Nel 2021 l’economia cinese ha dimostrato una sorprendente robustezza, superando sia le aspettative degli analisti sia gli obiettivi prefissati per tempo dal governo. Secondo gli ultimi dati ufficiali rilasciati, il Prodotto Interno Lordo (PIL) del “Dragone” avrebbe raggiunto l’impensabile cifra di 114,37 mila miliardi di yuan (equivalenti a circa 18 mila miliardi di dollari), segnando un notevole incremento dell’8,1% rispetto all’anno 2020, quando era di 101,36 trilioni.
La performance eccezionale avrebbe così superato di gran lunga il valore atteso e programmato lo scorso marzo dalla classe dirigente cinese, la quale aveva previsto essenzialmente una crescita “superiore al 6%”. Questo notevole risultato sembra non solo preannunciare un sorpasso sugli Stati Uniti da parte dell’economia di Pechino, ma anche che il “fattaccio” potrebbe avvenire in tempi più rapidi di quanto ipotizzato, forse già entro il 2028 (come recentemente dichiarato dal Japan Center for Economic Research).
Un drago che vola alto soffre le buche per terra?
Nonostante questo trionfo, tuttavia, la Cina si troverebbe davanti al rischio di dover affrontare ora un percorso economico comunque accidentato: nel quarto trimestre del 2021, infatti, la crescita economica è andata rallentando, registrando un “modesto” 4% rispetto al 4,9% dei tre mesi precedenti. Frenata che potrebbe essere il risultato della pressione esercitata dalla contrazione della domanda interna, un sintomo acutizzatosi soprattutto per via di quei limiti di instabilità riscontrati recentemente tra le catene di approvvigionamento.
Alla luce di tali interrogativi, la Banca Centrale nazionale starebbe agendo con prudenza, riducendo i costi di finanziamento dei prestiti a medio termine per la prima volta dal 2020. Misura che sembrerebbe, a dirla tutta, un approccio “alla cinese” in materia di quantitative easing e che punterebbe a sostenere l’economia senza ricorrere a stimoli eccessivamente massicci e sconvolgenti.
La minaccia virulenta sui portafogli cinesi
Se da un lato il governo di Pechino starebbe allentando alcune delle restrizioni introdotte dopo l’estate per affrontare la bolla speculativa del settore immobiliare e raggiungere buona parte degli ambiziosi obiettivi ambientali, dall’altro la diffusione della variante “Omicron” del Co.Vi.D./19 non può che costituire e restare una nuova sfida per il Paese. A pochi giorni dall’inizio delle Olimpiadi e delle celebrazioni del Capodanno lunare, infatti, diverse corporation straniere hanno annunciato il congelamento della produzione in quelle province industriali cinesi dove le amministrazioni locali hanno imposto ennesime limitazioni alla mobilità e alla circolazione.
In conclusione, mentre l’economia cinese ha appena dimostrato in maniera impressionante tutta la propria forza nel 2021, non si possono certo sottovalutare le nuvole che si profilano all’orizzonte. Il governo pechinese è chiamato, ora più che mai, a bilanciare con attenzione le politiche di stimolo e quelle di contenimento, col duplice obiettivo – un ossimoro solo apparente – sia di sostenere la crescita economica che di mantenere la stabilità, in un contesto sociale globale e in un panorama economico e politico in quotidiana evoluzione.
Fonti:
National Bureau of Statistics of China
(Organismo governativo cinese responsabile della pubblicazione dei dati economici ufficiali);
ISPI, Istituto per gli Studi di Politica Internazionale
(Associazione di diritto privato senza scopo di lucro, dedicato allo studio delle dinamiche internazionali);
Japan Center for Economic Research
(Istituto di ricerca giapponese specializzato in analisi economiche e previsioni);
Pictet per Te
(Progetto editoriale specializzato nel promuovere la cultura finanziaria in Italia e in Europa);
Advisor
(Mensile italiano di consulenza finanziaria edito da Open Financial Communication (OFC));
We Wealth
(Progetto editoriale dedicato allo sviluppo dei temi legati al mondo della gestione patrimoniale);
ANSA
(Agenzia di stampa internazionale che copre notizie e analisi economiche riguardanti la Cina);
World Health Organization (WHO)
(Organizzazione Mondiale della Sanità, fornitrice di informazioni sulla diffusione delle varianti del virus Sars Co.V./2, come “Omicron”).
Antonio Quarta
Redazione Corriere di Puglia e Lucania