Principale Economia “Scaltra” l’UE che si getta… nel mercato dei chip?

“Scaltra” l’UE che si getta… nel mercato dei chip?

Domanda mondiale di semiconduttori che esplode, ma l'offerta scarseggia. E la benedetta (dal WEF) Von der Leyen, per non restare a secco, prepara l'European Chips Act

La carenza di microchip sul mercato globale, negli ultimi mesi, ha messo in ginocchio diversi settori economici legati a questo tipo di dispositivi, da tempo regolarmente impiegati nella produzione di una vasta gamma di prodotti tecnologici e di uso comune (dalle lavatrici ai frigoriferi “intelligenti”, passando per gli smartphone e, persino, le automobili).

La Commissione Europea – sempre “al passo con i tempi” se non, addirittura e stranamente, in anticipo – ha rilevato che il fabbisogno di microprocessori raddoppierà nei prossimi dieci anni e, allo scopo di ridurre la dipendenza dai paesi asiatici – che attualmente detengono una posizione dominante in questo campo -, ha annunciato un piano strategico ambizioso per quadruplicarne la produzione nostrana: l’European Chips Act.

La lungimiranza della resilienza personificata

A presentare il progetto è stata, niente poco di meno, che la resiliente e vigile leader dell’Esecutivo comunitario Ursula Von der Leyen in persona che, in videocollegamento con il World Economic Forum, ha sottolineato l’urgenza di agire immediatamente e senza indugi. Lo stesso WEF, per bocca del proprio fondatore e direttore esecutivo, il Prof. Klaus Schwab, ha accolto molto favorevolmente l’iniziativa, descritta come un passo cruciale per la digitalizzazione dell’Europa. Schwab, senza le medesime titubanze e, soprattutto, senza specificare chiaramente cosa intendesse con questa espressione, ha poi fatto riferimento alla prossima creazione di un “cervello fisico” della virtualizzazione, da situare sul suolo europeo.

Va ricordato che l’economista tedesco, assai noto per le sue strane posizioni transumaniste, in passato aveva fatto varie previsioni sulla sempre più possibile “microchipattura” degli esseri umani entro il 2026. Tuttavia, al momento, non è del tutto chiaro come queste dichiarazioni siano collegabili al disegno della Commissione Europea in materia di chip.

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E se qualcosa dovesse “andar storto”?

Il piano della Von der Leyen, quindi, non solo sembra allinearsi con l’obiettivo di ridurre la dipendenza da fornitori esterni e promuovere una maggiore produzione interna di semiconduttori, ma pare anche rispettare in pieno la tabella di marcia delineata a Davos. Sarebbe invece importantissimo considerare attentamente in anticipo le implicazioni di tali sviluppi, inclusi i possibili usi futuri dei microchip in contesti transumanisti e/o di sorveglianza.

Infatti, mentre – come da programma – si lavora all’aumento produttivo di questi piccoli cervelli digitali performanti, è altrettanto urgente – e fondamentale – assicurarsi che vengano preservate le norme etiche e di sicurezza a garanzia che questi progressi tecnologici siano messi al servizio del benessere della società e non, invece, utilizzati per limitare i diritti delle popolazioni mondiali, compresi quelli naturali e (almeno teoricamente) inalienabili.

In sostanza, basterebbe rammentare a taluni soggetti decisionali, candidamente e chiaramente, che macchinari e frigoriferi, a conti fatti, hanno altre necessità rispetto alle persone.

Fonti:

Wikipedia;

Reuters (canale video su YouTube);

Sito ufficiale della Commissione Europea;

Elettronica & Mercati (sito web dedicato a tutti gli aspetti dell’elettronica  professionale e dell’industria dei semiconduttori);

World Economic Forum (canale video su YouTube);

Rai Play (canale video su YouTube);

La7 Attualità (canale video su YouTube);

University Center for Bioethics – UCB (canale video su YouTube);

Antonio Quarta

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

Il Corriere Nazionale

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