La Befana ha portato gradite sorprese nella Città vecchia di Taranto. La più importante è quella della ripresa dei lavori a palazzo Paisiello, che ultimamente erano stati interrotti per la presenza di un cavo elettrico sospeso che impediva la parziale demolizione di un solaio pericolante. Dopo ripetute insistenze, l’Enel ha dato la sua disponibilità per l’interramento.
Ottenute le necessarie autorizzazioni, da ieri gli operai della ditta appaltatrice sono tornati nel cantiere per predisporre l’interramento e riprendere in contemporanea i lavori negli altri spazi dell’edificio, in attesa di procedere alla demolizione, che non si prevede particolarmente laboriosa.
L’intenzione, soprattutto la speranza, è quella di recuperare il tempo perduto, così da consegnare alla città al più presto l’edificio risanato, destinato a ospitare il museo dedicato a Paisiello, per la cui sistemazione è all’opera un apposito gruppo di lavoro coordinato dall’arch. Augusto Ressa. I reperti da sistemare sono quelli pazientemente e appassionatamente raccolti i tanti anni dal dott. Paolo Ruta, presidente dell’associazione “Amici della Musica-Arcangelo Speranza”.
L’altra novità di rilievo è costituita dall’inizio dei lavori al grande edificio affianco alla Capitaneria di Porto (in largo Arcivescovado) da tempo disabitato, che è stato acquistato da un noto imprenditore non locale e che sarebbe destinato a struttura ricettiva di alto livello.
L’intervento momentaneamente riguarda l’indagine sulla consistenza strutturale degli interni e soprattutto il rifacimento della facciata, che, su disposizione della Soprintendenza, sarà intonacato, come appare oggi l’arcivescovado.
Entro febbraio, con l’arrivo a Taranto del nuovo proprietario, s i avranno notizie più certe sulle particolarità dell’intervento da realizzare. Nelle stanze è esclusa la presenza di affreschi di rilievo da tutelare mentre sarebbe confermata la presenza di un ipogeo.
Infine, sono stati avviati i lavori di rifacimento della maestosa facciata del trecentesco tempio di San Domenico Maggiore, che da qualche giorno appare completamente nascosta dalle impalcature. Da quel portale i tarantini legati alla tradizione sperano di vedere quanto prima apparire, come accadeva fino al 2019, il bellissimo simulacro della Beata Vergine Immacolata per il suggestivo quanto doloroso pellegrinaggio della notte del Giovedì Santo.
Redazione Corriere di Puglia e Lucania