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Draghi: “La priorità del governo è che la scuola sia aperta in presenza”

Il premier nella conferenza sulle misure anti-Covid adottate: “La dad crea disuguaglianze”. La circolazione del virus “mette di nuovo sotto pressione i nostri ospedali in particolare per l’effetto della popolazione non vaccinata”  

© Pool/Carlo Lannutti / AGF
– Mario Draghi
Le scuole rimarranno aperte come “accade negli altri Paesi”. Lo ha detto il premier Mario Draghi, spiegando i motivi per cui il governo ha lasciato aperti gli istituti scolastici. “Il governo ha la priorità che la scuola sia aperta in presenza“, ha sottolineato il premier in conferenza stampa per illustrare le misure varate la scorsa settimana contro il Covid.

“Basta vedere quali sono state le diseguaglianze tra gli studenti. La Dad procura diseguaglianze destinate a restare e che si riflettono sul futuro della vita” degli studenti, ha osservatp il presidente del Consiglio.

“Tutto quello che abbiamo deciso si fonda su un dialogo con gli enti locali che è costruttivo ed è continuo”, ha aggiunto Draghi riferendosi alla posizione di alcuni presidenti di Regione sulle aperture delle scuole in presenza.

Per Draghi, “non ha senso chiudere la scuola prima di aver chiuso tutto il resto, ma oggi non c’è motivo per farlo, bisogna respingere un ricorso generalizzato della didattica a distanza”. “In media – ha stimato il premier – ci sono stati 65 giorni di scuola persi, rispetto a una media dei Paesi più ricchi del mondo dove la didattica non in presenza è stata di 27 giorni. Quindi il triplo. In alcune citta’ i giorni di scuola in presenza sono stati solo 42 in un anno. Non vogliamo fare più così”,

Abbiamo messo in condizione le scuole di funzionare“, ha assicurato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. “Ci siamo affidati alle scelte che abbiamo fatto e che oggi stanno pagando. Noi abbiamo molto a cuore i nostri ragazzi e ragazze. Per questo ci muoviamo con attenzione e cautela”. Bianchi ha poi ribadito che lo strumento della Dad “è utile se misurato in tempi specifici e integrato nei piani educativi della scuola”.

La scuola “è fondamentale per la democrazia, va tutelata” ha affermato il premier.  “Probabilmente – ha stimato – ci sarà un aumento delle classi in Dad nelle settimane settimane, ma quello che dobbiamo respingere è un ricorso generalizzato alla didattica a distanza“.

“Bisogna affrontare il 2022 con realismo, fiducia e unità”, ha aggiunto il premier. “Vogliamo essere cauti” ma anche minimizzare gli effetti della pandemia sui ragazzi” e i risvolti “dal punto di vista economico e sociale”.

Il 10% dei non vaccinati occupa i 2/3 delle intensive

Quanto all’obbligo vaccinale per gli over 50, ha dichiarato Draghi, “chi ha più di 50 anni corre maggiori rischi“. “La circolazione del virus mette di nuovo sotto pressione i nostri ospedali in particolare per l’effetto della popolazione non vaccinata”.

Sul tema è intervenuto anche il ministro della Salute, Roberto Speranza: “L’ultimo decreto fa fare un passo avanti molto importante. Abbiamo ormai raggiunto una percentuale assolutamente rilevante di vaccinati, l’89,41% degli over 12 hanno avuto almeno una dose. Restano non vaccinati poco più del 10% degli over 12, eppure questa piccola minooranza occupa due terzi dei posti in terapia intensiva e il 50% dei posti letto in area medica”.

Per Speranza, “l’obiettivo essenziale del governo è provare a ridurre ancora l’area dei non vaccinati per ridurre la pressione sugli ospedali”. “Se vogliamo ridurre la pressione sui nostri ospedali, se vogliamo salvare vite umane e così facendo favorire ancora la ripartenza del nostro Paese la strada prioritaria e’ ridurre l’area dei non vaccinati. Questa e’ la scelta del governo, una scelta che ha piena e compiuta evidenza scientifica”.

Quando si introducono provvedimenti di questa portata occorre cercare di arrivare all’unanimità. Sono provvedimenti di una portata sociale ed economica molto importante”, ha chiarito Draghi. “Abbiamo concentrato i provvedimenti sulle classe d’età che occupano le terapie intensive”, ha aggiunto, “per proteggere la loro salute e di noi tutti”. “Occorre che le decisioni abbiano una base scientifica naturalmente”.

Colpire la pandemia senza chiudere tutto

Secondo il premier, “abbiamo superato nei mesi scorsi sfide difficili, grazie alla determinazione e all’impegno di cittadini, parti sociali, istituzioni, governo, Parlamento ed enti territoriali. Abbiamo tutti i motivi per pensare che ci riusciremo anche questa volta”.

Draghi ha poi detto che “i decreti si sono succeduti per la complessità della materia ma anche perché il quadro è diverso. Occorre colpire la pandemia con lo strumento più importante, ovvero la vaccinazione. Nello stesso tempo cerchiamo di non tenere chiuso tutto“.

In particolare, “vogliamo che l’Italia resti aperta con tutte le cautele. L’attività economica deve andare avanti. Prudenza, rispetto delle regole e molta fiducia”. Ma “è essenziale essere uniti”, ha ribadito Draghi.

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