psicologica per i docenti in modo che non diventino di ruolo per patologie che ne minano le capacità didattiche e relazionali, quali gravi traumi personali o familiari, che invece li fanno schizzare in alto in graduatoria senza verificarne la serenità d’animo.
Risultato? Docenti in preda spesso a crisi isteriche post-pandemia anche in classi non problematiche, inclusive ed unite, semplicemente per problematiche personali irrisolte. (lettera firmata)