Principale Attualità E’ caos sulla scuola, il Governo tira dritto sul rientro il 10

E’ caos sulla scuola, il Governo tira dritto sul rientro il 10

E’ caos sulla scuola, il Governo tira dritto sul rientro il 10.

Dopo De Luca sono arrivate altre ordinanze in ordine sparso in diverse regioni italiane per rimandare la ripresa delle lezioni in presenza. Appello anche dei presidi. Bianchi: “Nessun ripensamento”.

E’ caos sul ritorno a scuola. Nonostante le pressioni da più parti – presidi e ordine dei medici – e le ordinanze in Regioni e Comuni per ritardare il rientro in presenza a scuola, il governo tira dritto e conferma la data ufficiale di lunedì 10 gennaio. Nessuno slittamento, quindi, almeno per il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, che ha spiegato che non ci sarà “nessun ripensamento”.

Sulla stessa linea il ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha sostenuto che “il governo ha scelto di tutelare il più possibile la scuola come presidio fondamentale della nostra comunità. L’indirizzo è e resta: scuola in presenza in sicurezza” perchè, ha detto, “non vogliamo che siano i più piccoli a pagare il prezzo di questa fase epidemica”.

Ma nel Paese non manca la confusione. Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha firmato ieri sera un’ordinanza che prevede la sospensione fino al 29 gennaio delle attività in presenza dei servizi educativi per l’infanzia e dell’attività scolastica e didattica in presenza della scuola dell’infanzia, della primaria e della secondaria di primo grado.

Il governo però ha già fatto sapere che è pronto a impugnare qualsiasi ordinanza vada in questa direzione ricordando che le misure più restrittive possono essere adottate dai presidenti di Regione solo quando in zona rossa e in circostanze straordinarie.

Ma dopo De Luca, sono arrivate altre ordinanze in ordine sparso in diverse regioni italiane. I sindaci del Siracusano, che si trovano in zona arancione, hanno disposto la chiusura delle scuole dell’obbligo dal 10 al 19 gennaio; altri Comuni in Calabria o nel Lazio hanno preso decisioni analoghe pur essendo in zona gialla.

Restano poi le oltre 2mila firme – per la precisione, ad oggi, sono 2.217 – di dirigenti scolastici che hanno rivolto un appello urgente direttamente al presidente del Consiglio, Mario Draghi, per “una programmata e provvisoria sospensione delle lezioni in presenza (con l’attivazione di lezioni a distanza) per due settimane”. Appello al momento rimasto inascoltato. I sindacati del mondo della scuola hanno manifestato a più riprese le loro preoccupazioni puntando il dito contro “interventi inadeguati” e la possibilità di “effetti collaterali”, oltre a sottolineare il rischio di alimentare il conflitto tra gli alunni non vaccinati e gli altri, in relazione al ricorso alla dad.

Questa mattina il capo dipartimento del ministero dell’Istruzione, Jacopo Greco, ha convocato i rappresentanti sindacali proprio per illustrare meglio le nuove regole di gestione degli eventuali casi positivi nelle classi spiegando che verrà inviata un’ulteriore nota di supporto alle scuole. E lunedì pomeriggio sarà il ministro Bianchi a ricevere in un faccia a faccia il presidente dell’Associazione nazionale dei presidi, Antonello Giannelli.

AGI – Agenzia Italia

Redazione Corriere di Puglia e Lucania 

Corriere Nazionale

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