Principale Attualità & Cronaca Bombe in Capitanata: la solidarietà alle vittime non basta

Bombe in Capitanata: la solidarietà alle vittime non basta

 Il ministro Lamorgese ci venga a dire che lo Stato applicherà strategie, leggi e interventi speciali. 

“Ma come vogliamo combatterla la mafia, con le parole? Serve un intervento straordinario dello Stato, ma non le visite-lampo che escono mezza giornata nei tg e poi via, no, serve che qualcuno che organizzi una controffensiva mirata, militare, direi.

Questi criminali li dobbiamo andare a prendere città per città, quartiere per quartiere, casa per casa. La dobbiamo eradicare la mafia. Si può fare”.

Così il Consigliere della Regione Puglia Antonio Tutolo alla notizia dell’arrivo lunedì prossimo in Capitanata del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese a seguito degli attentati dinamitardi che hanno colpito in pochi giorni alcune città della Provincia di Foggia.

“Da molto tempo sostengo che, tra i problemi che riguardano la nostra provincia – prosegue Tutolo – quello della criminalità è sicuramente, insieme al sottosviluppo economico, il più importante. Anzi, i due problemi sono collegati.

E sono mesi che chiedo misure straordinarie e l’invio dell’esercito. Al ministro Lamorgese dico che i militari per le strade devono far percepire ai cittadini che lo Stato è presente, non li ha abbandonati. Ma non basta.

Spero il ministro non venga solo a manifestare solo vicinanza, ma che finalmente lo stato si attiva con leggi e interventi speciali.

E per questo, mi rendo conto, ci vogliono coraggio, strategia e volontà. Se manca uno solo di questi elementi siamo spacciati. E infatti i risultati della parziale inefficacia delle azioni portate avanti finora, nonostante gli arresti “eccellenti”, si vede nel quotidiano. Si vede nel dilagare della corruzione e nelle attività commerciali strangolate dal pizzo e dalle pacche sulle spalle a chi vede distrutto il lavoro di una vita.

La popolazione foggiana (che si sente abbandonata a se stessa) fa quello che può, nonostante tutto, ma se lo Stato non interviene subito in maniera pesante, dopo non sarà più possibile farlo. Dopo tutto sarà definitivamente compromesso”.

“Personalmente ho posto la questione criminalità al centro del mio impegno politico – ricorda il consigliere – cercando in tutti i modi di sollecitare la politica locale e regionale affinché ci si desse una mossa preparando strategie efficaci e concrete, non le inutili chiacchiere attorno a un tavolo, e si coinvolgessero le istituzioni nazionali.

Un solo tribunale è insufficiente. È evidente che sono state compiute delle scelte sbagliate sulla pelle dei cittadini di Capitanata.

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