Di Erasmo Venosi
Rilancio del Nucleare? Un susseguirsi ininterrotto di avarie, incidenti e attentati agli ecosistemi marini.
Pericoli che si sommano a quelli preesistenti e mai affrontati rigorosamente per portarli a soluzione.
Il trizio è il “gemello obeso” (isotopo) dell’idrogeno e dalla centrale nucleare di Tricastin è fuoriuscito contaminando le acque sotterranee.
Inoltre, un ex dirigente che, lavorava nella centrale ha iniziato un’azione legale denunciando omissioni e occultamenti d’incidenti che pregiudicano la sicurezza.
Un’ONG Criiad ha riportato le affermazioni, che riguardano la sicurezza pregiudicata in tutti i reattori EPR
Da mesi è ferma la centrale nucleare di Taishan, in Cina per un problema al reattore EPR.
I giapponesi vogliono smaltire nelle acque dell’oceano Pacifico, 1.370.000 litri di acqua della centrale di Fukushima dopo averla decontaminata con il sistema Advanced Liquid Processing System (Alps), che secondo i giapponesi consente di eliminare 63 dei 64 radionuclidi presenti nell’acqua usata per raffreddare i reattori fusi.
Solo il trizio non è intercettato. Cina, Corea del Sud, Taiwan, pescatori giapponesi e industria connessa reputano irresponsabile la scelta di Tokio.
Il governo cinese mette in dubbio anche l’affidabilità dei dati sull’acqua decontaminata, smontando le affermazioni di Tokio con l’invito, se è decontaminata l’acqua a usarla per usi civili in territorio giapponese.
La storia degli attentati continui del nucleare da fissione per usi civili non finisce
Numerose sono le centrali potenzialmente pericolose in Europa: in Belgio, quella di Doel e quella di Tihange, che hanno più di 40 anni.
Due centrali che presentano due crepe nelle pareti e la cui enorme pericolosità è certificata da due docenti di impianti nucleari dell’Università di Lovanio.
Docenti che smascherano anche le argomentazioni che minimizzano il rischio come l’Agenzia belga di controllo.
La centrale nucleare di Brennilis chiusa da 36 anni e dopo aver prodotto energia per 18 anni non ancora smantellata.
Un reattore ad acqua pesante raffreddato ad anidride carbonica e con una potenza elettrica di 70 megawatt.
Una valutazione sui reattori “vicino casa”, entrati nell’UE con i Paesi dell’Est, andrebbe sollecitata in ambito Unione Europea.
I paesi dell’Est hanno portato nell’UE 26 reattori nucleari, quasi tutti di vecchia generazione, e realizzati con tecnologie ritenute vecchie: i reattori RMBK e VVER 230.
I reattori VVER di vecchia concezione non sono modificabili sul piano della ricerca di una maggiore sicurezza e devono essere solamente chiusi.
I Trattati bilaterali sottoscritti dai Paesi dell’Est con l’UE ne prevedono la chiusura
Ad eccezione del reattore RMBK della Lituania, che ha cessato di funzionare nel 2009, il programma di chiusura degli altri reattori è inattuato.
La probabilità di un incidente classificato di “livello” 5, era di uno su 100.000 anni, ovvero pari, come ordine di probabilità, a quello della caduta di un meteorite.
Questo dice il calcolo delle probabilità applicato alle sequenze incidentali di un reattore nucleare. Invece la realtà è tragicamente diversa da quella immaginata a tavolino con i modelli matematici!
Gli incidenti di livello “6” (grave) e livello “7” (molto grave) sono stati analizzati in alcuni studi come Rapporto Brookhaven, Rapporto Rasmussen conosciuto come “Studio sulla sicurezza del reattore”.
Gli eventi giapponesi hanno reso evidente anche ai “ciechi” che, né metodo deterministico di ipotizzare un incidente nucleare né metodi probabilistici, in cui si analizzano le serie d’incidenti stimandone la probabilità possono tutelare da esiti smisuratamente nefasti rispetto a ipotetici benefici del nucleare.
L’incidente di riferimento di progetto (DBA: Design Basis Accident) è il LOCA ovvero la perdita di refrigerante e che, ha una probabilità di accadimento di uno su un milione di anni di funzionamento di un reattore. Chernobyl e Fukuschima dimostrano che, la complessità di un reattore, le sue risposte,
l’evoluzione delle sue anomalie di funzionamento non sono predicibili attraverso sofisticati modelli di Probabilistic Safety Analysis (PSA). Infine, a breve l’UE si pronuncerà sul nucleare come fonte sostenibile.
Il soggetto istituzionale che ha dato parere positivo è il Joint Research Centre (JRC), un centro di ricerca interno alla Commissione europea, che dovrebbe essere autonomo e indipendente.
Nucleare – Un dossier di Greenpeace ha svelato i rapporti tra JRC e l’industria nucleare
Contrario invece il parere di Teg (Tecnical Expert Group), il gruppo di esperti istituito dalla Commissione europea per scrivere il testo della tassonomia.