Principale Politica Il “Silvestrellum”

Il “Silvestrellum”

Poche regole chiare e semplici comprensibili da tutti, specialmente dall’elettorato, senza dover scomodare ogni volta premi Nobel della matematica, che fino ad oggi non hanno risolto peraltro alcuna crisi della politica, ma casomai acuita.

Gli attuali partiti, subito dopo l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica, saranno chiamati ad istituire un tavolo di confronto per varare una nuova legge elettorale, che risolva e riduca notevolmente, i guai e i disagi di tutte quelle partorite durante la c.d. II Repubblica (una invenzione giornalistica in quanto siamo sempre tecnicamente nella I).

A tal proposito, se fossi (immeritatamente) a quel tavolo, proporrei:

1) Un sistema proporzionale al 70% con una quota maggioritaria del 30% da attribuire ai primi 3 partiti su scala nazionale (50% dei seggi al I, 30% al II, 20% al III). Questo per favorire il consolidamento di partiti stabilmente presenti nella storia democratica della Nazione e nelle sue istituzioni.

2) Uno sbarramento al 2% per evitare una eccessiva frammentazione del Parlamento, senza punire immeritatamente forze politiche più piccole ma significative e rappresentative di minoranze qualificanti.

3) La reintroduzione delle preferenze a 3, con l’obbligatorietà della rappresentanza di genere.

4) Ritornare alla centralità del Parlamento e alla indispensabilità dei partiti, alla formazione del personale politico, alla sua selezione, alla formazione dei governi nella sua sede naturale.

5) Resti (nella ns. proiezione ben 17) da ripartire su base proporzionale tra i partiti che hanno superato lo sbarramento del 2%.

Poche regole chiare e semplici comprensibili da tutti, specialmente dall’elettorato, senza dover scomodare ogni volta premi Nobel della matematica, che fino ad oggi non hanno risolto peraltro alcuna crisi della politica, ma casomai acuita.

Ma proviamo a fare una proiezione (per quanto approssimativa ) di come sarebbe composta ad es. la Camera dei Deputati oggi, considerando il nuovo assetto a 400.

(p= prporzionale; m=maggioritario; r=resti)

PD 60p+60m+4r= 124

FdI 55+36+3= 94

Lega 53+24+3= 80

M5S 43+2= 45

FI 22+1= 23

Sinistra 10+1= 11

Azione 9+1= 10

Italia V. 6+1=7

Verdi 5+1= 6

Come possiamo osservare, le possibili coalizioni di Governo sarebbero varie  (garantendo il dettato Costituzionale, le necessità democratiche e quelle di governabilità) con una sostanziale parità tra centro-dx e centro-sx (questo è il dato odierno, ma tra 5, 10 o 20 anni potrebbe cambiare, come è naturale che sia) con i partiti minori che diventano determinanti, ma non indispensabili.

A mio avviso, nel breve e medio termine una Legge elettorale siffatta, obbligherebbe i partiti a rafforzarsi su scala nazionale, favorendo il loro allargamento, oggi malamente sopperito dalle coalizioni elettorali, che però hanno il difetto di durare poco, e favorire l’instabilità politica.

Oltre a questo (ovvero a latere) andrebbe regolamentato il funzionamento democratico dei partiti, con congressi trasparenti, a scadenza prestabilita e certificati. In attuazione del’art. 49 della Costituzione.

I partiti debbono certamente essere contendibili attraverso la dialettica interna, ma non scalabili come fossero delle S.p.A.

L’argomento è assai centrale nella vita pubblica del paese e merita di essere messo in agenda al più presto.

Alessandro Silvestri

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