Principale Politica “Berlusconi candidato offesa a dignità della Repubblica”

“Berlusconi candidato offesa a dignità della Repubblica”

 Il giudizio è stato espresso dalla Fondazione Basso che considera la proposta del centro destra di candidare Berlusconi al prestigioso scranno del Quirinale quale offesa alla dignità dell’intero Paese.

Giudizio condiviso da numerosi e autorevoli costituzionalisti e da importanti esponenti della cultura italiana, che auspicano l’elezione del successore di Mattarella di un personaggio che sia l’espressione dell’unità nazionale (art. 87 Costituzione).

Secondo Forza Italia, dunque, attualmente Berlusconi sarebbe l’’unico candidato a rappresentare l’unità nazionale e l’unico garante della Costituzione. Cioè Berlusconi, iscritto alla Loggia P2, struttura massonica che auspicava uno Stato aristocratico (non certo democratico), sarebbe l’unico politico sufficientemente attrezzato per garantire la rappresentanza politica. Quale rappresentanza? Dei corrotti e dei corruttori? Degli evasori fiscali?

Certo, ci vuole una grande sfrondatezza per proporre un condannato per frode fiscale al QUIRINALE. La nostra Costituzione considera la figura del Presidente della Repubblica quale organo che impersona l’unità dello Stato. Garanzia necessaria a fronte della molteplicità di organi e istituzioni che costituiscono, con diverse competenze, lo Stato di diritto.

E, dunque, la previsione di una figura super partes, che partecipa a tutti i poteri dello Stato, rappresenta sicuramente una saggia garanzia che non può essere inficiata da persone che, invece, si presentano sfacciatamente di parte e, dunque, divisive. In ultima analisi, i costituenti hanno previsto e introdotto una figura con attribuzioni di poteri fondamentali per lo Stato di diritto. Poteri, ovviamente, posti a garanzia per l’ordinamento e la vita costituzionale della Repubblica democratica.

A questo punto, a prescindere da considerazioni circa la moralità di un personaggio che ha illustrato la Patria diffondendo nel mondo pratiche poco eleganti, quali il bunga-bunga o le cene eleganti che hanno trovato facile diffusione in Europa e nel Mondo, rendendoci gravemente ridicoli, la domanda da porre è: può un personaggio di tal fatta, che si è macchiato, oltreché, del grave delitto di frode fiscale, aspirare al prestigioso scranno del Quirinale?

Ai lettori l’ardua sentenza.

Vergognosa è, dunque, la proposta di elevare un tale personaggio al più alto scranno della vita democratica. Ma ancora più sfacciatamente vergognosi sono coloro che sostengono una tale candìdatura!

 Raffaele Vairo

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