Principale Arte, Cultura & Società Emulatori e moderatori al fine di tacciare i Super Sayan malvagi

Emulatori e moderatori al fine di tacciare i Super Sayan malvagi

L’emulazione, spesso vista in un’accezione negativa, è semplicemente l’impulso ad imitare, prendere in prestito un comportamento altrui perché considerato un buon modello, per non sentirsi inferiore ad esso.

Tuttavia, ha un significato evolutivo, perché precorre l’identificazione di un essere vivente, nel suo processo di crescita.

Può avvenire in vari ambiti: scolastici, familiari, virtuali. In realtà dovrebbe configurarsi solo come la momentanea presa in prestito di modelli comportamentali, in attesa di svilupparne di propri più consoni, ma a volte persiste nel tempo.

Gli ambiti virtuali sono forse quelli che preoccupano maggiormente, in quanto l’emulazione in un social può sfuggire ad ogni controllo, troppi gli allettanti modelli proposti, troppi gli emulatori, troppe le violazioni di qualsiasi regola comportamentale appresa in ambiti familiari o scolastici. Sulle piattaforme dei social si presentano esternazioni di opinioni troppo spesso provenienti dagli influencer, che amano sfoggiare i variegati aspetti della loro vita quotidiana sottoponendola a giudizi di ogni tipo, con la legge dei grandi numeri in molti ci guadagnano tra follower, like, sponsor, quindi profitti di vario tipo.

Ma al netto degli influencer, che a volte possono anche porsi positivamente, resta la incontrollata accessibilità a modelli comportamentali negativi oggetto di forti emulazioni.

Pensiamo a quanti individui solitamente miti, per lo più repressi, si trasformino in Super Sayan malvagi grazie all’anonimato che le piattaforme garantiscono. Nella realtà quotidiana, quella di immediato contatto, l’idea di imbattersi nei Super Sayan genera vero e proprio panico, ma è altrettanto grottesco e spaventoso ritrovarli nella realtà virtuale delle piattaforme dei social.

Per tali problematiche, e non solo, nacquero tempo fa le figure professionali dei moderatori, invisibili, volutamente trasparenti, ma come “deux ex machina”, osservatori attenti e presenti nelle chat e pronti ad intervenire moderando, censurando, segnalando ogni Super Sayan che affiori all’improvviso tra le migliaia di righe, di immagini e video che scorrono velocemente nelle chat.

Sembrano quasi inafferrabili e pertanto innocue quelle righe, ma nei momenti in cui riempiono la vita di tante vuote solitudini diventano importanti, anche quando quelle solitudini sono immerse nella folla.

Ne va anche del buon nome della piattaforma: pensiamo a facebook, Instagram, discord ecc

Nel tempo si è provato a sostituirli con algoritmi, pensiamo a Mark Zuckerberg nel marzo 2020, ma l’Intelligenza Artificiale non sempre soccorre in tali circostanze e finisce con bacchettare eccessivamente o con il lasciar scivolare battute non così innocue.

“Gli algoritmi non possono distinguere tra giornalismo e disinformazione, non sanno riconoscere la satira”.

Quindi siamo dinanzi ad un’ulteriore dimostrazione dell’insostituibilità della sensibilità degli esseri umani?

Purtroppo, lì dove scarseggi, ci riferiamo a chat oltremodo oltraggiose, la sensibilità del moderatore deve intervenire dall’esterno, come su un ring, in cui in palio non è ancora chiaro quale premio vi sia, ma è chiaro che gli scontri sono sempre più frequenti, per la politica, per la pandemia, per la salute e per ogni altra argomentazione che possa venirvi in mente, anche se spesso non degna di nota.

La remunerazione dei moderatori è purtroppo alquanto “moderata”, sicuramente vi sarà alla base di tale attività una forte motivazione come quella che anima i volontari delle varie associazioni non a scopo di lucro?

Riportiamo infatti un annuncio di una piattaforma di ricerca lavoro che indica uno stipendio base di € 550, comunque non si va oltre i 1.000 euro e si tratta spesso di freelance.

Tuttavia vi sono anche eserciti di volontari tra i moderatori, giovani moderatori in erba, ai quali deve andare un riconoscimento, emularli potrebbe far bene a molti adolescenti abituati a trastullarsi in chat in cui la parola c…..o, ad esempio, fiorisce anche sulle bocche del gentile sesso, molto abbondantemente, quasi a voler compensare la loro inferiorità numerica nelle conversazioni in cui provare supremazia e virilità.

Maria Angela Amato

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