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La vicenda del presidente di Confartigianato Bergamo a cui hanno pignorato lo stipendio

Il Tribunale gli ha pignorato 190 mila euro che non ha pagato a una società ma i vertici dell’associazione lo difendono e, alla domanda se possa avere violato la clausola etica, affermano che “mettere in dubbio le sue qualità significa mettere in dubbio noi stessi”

© Hermes Images / Agf – Un’industria tessile

I vertici di Confartigianato Bergamo si stringono a difesa del loro presidente Giacinto Lucio Giambellini a cui il Tribunale locale ha pignorato nei giorni scorsi 190mila euro. Il codice etico della Confederazione prevede che gli associati si impegnino “ad assumere un atteggiamento equo e corretto nei confronti di clienti, fornitori e concorrenti” e che i vertici rimettano il mandato “qualora per motivi personali, professionali od oggettivi la propria permanenza possa essere dannosa all’immagine dell’imprenditoria e dell’Organizzazione”.

“Mettere in dubbio le sue qualità significa mettere in dubbio noi stessi”

Uno dei componenti del Comitato di Presidenza dell’associazione, il presidente regionale dei tappezzieri Emanuele Zinesi, spiega all’AGI perché a suo avviso la clausola non imporrebbe le dimissioni. “Quando ho iniziato l’attività  ho sempre considerato il rischio di un eventuale esito negativo – afferma -. Puoi metterci l’impegno,  la buona volontà , la capacità,  la formazione, ma quando un cliente non paga tutto questo crolla. Poi si innesca un meccanismo perverso fatto di sofferenza e di mediazione, per così dire l’ultima spiaggia. Quando un  imprenditore  artigiano cade in questo vortice, non è mai per scelta ma è una conseguenza non voluta. Mettere in dubbio le qualità di una persona che ha subito tutto questo significa mettere in dubbio noi stessi perché questo è il rischio che ogni giorno ci accompagna”.

Nel caso di Giambellini, secondo il Tribunale, sarebbe stato lui a non onorare un debito con la fornitrice società Comini srl che ha lamentato il mancato pagamento da parte dell’imprenditore e della moglie di una somma di circa 127mila euro più interessi e spese fino ad arrivare alla somma pignorata.

Pignorato anche il suo stipendio da presidente

Nell’atto giudiziario si spiega che il pignoramento riguarda “tutte le somme, dovute e debende a qualsiasi titolo” da sette “società e associazioni” all’imprenditore, tra cui i compensi che incassa da Confartigianato Bergamo. Angelo Carrara, l’ex presidente di Confartigianato e ora parte del Comitato di Presidenza, ha risposto all’AGI affermando di non avere “nulla da dichiarare. Non ho dati su cui discutere”.

Alcuni piccoli imprenditori hanno preso invece  ha una posizione più critica sui social chiedendo le dimissioni di Giambellini. agi

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