Principale Attualità & Cronaca Don Mimino Damasi: “Buon Natale ai tarantini dal Guatemala”

Don Mimino Damasi: “Buon Natale ai tarantini dal Guatemala”

Un’esplosione di colori per le strade, in un’atmosfera di grande allegri a per la festa che viene. Così a Jocotan, in Guatemala, da dove don Mimino Damasi, già parroco alla Regina Pacis di Lama, invia gli auguri di Buon Natale agli amici tarantini, ringraziandoli per il generoso aiuto inviato alle famiglie più povere della sua parrocchia.

“Fatte le debite proporzioni – racconta – anche qui si è registrata una certa frenesia pre-natalizia; per le strade risuonavano le tradizionali nenie (su tutte, il popolarissimo, come da noi, “Feliz Navidad”) con un andirivieni di pickup stracolmi di persone diretti ai vari villaggi con gli acquisti per il cenone. In questi giorni il mercato è stato invaso da tante bancarelle di giocattoli, dolciumi e tant’altro così da rendere quasi un’impresa inoltrarvisi. Nel vicino capoluogo di Chiquimula, affollatissimo il grande centro commerciale che, vero tempio del consumismo, non ha niente da invidiare a quelli italiani”.

Ultimata la distribuzione dei pacchi alimentari alle famiglie più povere (soprattutto mais, fagioli e zucchero), così don Mimino prova a descrivere il suo vissuto in quel territorio guatemalteco, dove è in missione da un paio d’anni, con un’interruzione di qualche mese per l’imperversare del Coronavirus. Egli spiega inoltre che il Natale a Jocotan assomiglia quello tarantino per il grande calore, quello dell’affetto della gente, ma non per quello climatico, quasi da estate piena; inoltre per le vie assordanti fuochi artificiali vengono accesi a ogni ora, soprattutto la notte del 24 per salutare la nascita di Gesù Bambino.

Pur con i distanziamenti previsti dalla norme vigenti, la chiesa parrocchiale è stata abbastanza affollata per la messa della Natività, svolta in serata inoltrata, punteggiata dai canti tradizionali locali: “Tu scendi dalle stelle” è pressocchè sconosciuta. E nei villaggi dove mancano i sacerdoti, la veglia di Natale è guidata da un delegato della parrocchia. “E dopo la celebrazione ho partecipato al cenone con le suore, alquanto sobrio, a base di riso in bianco, tacchino ripieno, insalata, e ‘ponche’, una bevanda calda a base di frutta” – racconta don Mimino – Naturalmente in questi giorni ho avuto un pizzico di nostalgia per le nostre tavolate natalizie, per i parenti e gli amici e naturalmente i parrocchiani di Lama. Ma in compenso sono molto contento di operare in questa comunità particolarmente vivace, molto responsabile e con uno spiccato senso di solidarietà”.

Il sacerdote sottolinea che a Jocotan le misure anticontagio sono abbastanza rispettate ma che la pandemia risulta essere uno degli ultimi problemi, essendo evidenti tante altre urgenze derivanti dalla povertà, fra tutte la estrema carenza di abitazioni degne di tal nome, soprattutto nei villaggi di montagna, più periferici, dove basta un nulla per ritrovarsi senza un tetto.

“In quest’angolo del Centroamerica – conclude – ho ritrovato in gran parte lo spirito di grande umanità della mia terra. Vivo giornate impegnative soprattutto con la visita ai 110 villaggi sparsi sulle montagne, raccogliendo dal punto di vista umano e sacerdotale più di quanto riesco a donare”.

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

Corriere Nazionale

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